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Rubriche | Tutto il resto è musica

sabato 12 Luglio 2025

Il potere dei tormentoni estivi

Liana Benvegnù

L’estate è un periodo che si tinge di note solari e spensierate, e con essa arrivano i tormentoni che, stagione dopo stagione, entrano nel cuore della gente e segnano ricordi indelebili. È il periodo dell’anno del sole, della leggerezza, di ricordi che si imprimono nella memoria soprattutto grazie a canzoni che diventano veri e propri simboli di una stagione. Non esiste una definizione precisa di “tormentone estivo”, ma tutti riconosciamo quella scintilla che lo rende irresistibile: un ritornello orecchiabile, un testo semplice e una melodia che resta in testa dopo il primo ascolto. È la colonna sonora di grest, campiscuola, ma anche di giornate al mare, serate con gli amici, falò in spiaggia e passeggiate sotto le stelle. In Italia, i tormentoni estivi hanno una lunga tradizione. Alcuni sono entrati nel cuore di più generazioni: da Azzurro di Adriano Celentano a Sotto questo sole di Luca Carboni e i Ladri di Biciclette, da Un’estate italiana di Gianna Nannini ed Edoardo Bennato, inno dei Mondiali del Novanta, fino a Ti porto via con me di Jovanotti e Baila di Zucchero. Ogni epoca ha avuto le sue hit, capaci di unire le persone e accompagnare i momenti più spensierati. Negli ultimi anni, però, il panorama dei tormentoni è cambiato. La musica estiva si è aperta a nuove influenze, fondendo pop, trap, dance e reggaeton. Le sonorità si sono fatte più internazionali, i ritmi più incalzanti, e le piattaforme digitali hanno rivoluzionato la diffusione dei brani. TikTok, Instagram e YouTube oggi determinano il successo di molte hit: bastano pochi secondi e una coreografia azzeccata perché una canzone diventi virale in tutto il mondo. Un esempio lampante è Savage Love di Jawsh 685 e Jason Derulo, diventata un fenomeno globale proprio grazie a TikTok. Molti artisti, oggi, pensano già a come le loro canzoni potranno di ventare virali sui social ancora prima di lanciarle. Il concetto di “tormentone estivo” ha origini più lontane di quanto si possa pensare. Uno dei brani che meglio lo rappresenta è Surfin’ Usa dei Beach Boys, pubblicato nel 1963. Simbolo della cultura californiana, il brano è riuscito a incarnare perfettamente lo spirito del surf e della giovinezza libera e spensierata, eppure fu scritto da Brian Wilson, che non solo non sapeva surfare, ma nemmeno nuotare! Nonostante ciò, la canzone è diventata l’inno di un’estate eterna.

Proprio in questi giorni, il mondo della musica dà l’addio a Brian Wilson: il fondatore e cuore creativo dei Beach Boys ci ha lasciati l’11 giugno. Con lui se ne va una mente capace di evocare immagini vivide e profonde, anche senza averle vissute in prima persona, un raro esempio di genialità artistica. Wilson non si limitava a scrivere canzoni pop: trasformava emozioni e malinconie in suoni, portando lo studio di registrazione a nuove vette espressive. Alla fine, che si tratti di un brano degli anni Sessanta o di una hit moderna, i tormentoni estivi continuano ad avere una funzione semplice ma preziosa: farci sentire vivi, alleggerire le giornate e regalarci una pausa dai pensieri. Anche quest’estate, con la giusta melodia, possiamo lasciarci trasportare dalle onde musicali giuste. Anche senza sapere surfare!

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