Idee
La famiglia è una parola ricorrente nell’agenda politica, soprattutto durante le campagne elettorali. Eppure per più di qualcuno non è sufficientemente valorizzata, al di là di tante promesse e impegni dichiarati, come pure di politiche troppo discontinue. Questo perché, secondo il presidente del Forum nazionale delle Associazioni Familiari, Adriano Bordignon, non si è ancora affrontata la questione secondo i giusti parametri: considerare la famiglia come un organismo sociale di base e non come un mero aggregato di individui, a prescindere dall’etnia, dall’orientamento religioso e sessuale. Lo spiega con i dovuti particolari nel libro Rivoluzione famiglia. Un ecosistema per il futuro.
«Il tema famiglia è stato spesso trattato in maniera sbagliata, con un approccio ideologico e polarizzato tra visione opposte della società e del mondo. Oppure, è stato considerato solo nell’ottica di interventi tesi all’assistenzialismo, nei casi di povertà economica e relazionale, di violenza, che ovviamente ci sono e vanno affrontati. Ma vederlo come un organismo che interagisce con l’ecosistema sociale, cioè in forma sistemica, cambia l’intero quadro. Innanzitutto, perché cambiano i parametri di partenza: si valuta l’aspetto educativo che possono garantire i singoli membri, come pure quello della solidarietà intergenerazionale tra giovani, adulti e anziani. In questa prospettiva, nasce un orizzonte strategico nuovo. Così si inizia a gestire in forma diversa certi fenomeni in atto da tempo: da una parte del calo di natalità e dall’altra dell’aumento contestuale della popolazione anziana, dovuto quest’ultimo – e per fortuna – anche al miglioramento generale delle condizioni di vita, che però hanno implicazioni a livello di pensione soprattutto per la cifra disponibile e l’età di pensionamento».
In altre parole, non soltanto supporti monetari una tantum, ma un vero e proprio investimento sulla famiglia come unità organica: «C’è l’assegno unico familiare, misura che spero venga estesa in futuro fino ai 25 anni di età, attualmente sotto esame della Corte di giustizia europea. Ma una visione organica della famiglia porta a muoversi contestualmente sugli ambiti dei giovani e delle donne, con politiche fiscali ad hoc soprattutto per favorire l’occupazione. Penso alle nuove generazioni che sono costrette a emigrare dalle aree più periferiche, nel Sud Italia e non solo, e svuotano così interi paesi e cittadine dell’entroterra. O alle tante lavoratrici, spesso impiegate nel terziario in forma precaria, che quando c’è da assistere qualcuno in casa sono le prime a dover lasciare il lavoro perché portano a casa meno soldi. Insomma, servono tanti cambiamenti strutturali da attuare in forma coordinata tra il sistema produttivo, il Terzo settore e tutto ciò che riguarda la natalità. Come concretizzarli? Con una nuova serie di incentivi alle imprese che assumono, con un’imposizione fiscale non più solo su base individuale. Con l’offerta di servizi come asili nido, frutto di politiche esplicite».
Cambiamenti, questi, che la famiglia presa in forma di organismo sociale, vivo e interconnesso in un ecosistema molto più complesso di relazioni, riuscirebbe a garantire. Occorre, scrive Bordignon nel volume, «indossare veramente gli occhiali della famiglia. E, una volta costruita la famiglia, passare attraverso elementi di stabilità come la fiducia, il dono, la reciprocità e la ricerca di unità. La fiducia dipende molto dallo stile di attaccamento sviluppato: ci condiziona, ma non ci determina».
Sempre nel libro, Bordignon usa molte metafore per veicolare i concetti che gli stanno a cuore. Quella di terreno per rappresentare la famiglia che sostiene e rigenera, ben diversa quindi da un “muro del pianto”, un luogo di preoccupazioni e di problemi – bensì una fonte di risorse per tutti. Poi c’è la metafora dell’acqua per le relazioni, perché pur essendo sempre più liquide – con chiari riferimenti al sociologo Zygmunt Bauman – restano fondamentali per la nostra vita. Quindi quella del vento come portatore di speranza.
Nella stessa pubblicazione passa pure alle richieste concrete: i sussidi per l’affitto; i programmi di edilizia sociale, con la costruzione di alloggi ad affitto agevolato; la rigenerazione urbana, tra il rinnovo delle aree dismesse attraverso incentivi a privati e imprese per la ristrutturazione, nonché gli sconti ai proprietari; le iniziative di educazione finanziaria, attraverso consulenze personalizzate; la mobilità sostenibile, mediante trasporti pubblici efficienti. Compare una vera e propria costituente per la scuola, altra istituzione messa sempre più in discussione. E, a seguire, il potenziamento dei congedi parentali; la riforma dell’Isee per determinare il sostegno al reddito; il legame a doppio filo con il territorio in cui si vive; la spinta all’associazionismo interfamiliare per evitare che gli stessi nuclei familiari si isolino.

La famiglia è per antonomasia il luogo della cura, della generatività, dell’amore: ma di quali elementi ha bisogno per essere sé stessa e costituire una risorsa per il Paese? In Rivoluzione famiglia. Un ecosistema per il futuro (Edizioni Francescane Italiane, giugno 2025, 135 pagine), l’autore Adriano Bordignon, attraverso le metafore del suolo, dell’acqua, della luce, del clima, dell’aria, dei nutrienti, dell’ambiente, delinea la famiglia come generatrice di capitale relazionale, produttrice di ricchezza e di servizi e promotrice di innovazione delle politiche familiari tracciando un percorso di rivalutazione della famiglia come soggetto sociale fondamento anche della collettività.