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Visite nelle Rsa: entro maggio la ripresa ma con regole certe
Uneba, la principale organizzazione che riunisce le strutture di accoglienza per anziani, si era fatta portavoce al Governo per superare il problema
FattiUneba, la principale organizzazione che riunisce le strutture di accoglienza per anziani, si era fatta portavoce al Governo per superare il problema
Le strutture residenziali per anziani sono per lo più ancora chiuse alle visite dei familiari, ma i sottosegretari alla sanità Pierpaolo Sileri e Andrea Costa, a poche ore l’uno dall’altro, hanno annunciato nei giorni scorsi che arriverà presto un punto di svolta alla drammatica situazione che si protrae da marzo 2020.
Si spera, dunque, che entro maggio vengano definite le linee guida nazionali da applicare per far entrare in tutta sicurezza i familiari nelle Rsa per incontrare i propri cari residenti. Nelle scorse settimane sono state numerose le realtà a fare pressione sul Governo per le riaperture delle case di riposo, in particolar modo Uneba, la più rappresentativa organizzazione di categoria del settore sociosanitario e socioassistenziale che raccoglie circa mille enti in tutta Italia.
«Ci appelliamo al Governo e alle Regioni perché approvino protocolli e regole chiare, in modo da poter riprendere le visite in sicurezza – ha dichiarato Franco Massi, presidente nazionale Uneba – Vogliamo garantire sia la protezione dal virus che la gioia della relazione personale ad anziani e disabili, che sono i più fragili di tutti; ai familiari, spesso non ancora vaccinati; e alle comunità intere dei territori delle nostre strutture, perché verso ognuna sentiamo la nostra responsabilità».
Uneba chiedeva che per ogni anziano o persona con disabilità accolti in struttura, fosse vaccinato un familiare per consentire la visita.
Anche la Comunità di Sant’Egidio ha lanciato recentemente un grido di dolore per bocca del presidente Marco Impagliazzo: «Denunciamo il fatto che le Rsa si trovino in un’eterna zona rossa, vogliamo scuotere le coscienze dei cittadini e di chi guida queste strutture. Abbiamo realizzato un’inchiesta su poco meno di 240 strutture italiane, da cui emerge che più del 60 per cento non consente ancora alcun tipo di visita; sono escluse anche le visite medico-specialistiche degli ospiti. Le stanze degli abbracci sono rimaste sulla carta, meno del 20 per cento le ha attivate e le videochiamate sono utilizzate solo nel 44 per cento delle residenze. Persino l’assistenza religiosa agli ospiti non è garantita nel 65 per cento delle strutture oggetto del campione».
Il Governo è al lavoro per studiare una norma che permetta di riaprire le Rsa. L’assessore veneto alla sanità, Manuela Lanzarin, ha dichiarato che l’argomento è all’attenzione della conferenza StatoRegioni e che sono necessarie linee guida uniformi per tutta Italia. Si sta valutando il “green pass”, l’attestato cioè di avvenuta vaccinazione, o il contagio da Covid negli ultimi 6 mesi o il possesso di un tampone negativo.