Sono molti gli interventi recenti di recupero di opere artistiche eseguite dall’Università di Padova. Nel 2022 erano stati presentati i restauri degli arredi curati dall’architetto e designer milanese Gio Ponti a Palazzo del Bo.
«La montagna è di tutti, basta installare croci di vetta». «Giù le mani dalle croci di vetta, rappresentano la nostra storia, le nostre tradizioni, il nostro credo». Due virgolettati tipo per riprendere in poche parole l’enorme polemica scoppiata a partire dallo scorso fine settimana sulle croci che da fine Settecento hanno iniziato a comparire sulle cime per lo più delle Alpi, in Italia, ma anche in Austria e nei monti tedeschi.
Del conflitto si parla poco, ma il colpo di Stato soft della scorsa settimana la dice lunga sulla sua complessità. Intanto dalla storia nulla si è imparato
In occasione dell’ottavo centenario dalla sua fondazione, l’Università di Padova ha provveduto – tra le molte iniziative – a restaurare anche alcune significative opere d’arte. L’iniziativa più eclatante è stata l’inaugurazione del nuovissimo Museo dell’uomo e della natura a palazzo Cavalli, la scorsa settimana (un articolo è pubblicato a pagina 20). Qui vogliamo dare conto di alcuni altri interventi, a partire dall’ultimo: il restauro della statua di Elena Lucrezia Cornaro Piscopia.
Non solo gli studenti. Accampati nelle piazze con le loro tende, hanno saputo catturare l’attenzione dei media. Ma l’emergenza abitativa in Veneto ha mille volti, a partire da quello delle quasi 9 mila famiglie che reclamano un alloggio pubblico, mentre una casa su quattro è vuota
Il nuovo alfabeto delle imprese che si pensano per il bene comune del territorio in cui operano e riflettono su un’economia non solo circolare, ma anche rigenerativa
Saranno gli 8.000 ciclisti, provenienti da 75 nazioni, i protagonisti della granfondo più rinomata d’Europa. La partenza è prevista da La Villa in Alta Badia per domenica 2 luglio, alle ore 06.30. Per la prima volta tra i partecipanti alla Maratona dles Dolomites-Enel ci sarà lo squalo, Vincenzo Nibali
Fin dal 1950, nel solco di un’originale missione. «Il Cuamm nasce per l’intuizione di Francesco Canova, sostenuto da mons. Girolamo Bortignon. È la radice di Medici con l’Africa che continua con il vescovo Claudio Cipolla, nello spirito del Sinodo e con il supporto di parrocchie e volontari. Continuiamo ad investire nel “capitale umano” dell’Africa, con una spinta in più: offrire un’alternativa alla fuga» sottolinea don Dante Carraro, 62 anni, direttore che ha raccolto il testimone da don Luigi Mazzucato.