MosaicoLa regina dell’inverno Se il clima estivo ha ridotto la produzione padovana, in altro zone è stata ottimale, ma crescono quelle importate e vendute semilavorate senza indicazione d’origine
Luci e ombre per la produzione di zucche nel Veneto. In alcune province, come nel Polesine – fa sapere Coldiretti – la stagione è stata ottima, intermittente invece nella Bassa Padovana e nella norma altrove. A fare da ago della bilancia è stato il clima, che ha condizionato una stagione dalle premesse decisamente migliori, anche per il precipitare delle temperature che ha anticipato, nei consumatori, la voglia di zuppe e vellutate. Per questo ortaggio, sempre più apprezzato nella dieta alimentare per la sua versatilità, Coldiretti stima un giro d’affari nazionale di circa 30 milioni di euro. Che comprende anche la cosiddette “zucche ornamentali”, da scolpire e intagliare, che si stanno affermando anche nel nostro territorio. Coldiretti sottolinea anche il fenomeno dello “zuccaturismo”, che in Veneto si sta facendo strada. Complice il clima sfavorevole, la produzione italiana non copre il fabbisogno e cresce l’importazione in particolare dall’Africa. La mancanza dell’obbligo dell’etichetta d’origine sulle zucche tagliate o trasformate (dalle zuppe ai semini) rende difficile ai consumatori identificare il vero prodotto italiano. Anche nel territorio padovano quest’anno c’erano tutte le aspettative per una buona annata, ma le intense piogge e gli estesi allagamenti che hanno coinvolto in particolare la Bassa Padovana, dove si concentra la produzione delle zucche, hanno inciso sulla resa finale. Il maltempo ha ridimensionato la raccolta, che avviene in più fasi, da agosto a ottobre. Il bilancio è in sostanziale parità con i numeri dello scorso anno: almeno 60 mila i quintali raccolti dalle circa 200 aziende agricole produttrici che coltivano 350 ettari, in particolare tra Borgo Veneto, Pernumia e Anguillara Veneta. «Quest’anno si può contare su una qualità molto buona», conferma Massimo Bressan, vicepresidente di Coldiretti Padova e coltivatore anche di zucche a Borgo Veneto. Molto apprezzata la varietà “delica”, molto buona anche se meno costosa la “violina”, entrambe varietà tipiche del territorio padovano, mentre a Chioggia impera la “marina”, nota anche come la suca baruca. Tutte sono usate sia per svariate ricette: la più classica è al forno, tagliata a fette e condita con sale e olio per un secondo o contorno, ma con cannella, miele o zucchero di canna che ne aumentano la dolcezza diventa merenda o dessert. Frullata, con cipolla e noce moscata, è la regina delle vellutate.
