Idee | Pensiero LiberoDirettore, con la recente scomparsa di mia sorella Maria Vittoria sono persuaso dell’urgenza di riuscire – davvero e fino in fondo – ad avviare un pubblico confronto di esperienze, riflessioni, scelte intorno al sottile e delicato confine fra il “vivere già come morti” e il “morire da vivi”.
La Difesa del popolo potrebbe rappresentare il luogo più adatto e amorevole per lasciar incontrare senza pregiudizi chiunque, finalmente, voglia esprimersi al di là della sfera privata. Colgo l’occasione per manifestare gratitudine e rispetto nei confronti del personale del servizio di Cure Palliative dell’Ulss 6 Euganea e dell’hospice Il Melograno di Camposampiero.
Ernesto Milanesi Padova
Ernesto, permettimi anzitutto di rinnovarti la vicinanza mia, della redazione e di tutto il personale della Difesa in questi giorni complicati, segnati dal dolore del vuoto e della perdita. In tutti questi anni, non sei mai stato solo una firma nelle nostre pagine, oltre a un rapporto di lavoro, tra noi c’è una relazione, e per questo sono grato personalmente a te e a tutti i colleghi. Ti ringrazio di cuore anche per la lettera con cui ci metti a parte della tua iniziativa e apro volentieri le pagine del nostro settimanale a chiunque voglia condividere un’esperienza, raccontare la propria vicenda, anche solo offrire un punto di vista. Come giornale abbiamo affrontato più volte questa tematica assai delicata, quotidiana per molti di noi, anche se “nascosta”, poco frequentata dai media. Il Parlamento da anni è inerme su questo ambito, mentre vigono le prescrizioni della sentenza 242/2019 della Corte costituzionale e nel Paese le cure palliative funzionano a macchia di leopardo. Su tutto questo un luogo di confronto tra di noi è sempre mancato, volentieri creiamolo nel nostro giornale
