Rubriche | Una scuola, mille storie
Rete nazionale scuole in presenza. La protesta in tutta Italia
“Rete nazionale scuola in presenza”: in 36 piazze italiane le famiglie chiedono stop alla Dad. Le lezioni in presenza sono un bene essenziale.
“Rete nazionale scuola in presenza”: in 36 piazze italiane le famiglie chiedono stop alla Dad. Le lezioni in presenza sono un bene essenziale.
Da Trieste a Messina, da Cuneo a L’Aquila, comprese Roma, Milano, Rimini, Genova, tra oggi e domani le piazze italiane si riempiono di famiglie che chiedono la scuola in presenza subito. In 36 città della penisola il movimento spontaneo “Rete nazionale scuola in presenza” ha organizzato manifestazioni per fare luce sulle pesanti ricadute che il confinamento di bambini e ragazzi sta avendo.
“Dad, dimenticati a distanza”, “la scuola è futuro”, “la scuola a scuola” alcuni degli slogan della manifestazione. A sostenere la richiesta della riapertura delle scuole i dati che stanno emergendo da più fronti e che mostrano una generazione in sofferenza: tra i ragazzi sono ormai conclamati e registrati da numerosi studi i danni sul piano dell’apprendimento, le ripercussioni di tipo psicologico e psichiatrico, gli abbandoni e il divario sociale in drammatico aumento.
Pesante il fardello per le famiglie, in particolare per le donne. «Le decisioni sulle chiusure delle scuole vengono assunte senza che ci sia consapevolezza dei reali dati dei contagi tra i giovani della fascia 0-18 – dicono gli organizzatori – Il principio di precauzione invocato per giustificarle sta generando danni per la salute e il benessere di una intera generazione. La scuola sia trattata quale è, bene essenziale».
La Rete nazionale Scuole in presenza, un coordinamento nazionale di comitati interessati a far ripartire la scuola in presenza è nata ai primi di marzo e conta contatti in tutta Italia, più di 20, dal Friuli alla Sicilia. Circa 4000 persone.
La Rete chiede alle istituzioni di svincolare le aperture scolastiche dalla logica dei colori, mettendo in atto «rapidamente tutte le misure necessarie allo svolgimento delle lezioni in sicurezza e in presenza per ogni ordine e grado di istruzione». Perché «non si possono avere centri commerciali aperti e scuole chiuse».
Naturalmente un punto fermo è sulla didattica a distanza che non può essere presa in considerazione a lungo termine, in quanto inefficace, discriminatorio per gli studenti provenienti da famiglie fragili e per gli alunni con disabilità o difficoltà di apprendimento. Al Governo, la rete chiede quindi «un totale cambio di prospettiva».
Pagina Fb della rete: https://www.facebook.com/ReteScuolainPresenza/