Fatti
«Stiamo trasformando una vecchia caserma abbandonata in un grande parco pubblico. Un messaggio di pace che rappresenta anche un progetto di riqualificazione urbana». Così il vicesindaco di Padova Andrea Micalizzi, sintetizza l’intervento intitolato “Parco delle mura di san Benedetto”, destinato, nell’area dell’ex caserma dedicata al partigiano cattolico Giacomo Prandina, alla realizzazione, in corso Milano di un parco di 50 mila metri quadrati.
«Stiamo procedendo con il progetto esecutivo – anticipa Micalizzi – Entro l’anno vorremmo andare in gara con i lavori. Nel frattempo, prima della pausa estiva, sono già stati demoliti quattro immobili abbandonati da anni. A settembre procederemo con gli altri. Nel momento in cui abbiamo presentato il percorso di riqualificazione dell’area, la Soprintendenza ci ha obbligato a seguire un masterplan, concordato con il Comune, che prevede l’eliminazione di tutti gli edifici della caserma, tranne tre immobili, che la Soprintendenza stessa ha vincolato e che verranno rimessi a nuovo».
Uno sarà adibito a spazio associativo: oltre mille metri quadrati di casa di quartiere, destinata alle associazioni e alle attività dei cittadini. Un altro diventerà un bar; il terzo edificio sarà uno spazio espositivo. L’impegno è a tutelare la denominazione “Prandina”.
La demolizione degli edifici militari “incongrui” è iniziata, a fine luglio, dalla sala Cavalleggeri: l’ultimo baluardo dell’antico fronte nord della caserma di artiglieria costruita nel 1888. L’immobile era già stato ridotto alla fine degli anni Cinquanta per far posto all’ultimo tratto di corso Milano. «In base alle indicazioni della Soprintendenza eravamo pertanto tenuti – sottolinea il vicesindaco – a eliminare la sala Cavalleggeri». Dopo le demolizioni, il Comune procederà con le bonifiche: «Trattandosi di un’ex caserma abbandonata, è un’area piena di piazze d’armi, superfici pavimentate, amianto, rifiuti di ogni genere».
In ordine all’abbattimento della sala Cavalleggeri non sono mancate le voci dissenzienti. A cominciare da quella di “Orizzonti-Futuro insieme”, l’associazione di cui è portavoce l’ex-assessore Marco Carrai. «A nostro avviso – punta il dito Alessandro Dianin, esponente del gruppo giovani di Orizzonti – l’abbattimento della sala Cavalleggeri è stato un errore. Quello spazio era un simbolo per la città sia dal punto di vista storico che sotto il profilo civico. Non era solo un edificio, ma un luogo concreto in cui realizzare iniziative e incontri. Innumerevoli associazioni, e la stessa Consulta di quartiere, vi facevano riferimento».
Circa 350 cittadini avevano infatti sottoscritto, tra giugno e luglio, una petizione che chiedeva di non demolire questo stabile. Tra i firmatari, che lo ritenevano «uno spazio centrale, senza alternative, utilizzato da varie associazioni» (cori amatoriali, gruppi di yoga, corsi di lingue e doposcuola), anche l’ex presidente dell’Ordine degli architetti, oltre ai professionisti Luisa Calimani, Vittorio Spigai, Sergio Ventura e i medici Roberto Marinello, Patrizia Longo e Giuliano Fabbris.
Alla carenza di spazi di aggregazione si aggiunge anche l’aumento dei costi di affitto per gli spazi comunali, che è stato deciso dalla giunta municipale nel 2024. «In un momento in cui c’è bisogno di rilanciare la partecipazione dal basso – sottolinea Dianin – questa scelta va nella direzione opposta. Ecco allora che ci permettiamo di fare all’assessora Francesca Benciolini una proposta semplice e praticabile: adesso che gli spazi si riducono significativamente, l’amministrazione tagli i costi di affitto del 20 per cento per tutte le associazioni e del 30 per cento per quelle giovanili, semplificando le procedure burocratiche per l’accesso. Non dovrà esserci nessun trattamento di favore per chi è vicino all’amministrazione, così non dovrà ci essere ostacolo per chi lavora in modo indipendente. Servono regole chiare e valide per tutti. Ci auguriamo che nelle prossime settimane la proposta venga presa in considerazione».
Nell’area ex Prandina, acquisita definitivamente dal Comune di Padova nel luglio 2021, in cambio dell’area di via Anelli, da adibire a nuova Questura, è prevista anche la realizzazione di un parcheggio di 250 posti auto, su una superficie di 8.856 metri quadrati. Proprio il “no” alla frammentazione dell’area in parco e parcheggio era stata l’oggetto di un appello lanciato a maggio da otto associazioni. In pratica le associazioni facevano riferimento alla legge 542 del lontano 10 luglio 1971, che ha autorizzato la vendita della Caserma Prandina (49 mila metri quadrati) al prezzo di 760 milioni di lire, corrisposto in tre rate annuali di pari importo, con l’obbligo di destinare l’area a
parco pubblico.