Un incontro fortuito. Un’immagine d’altri tempi. Uno spaccato di comunità quasi dal sapore di archeologia sociale come non si vede ormai più. Lo scatto è avvenuto a Zovon di Vò, qualche giorno fa. All’imbrunire, questa manciata di donne – quasi tutte vedove – si ritrova come ogni anno a maggio al più antico capitello del piccolo paese. Una scena consueta fino a qualche anno fa. Oggi quasi una chimera. Con una variante singolare, quella del prolungamento del rosario con la tredicina di sant’Antonio. Sorprese per la volontà di immortalarle, rispondono: «Lo facevano le nostre nonne e così le nostre madri. Da anni continuiamo a farlo noi, donne della borgata. Ogni sera per più di quaranta giorni. È un modo per fare comunità, ora che il prete non c’è più. Anche per incontrarci e sentirci meno sole. Ma soprattutto è un gesto di venerazione al Santo di Padova, che ricambia offrendoci momenti come questo per noi importanti». Il rammarico – concludono – è che «siamo “vecchie”, e dopo di noi non ci sarà più nessuno a continuare la tradizione. Noi siamo tutte qua, mentre i giovani e bambini sono là…» e indicano il vicino campo da calcio. Lasciandoci un’immagine che sembra appartenere a un tempo lontano, mentre invece è ancora oggi, con uno strascico di nostalgia che è già futuro.