Non ci accorgiamo dei poveri. Li immaginiamo nelle vesti dei clochard sotto i ponti, di quelle persone che sicuramente sono povere. Ma non ci accorgiamo dei milioni di poveri che vivono la quotidianità a fianco di noi, che non lo siamo.
L’anziano al supermercato con il carrello della spesa fatto di pochi prodotti, i meno cari sugli scaffali; la signora straniera sull’autobus che sta andando a prestare servizio in un palazzo di un quartiere-bene; il giovane che si arrabatta con lavori e lavoretti in una grande città. Tutte persone – e in Italia sono 5,7 milioni di persone, quasi uno su dieci – che faticano a far fronte alla “spesa essenziale per evitare gravi forme di esclusione sociale” (burocratica formula per definire la povertà assoluta). Poi ci sono 9 milioni di residenti in Italia che riescono a soddisfare i bisogni di base. Ma non di più.
Sembrano invisibili. Invece stanno nel nostro pianerottolo del condominio, con una pensione “da fame”: quasi 4,8 milioni di italiani percepiscono un’indennità che non supera i mille euro mensili. Non sono certo tutti poveri, ovviamente dipende dalle condizioni familiari, patrimoniali e quant’altro di ciascuno. Ma se c’è la sola pensione, con meno di mille euro si fa fatica a campare ovunque; fatica che diventa improba in una medio-grande città.
E poi ci sono gli stranieri. Non molti fanno i grandi manager in un’azienda affermata. Spesso (e stiamo parlando di quasi due milioni di individui) lavorano – se lavorano – nei posti più umili e meno redditizi: colf, lavapiatti, trasportatori, manovali. Redditi bassi, spesso peggiorati dalla presenza di uno o più figli.
Già, i figli. In un Paese che penalizza chi ne fa molti, le famiglie di questo tipo sono quelle più a rischio di povertà. Ovviamente parliamo di quelle monoreddito o comunque con entrate che non consentono nemmeno una pizza in pizzeria una volta all’anno.
Ebbene: l’Istat ci dice che il numero dei poveri (assoluti e relativi) nel 2024 è stato sostanzialmente uguale all’anno precedente. Buona notizia? No. È vero che non sono aumentati, ma è anche vero che non sono diminuiti. E che quindi tutti gli sforzi – se ci sono stati – per combattere la povertà non hanno prodotto granché. O hanno solo arginato il continuo impoverimento della società italiana. C’è chi è uscito dalla condizione di povertà, c’è ci vi è entrato e il numero si pareggia.
Anche facendo la tara dei finti poveri – quelli cioè che lo sono solo per il Fisco – rimangono milioni di italiani in difficoltà. Che al giro delle isole Maldive preferiscono il giro delle isole pedonali: le uniche che si possono permettere.