Mentre la campagna elettorale tace, l’Italia continua a divorare se stessa: due metri quadrati di suolo persi ogni secondo, nove miliardi di danni l’anno e un futuro sempre più fragile sotto il cemento
Ditemi se questo è un tema da campagna elettorale regionale!? Nessuno ne vuol parlare, perché non conviene a nessuno parlarne, visti gli interessi e i voti che questo intercetta. è il consumo del territorio, meglio conosciuto come cementificazione selvaggia. Il “consumo del suolo fertile” che i politici di ultima generazione ci hanno propinato, oltre che una bufala sociale, è un insulto all’intelligenza nazionale (ammesso che esista, se poi gli stessi politici li rivotiamo). Lo dimostrano i report: la fame di terreno, oltre che non essersi stoppata è addirittura raddoppiata. è l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), organo supremo nazionale, a dimostrare come il trend nazionale sia in costante crescita. I dati drammatici ci vedono ai vertici della classifiche europee: «Ogni secondo in Italia scompaiono due metri quadrati di terreno a causa del consumo di suolo. Un valore in crescita del 15 per cento rispetto al 2023. Nel 2024 il consumo di suolo è aumentato di più di 80 chilometri quadrati, di cui 13 nelle aree a media pericolosità idraulica». «I danni economici derivanti dalla perdita di servizi ecosistemici a causa del consumo di suolo – conclude l’Ispra – sono di 9,6 miliardi di euro, mezzo miliardo in più rispetto all’anno precedente». Tra le prime regioni italiane che detengono il triste primato, ci sono le due sorelle: Lombardia e Veneto, dove le province con la maggiore presenza di cemento sono Padova, Treviso, Verona e Vicenza. Un quadrilatero che basta vederlo per capire che qui crescono più case e capannoni che alberi. Per i più è tutto normale! La differenza la potrebbe fare come sempre la coscienza civica degli elettori chiamati al voto, che invece si sono arresi al fatto che più consumiamo, più manteniamo la nostra infelicità e vulnerabilità. Su questo il territorio non ci perdonerà: alla prossima tornata elettorale quindi, che ci assicurerà le calamità ambientale che ci meritiamo!