Il sindaco: «Grazie alla fibra ottica non siamo più isolati. Due milioni di euro per poter restaurare l’edificio donato dalle suore Dorotee. In programma un museo etnografico»
Lastebasse, in provincia di Vicenza, si estende sul versante destro dell’Alta Val d’Astico, al confine con il Trentino. Tra i Comuni più a nord della Diocesi di Padova, a marzo 2025 conta 177 abitanti (erano 193 nel 2021, 229 nel 2011, 243 nel 2001, 287 nel 1991, 319 nel 1981 e 466 nel 1971), soprattutto anziani. A guidare la municipalità è Emilio Leoni, 57 anni il prossimo luglio, una laurea in lettere, docente alle superiori. Nato a Lastebasse, vive in città a Vicenza. In paese si reca periodicamente per trasferirsi in maniera pressoché stabile durante il periodo estivo. Qui, tra i caduti delle varie guerre, i cui nomi sono impressi su una lapide eretta a memoria, c’è anche un suo antenato. Si chiamava proprio come lui. Era un giovane soldato, poco più che ventenne, quando fu ucciso durante la prima guerra mondiale. Leoni è un sindaco da record. Al suo sesto mandato, il primo nel 1995 quando aveva ventisei anni e una sola interruzione nel 2004, è stato rieletto alle elezioni amministrative di giugno scorso con 84 voti, pari al 89,4 per cento delle preferenze, con un aumento del 12,8 per cento rispetto a cinque anni fa. A Lastebasse non ci sono scuole. Bambini e ragazzi vengono trasportati nel vicino Comune di Pedemonte (scuola dell’infanzia e elementari) o a Valdastico (scuole medie). «La marginalità dei luoghi, i pochi abitanti, la denatalità, il calo demografico e l’invecchiamento progressivi non hanno fermato, però, i nostri progetti per il futuro di Lastebasse – spiega Leoni – In questi anni abbiamo continuato a progettare, cercando di ottenere i finanziamenti necessari per realizzare alcune importanti opere per la comunità». Tra gli interventi in cantiere, la ristrutturazione dell’edificio ricevuto in donazione dalle suore Dorotee di Thiene, che negli anni Sessanta gestivano la colonia estiva. «L’investimento complessivo è di circa 2 milioni di euro per un restauro, ormai ultimato, che trasformerà lo stabile in un centro polifunzionale: al piano seminterrato sono stati ricavati il magazzino e l’autorimessa comunali, al piano terra una sala polifunzionale e al primo piano le camere di un ostello. Siamo soddisfatti del risultato che sta raccogliendo apprezzamenti». Leoni definisce la sua Lastebasse «una comunità graziosa, operosa e gentile. Il Comune può contare sulla fibra ottica che qualche anno fa non c’era, la posa ha portato la soluzione di tanti problemi per un paese ora non più isolato, ma connesso anche nelle comunicazioni. Abbiamo in programma altre opere come il restauro dell’ex canonica della parrocchia di San Marco, per un costo di 1,3 milioni, finanziati con contributo statale. Negli spazi interni realizzeremo un museo etnografico che racconterà i luoghi, le persone, la civiltà. In cantiere ci sono, poi, un nuovo parcheggio per un investimento di circa 800 mila euro e una piattaforma sportiva, per un costo di 600 mila euro, dove sarà possibile praticare varie discipline come pallavolo, pallacanestro, tennis, calcio». Il primo cittadino sta lavorando a quello che definisce «un grande progetto per Lastebasse e non solo: il desiderio è quello di poter realizzare una telecabina che colleghi il fondovalle alla montagna, un intervento che si sta concretizzando grazie all’accordo raggiunto da vari sindaci del territorio, in particolare quelli degli otto Comuni dell’Unione montana Alto Astico». Anche se piccola, Lastebasse merita di sognare in grande.
