Chiesa | MondoAl cardinale che durante il conclave riceve i due terzi dei voti – vuol dire che lo Spirito ha soffiato su di lui – viene rivolta questa domanda: «Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?». Con il suo «sì» diventa «vescovo di Roma e vero papa»
«Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?». Questa è la domanda che il cardinale che presiede il conclave porge a chi ha appena ricevuto i due terzi dei voti del collegio cardinalizio. San Giovanni Paolo II, nella costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, esortava: «Prego colui che sarà eletto di non sottrarsi all’ufficio, cui è chiamato, per il timore del suo peso, ma di sottomettersi umilmente al disegno della volontà divina. Dio infatti, nell’imporgli l’onere, lo sostiene con la sua mano». È nel momento esatto della risposta affermativa a questa domanda che il cardinale “con i due terzi dei voti” diventa «immediatamente Vescovo della Chiesa Romana, vero Papa e Capo del Collegio Episcopale», acquisendo istantaneamente «la piena e suprema potestà sulla Chiesa universale». Nel caso – ormai del tutto teorico – l’eletto non fosse un vescovo, ma un prete o un battezzato non sposato qualsiasi (è previsto…) – l’Universi Dominici Gregis prescrive che si proceda subito all’ordinazione episcopale. La prima decisione del nuovo papa è forse la più suggestiva: la scelta del nome. Se prima il nome pontificio aveva una valenza dinastica o di particolare gratitudine verso alcuni tra i predecessori, ora è un’indicazione programmatica dettagliata che dice molto di quali saranno le priorità e le attenzioni del nuovo pontefice. Subito dopo l’accettazione e la scelta del nome, il nuovo pontefice viene accompagnato nella “Stanza delle Lacrime”, la piccola sacrestia della Cappella Sistina, dove indossa per la prima volta l’abito bianco (talare, fascia e zucchetto), preparata in anticipo in tre taglie così da “venire incontro” alla corporatura dell’eletto. Mentre il nuovo papa riceve l’omaggio del collegio dei cardinali, le campane a festa e la fumata bianca annunciano a piazza San Pietro e al mondo l’elezione del pontefice. La prima apparizione pubblica, dopo l’annuncio del cardinale protodiacono, comprende un breve discorso – tradizione iniziata con san Giovanni Paolo II nel 1978 – e la benedizione Urbi et Orbi. Per comprendere ancor meglio le “linee programmatiche” del nuovo papa vanno ascoltati con attenzione i successivi “primi” tre discorsi: l’omelia nella messa “Pro Ecclesia”, celebrata in Cappella Sistina l’indomani dalla fne del conclave; il discorso che precede il primo Angelus (o Regina Coeli) dalla finestra del quarto piano del Palazzo apostolico la prima domenica dopo l’elezione; e l’omelia nella messa solenne di inizio pontificato in piazza San Pietro, durante la quale riceverà il pallio, l’anello del pescatore e l’atto di obbedienza da parte dei cardinali. Con calma, nel mese successivo all’elezione, il papa prenderà possesso anche della sua Cattedrale romana – San Giovanni in Laterano – e riprenderà le catechesi del mercoledì mattina in piazza San Pietro.
Nelle prime ore di pontificato il nuovo papa è chiamato a ricostituire la curia romana, dato che tutti i capi delle istituzioni, i prefetti dei dicasteri e i presidenti degli organismi – salvo poche eccezioni – decadono automaticamente con la morte o le dimissioni del papa che l’ha preceduto. La teoria vuole che il papa sia libero di ripartire da zero con nuove nomine: la prassi invece – anche con papa Francesco – prevede la riconferma immediata di tutti gli uffici in vista, nei mesi successivi, di un graduale avvicendamento in linea con l’assetto che il nuovo vescovo di Roma vorrà dare alla curia. Attorno al nuovo papa si ricostituisce poi la nuova “casa pontificia”, che assiste il successore di Pietro nel suo ministero quotidiano: si tratta di un organismo ormai ben più pratico e meno cerimonioso rispetto al secolo scorso, ma ugualmente centrale. Il nuovo papa sceglierà di avere accanto i suoi segretari storici (come hanno fatto san Giovanni Paolo II o Benedetto XVI) o ripartirà da zero come papa Francesco? E soprattutto, sceglierà di tornare a occupare l’appartamento pontificio nel Palazzo apostolico, come tutti i papi dal 1870 al 2013, o resterà, come Francesco, a casa Santa Marta? Unica certezza per il nuovo papa è il calendario degli appuntamenti per il Giubileo 2025, che è proseguito anche durante la sede vacante. Il 10 e 11 maggio si svolge a Roma il Giubileo delle bande e dello spettacolo popolare, dal 12 al 14 quello delle Chiese orientali e dal 16 al 18 quello delle Confraternite. Centrale, però, dal punto di vista pastorale, il Giubileo delle famiglie, dei bambini, dei nonni e degli anziani in programma dal 30 maggio al 1° giugno e quello dei giovani dal 28 luglio al 3 agosto. Il principale dossier che impegnerà il nuovo pontefice sarà il consolidamento del Sinodo, seguendo il piano che papa Francesco ha firmato durante il ricovero al Gemelli, che culminerà nell’assemblea ecclesiale dell’ottobre 2028. Il mondo imparerà poi a conoscere il nuovo pontefice sia dalle sue parole e dagli atti ufficiali sia dai suoi gesti e dal suo stile.
Quali viaggi farà il nuovo papa? Prima del lungo ricovero di papa Francesco al Gemelli per polmonite bilaterale non erano stati ufficializzati viaggi internazionali in via definitiva, anche se nei mesi precedenti si era ventilata la possibilità di una visita il 24 maggio in Turchia, con il patriarca Bartolomeo, per i 1700 anni del Concilio di Nicea. Nulla esclude che questo possa essere il primo viaggio papale del successore di Pietro.
Il numero della Difesa che avete in mano è andato in stampa, come da consueta programmazione, martedì scorso… cioè il giorno prima dell’inizio del conclave. Quindi, non trovate scritto in nessuna pagina il nome del nuovo papa. Se, come dicono le statistiche, il conclave si “risolve” più o meno in tre giorni (ci auguriamo tutti che non duri, come nel caso di Gregorio X, due anni e nove mesi: dal 29 novembre 1268 al 1° settembre 1271), vuol dire che – potenzialmente – domenica 11 maggio, la data di questo numero del giornale, possiamo conoscere chi guiderà la Chiesa come Sommo pontefice. Seguiteci sul nostro sito – difesapopolo.it – e sui nostri social per ogni aggiornamento. Poi… non fatevi scappare la Difesa del 18 maggio (salvo “sorprese” sulla tempistica delle votazioni del conclave), dove dedicheremo numerose pagine al successore di Pietro.
Andrea Canton
