Non sono lontane dalla memoria le parole profetiche di papa Francesco, quando aveva il coraggio di denunciare la “terza guerra mondiale a pezzi”. Ricordo il ghigno di una certa parte di opinione pubblica, compresi alcuni preti, che trovava queste parole “deliranti”. Gli stessi che sorridevano quando lo stesso papa faceva sapere al mondo il suo contatto quotidiano con la parrocchia di Gaza, padre Gabriel Romanelli, che è continuato fino a pochi giorni dalla sua morte.
Facile ricordarlo, perché era pochi mesi fa. Oggi, che il discutibile presidente d’Oltreoceano, il presidente Mattarella e l’Onu parlano apertamente di “terza guerra mondiale” alle porte, nessuno ridacchia più! Cambiamento di clima o di paradigma? Beh, i fatti ce lo dimostrano. Al punto che dopo la morte di papa Francesco e l’interruzione mediatica delle sue quotidiane conversazioni con Gaza, la vigliaccheria israeliana si è avventata come un vampiro anche sulla piccola parrocchia cattolica di padre Romanelli. Guardatevi i filmati quotidiani che la parrocchia di Gaza pubblica in Facebook per farvi un’idea dell’orrore che vivono in chiesa, mentre pregano. Cosa ne sarà di loro è facile immaginarlo!
I profeti – sappiamo – non vengono mai creduti. Derisi sì! Oggi che tutto quello prospettato da Francesco è sotto i nostri occhi, nessuno che derida quei folli che ci stanno spingendo nel baratro. Tutti però sono famelicamente a caccia di simboli, come è tipico fare quando si è alle porte o già dentro un conflitto mondiale. Anche la morte violenta dell’ultraconservatore americano Charlie Kirk è diventata “oggetto” del male. E anche coloro, che neppure sapevano chi fosse Kirk, hanno agguantato questo “predicatore del web” trasformandolo in icona mediatica ai più sconosciuta. Anche questi sono i “segni dei tempi”, di questa tragedia umana annunciata.