Il parroco: «Quell’anima antica, scomparsa dalla parlata cimbra, non è mai venuta meno nel cuore. Un esempio è la fraternità quando si bussa agli anziani per un aiuto»
Della cultura secolare che impregnava Lastebasse e gli abitati di una manciata di case sparsi al confine tra Veneto e Trentino, è rimasto ben poco. Il cimbro non si parla ormai più. Rimane qualche traccia in messe cantata, in occasione di ricorrenze legate alla devozione popolare, e nella toponomastica ancora presente. Raut sta a indicare la radura, laddove è stato raschiato via un bosco; e ancora, gaiga, piccola contrada di montagna, o laite, pendio. «Non sono rimaste le parole, ma è più che mai palpitante e viva l’anima antica e buona della gente che abita in queste montagne, dal fondovalle dove si trovano il capoluogo, la frazione di Posta e le località Busatti e Montepiano, e fin su, a circa 1.500 metri, sull’altopiano dei Fiorentini». Parola di don Sergio Stefani, parroco di Lastebasse, montanaro doc. Nato a Rotzo, guida la parrocchia di San Marco Evangelista dopo aver esercitato il ministero sacerdotale in varie comunità del Padovano, da ultima Grisignano di Zocco. Anche i parroci che lo hanno preceduto a Lastebasse, don Antonio Rigoni e don Angelo Zovi, erano originari dell’Altopiano. Mentre don Sergio parla della sua comunità è impossibile non sentire in sottofondo il crepitio del fuoco. «È la legna che arde nel camino, qui ci scaldiamo così. La nostra gente è buona, genuina, solidale. Pur profondamente consapevole della propria situazione di marginalità non l’ho mai sentita lasciarsi andare a lamentele. Al contrario, è fiera della propria identità. Quell’anima antica, scomparsa dalla parlata, non è mai venuta meno, invece, nel cuore. Un esempio è il “buon vicinato”, la fraternità praticata tutti i giorni bussando alla porta di una delle tante persone anziane». Don Sergio guida le parrocchie di Lastebasse, Pedescala, San Pietro Valdastico, dove risiede, e anche l’ex Curazia di Ponte Posta. Nonostante il calo demografico, la gente partecipa alla vita della parrocchia. «A Lastebasse L’ultimo battesimo è stato celebrato nel 2023, un maschietto nato due anni prima. L’ultima nata è una bambina venuta alla luce nel 2022 e battezzata lo stesso anno. C’è ancora qualche famiglia, ma i giovani se devono metter su casa si spostano dove trovano lavoro, verso Arsiero e Piovene Rocchette. Nonostante questo, celebriamo la messa sia nella chiesa di San Marco Evangelista a Lastebasse che a Ponte Posta, frazione di 35 abitanti, il cui oratorio è intitolato a più che ventenne, quando fu ucciso durante la prima guerra mondiale. Leoni è un sindaco da record. Al suo sesto mandato, il primo nel 1995 quando aveva ventisei anni e una sola interruzione nel 2004, è stato rieletto alle elezioni amministrative di giugno scorso con 84 voti, pari al 89,4 per cento delle preferenze, con un aumento del 12,8 per cento rispetto a cinque anni fa. A Lastebasse non ci sono scuole. Bambini e ragazzi vengono trasportati nel vicino Comune di Pedemonte (scuola dell’infanzia e elementari) o a Valdastico (scuole medie). «La marginalità dei luoghi, i pochi abitanti, la denatalità, il calo demografico e l’invecchiamento progressivi non hanno fermato, però, i nostri progetti per il futuro di Lastebasse – spiega Leoni – In questi anSan Prosdocimo. Le chiese si riempiono un po’ di più nei mesi estivi quando salgono i villeggianti che hanno casa in paese o i turisti si fermano per una tappa obbligata al bar lungo la provinciale». Nello spirito del Sinodo «la strada da percorrere è quella della fraternità, tra parrocchie e persone. Da anni è stata avviata una proficua e stretta collaborazione con la vicina comunità parrocchiale di Pedemonte, si va dal catechismo alla presenza del coro e dell’organista fino ai lettori e all’organista. A Lastebasse non c’è il gruppo Caritas, ma si cerca di realizzare iniziative in reciprocità e condivisione per aiutare chi è in difficoltà. A Pedemonte si recano a scuola i nostri ragazzi: tre sono i bambini che frequentano la scuola dell’infanzia e quattro quelli iscritti alle scuole elementari, sono quattro anche i ragazzi che frequentano le medie inferiori a Valdastico e otto quelli scritti alle superiori». Tra i prossimi appuntamenti la festa del patrono San Marco. «Il 25 aprile celebreremo una messa solenne con il nostro coro; e nel pomeriggio si ritroveranno gli anziani per un momento di festa». Molto sentita, la prima domenica di novembre, la sagra di Ponte Posta con piatti della tradizione.
