Idee
Come ripetiamo da alcuni anni, la “manovra autunnale” (leggasi: legge di bilancio) è ormai una complessa operazione di ricerca – e poi di distribuzione – delle… briciole. Quella di quest’anno è stata valutata meno di 19 miliardi di euro: una frazione di quanto lo Stato incassi e, soprattutto, spenda.
Vuol dire che – per un’articolata serie di ragioni – ogni governo (ogni fazione politica che si trova al governo) ha il budget praticamente già tutto impegnato e si trova a gestire appunto le briciole.
Non è detto che sia per forza così. È che i ribaltoni, le mega-riforme, insomma l’uso della scure nel bilancio dello Stato non si confà all’Italia, agli italiani, a chi ci governa. Meglio pertanto cercare di soddisfare un po’ tutti, e non scontentare troppo nessuno.
È un po’ questa la ragione per cui, poi, gli stanziamenti a favore delle famiglie – delle famiglie con figli – sono sempre poca cosa. Per cambiare un trend che sta portando la demografia italiana al record negativo mondiale, ci vogliono un sacco di miliardi. Già per l’assegno unico ideato da Mario Draghi e mantenuto da Giorgia Meloni, servono ogni anno 20 miliardi. E non risulta né che sia particolarmente avvertito, né che sia particolarmente efficace.
Quindi si agisce sulle quisquilie. L’aumento dei congedi parentali fino ai 14 anni del figlio; fino a 10 giorni di astensione lavorativa per la malattia dello stesso; un aiutino economico a genitori separati o divorziati che abbiamo perso l’abitazione; 20 euro in più di bonus alle mamme lavoratrici (con almeno due figli e altre limitazioni). E poi qualche ritocco al calcolo dell’Isee; due soldini agli studenti nell’anno post diploma per acquistare libri e cultura; il mantenimento delle misure economiche di lotta alla povertà.
Mettiamoci dentro pure il resto: un piccolo taglio dell’Irpef per i lavoratori (aliquota dal 35 al 33%): significa da 4,5 a 44 euro in più al mese in busta paga per chi ha redditi da 28 a 50mila euro annui; un po’ di soldi in più per medici e infermieri; meno tasse sugli elementi accessori della retribuzione (premi produttività, straordinari, buoni pasto, ecc…) e qualche altra briciola che, messe assieme, fanno un piccolo panino per molte famiglie. Meglio di niente, poco in tutto se si pensa che fare più figli è la principale causa di impoverimento in Italia.
Stride infine la colossale differenza tra la spesa pensionistica e quella di sostegno alla natalità. Questo comporta due record mondiali: siamo tra i popoli più longevi al mondo, molto bene. Ma siamo anche tra i popoli più sterili al mondo. La fiducia a questo punto si riversa tutta sull’invenzione di una macchina che sforni bebè.