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Messaggio del papa per la Giornata mondiale del malato. Forza e tenerezza nello sguardo di Dio, padre e madre
Per i malati, gli anziani soli, le persone fragili e per gli operatori sanitari e numerosi volontari
ChiesaPer i malati, gli anziani soli, le persone fragili e per gli operatori sanitari e numerosi volontari
Un Dio che guarda ai suoi figli con l’amore del padre, con forza e tenerezza insieme: così il papa riconosce in Dio – nel messaggio per la Giornata mondiale del malato – la dimensione della paternità e della maternità «perché egli si prende cura di noi con la forza di un padre e con la tenerezza di una madre, sempre desideroso di donarci nuova vita nello Spirito Santo».
A Gesù, invece il ruolo di «testimone sommo dell’amore misericordioso del Padre verso i malati», protagonista, in diverse pagine dei Vangeli di incontri con persone che soffrono. Nel testo il papa rivolge un invito a essere misericordiosi come il Padre, in particolare agli operatori sanitari: esorta medici, infermieri, tecnici di laboratorio, addetti all’assistenza e alla cura dei malati, e anche i numerosi volontari, a svolgere con amore e competenza il loro servizio, un operato che «trascende i limiti della professione per diventare una missione».
Accenna poi a dignità e responsabilità della professione, ma anche dignità e fragilità del paziente che resta una persona unica con la sua storia, le sue ansie, le sue paure, ricordando che «anche quando non è possibile guarire, sempre è possibile curare, sempre è possibile consolare, sempre è possibile far sentire una vicinanza che mostra interesse alla persona prima che alla sua patologia».
La Giornata mondiale è occasione anche per porre l’attenzione sui luoghi di cura, le case di misericordia, «locande del buon samaritano», come le chiama il papa, luoghi nei quali la carità cristiana prende forma. Un ruolo particolare è occupato dalle istituzioni sanitarie cattoliche che, in un tempo nel quale è diffusa la cultura dello scarto e la vita non è sempre riconosciuta degna di essere accolta e vissuta, «possono essere esemplari nel custodire e curare ogni esistenza, anche la più fragile, dal suo inizio fino al suo termine naturale». Infine un invito a tutti a farsi vicini ai malati e alle persone anziane che vivono a casa da sole e aspettano una visita: «Il ministero della consolazione è compito di ogni battezzato, memore della parola di Gesù: “Ero malato e mi avete visitato» (Mt 25,36)”».