Skip to content
  • Edizione Digitale
  • Abbonati
logo
  • Ultimi Articoli
  • Sezioni
    • Chiesa
    • Idee
    • Fatti
    • Mosaico
    • Storie
  • Rubriche
  • Speciali
  • Mappe
  • EVENTI
  • Scrivici
  • Edizione Digitale
  • Abbonati
Area riservata

Rubriche | Lettera 35 - Cronache da un'economia umana

mercoledì 11 Aprile 2018

Zuckemberg e la mossa del cavallo

Facebook è stretto all'angolo: da una parte lo scandalo datagate dall'altra il mai risolto problema fiscale. Il fondatore, Mark Zuckemberg, riuscirà a salvare la sua creatura?

Gianluca Salmaso

E venne il giorno del Congresso, con le sue liturgie e le sue commissioni. Il fascino mai sopito della politica americana, con i senatori che mettono alla berlina il potente di turno reo d’aver messo in discussione i principi della nazione.

Mark Zuckemberg sta lì, sul banco degli imputati, e per la prima volta lo vediamo in giacca e cravatta. Il ragazzo modello della Silicon Valley ha dismesso la maglietta grigia d’ordinanza, di fronte al Senato degli Stati Uniti non era il caso di giocare al bambino prodigio della porta accanto.

Si scusa, ammette le sue colpe. «Lei impersona il sogno americano, ma siamo preoccupati che possa diventare un incubo» lo attacca il repubblicano John Randolph Thune, un conservatore del Sud Dakota abituato a dire pane al pane.

Ci sono 87 milioni di motivi per cui dolersi, tanti quanti sono i profili violati dall’ormai celeberrima Cambridge Analitica. La linea di difesa del social network è semplice: abbiamo sbagliato, rimedieremo. Come? Delegando al singolo utente la consapevolezza e il controllo dei suoi dati.

Chi vuole cancellarsi dalla rete, insomma, può farlo. L’azienda sta cominciando ad inviare messaggi ai singoli soggetti avvisandoli del possibile uso improprio dei loro dati. «Diventeremo i poliziotti del sistema» garantisce Zuckemberg, ma i poliziotti veri stanno di là del tavolo e non sembrano credergli.

Tocca alla senatrice Diane Feinstein, democratica, la stoccata sulla privacy: in Europa hanno una legislazione più rigida, che si potrebbe mutuare anche in America.

L’Europa da tempo attenziona i colossi digitali, nessuno dei più rilevanti è nato e cresciuto da questo lato dell’oceano e tanto basta a insospettire il legislatore comunitario.

Rischi per la privacy di cittadini e imprese ma non solo, c’è anche il problema della tassazione.

Pagano troppo poco e in modo difforme, i colossi del digitale, circa la metà dell’aliquota media pagata dall’economia tradizionale. Un bagno di sangue per i conti degli stati e un vantaggio competitivo ingiustificato a detta di molti, su cui vertono anche due nuove proposte di regolamentazione presentate in seno all’Europarlamento.

«Con la Russia è come una corsa agli armamenti, tentano di sfruttare i nostri sistemi. Dobbiamo far prima di loro» ci mancavano solo i russi, lo spauracchio per definizione di ogni politico americano. Zuckemberg lo sa e li cita a proposito, tentando la mossa del cavallo, l’unica che gli rimane di fronte alla commissione.

Una mossa preparata e giustificata, ma se anche John McCain, l’ex candidato repubblicano alla presidenza, mette da parte la sua arcinota antipatia per i sovietici e promuove una legge per regolamentare la pubblicità elettorale sui social network, forse qualcosa sta davvero cambiando.

Ultimi articoli della categoria

Pubblico impiego: un patto per l’innovazione

giovedì 11 Marzo 2021

Pubblico impiego: un patto per l’innovazione

Ferie e riposi solidali: c’è l’accordo per i dipendenti Esselunga

mercoledì 11 Novembre 2020

Ferie e riposi solidali: c’è l’accordo per i dipendenti Esselunga

Dalla necessità all’urgenza di cambiamento: Marco Bentivogli e le ultime frontiere del lavoro

sabato 17 Ottobre 2020

Dalla necessità all’urgenza di cambiamento: Marco Bentivogli e le ultime frontiere del lavoro

La disconnessione è ancora un diritto? Breve guida galattica per smart workers

sabato 10 Ottobre 2020

La disconnessione è ancora un diritto? Breve guida galattica per smart workers

Il conto salato di un nuovo lockdown

venerdì 25 Settembre 2020

Il conto salato di un nuovo lockdown

Braccio di ferro nel Mediterraneo orientale: Atene e Ankara “scherzano con il fuoco”

martedì 15 Settembre 2020

Braccio di ferro nel Mediterraneo orientale: Atene e Ankara “scherzano con il fuoco”

Condividi su
Link copiato negli appunti
Logo La Difesa del Popolo
  • Chi siamo
  • Privacy
  • Amministrazione trasparente
  • Scrivici

La Difesa srl - P.iva 05125420280
La Difesa del Popolo percepisce i contributi pubblici all'editoria.
La Difesa del Popolo, tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) ha aderito allo IAP (Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.
La Difesa del Popolo è una testata registrata presso il Tribunale di Padova decreto del 15 giugno 1950 al n. 37 del registro periodici.