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L'Aclista padovano | L'Aclista padovano #02 2025

giovedì 20 Novembre 2025

2010, la grande alluvione del Bacchiglione

Quindici anni dopo l’alluvione, la notte tra l’1 e il 2 novembre resta una ferita viva: memoria, fragilità e responsabilità che ancora chiedono risposte
Enrico Rinuncini

15 anni ed è tutto così chiaro… ogni minuto, ogni cosa, ogni volto ritornano alla mente così nitidamente, quasi come fosse successo qualche giorno fa.
Come ogni anno anche quest’anno nella notte tra il 1° e il 2 novembre torno a Roncajette e tutto è così uguale eppure tutto così diverso. Ripercorro lentamente lo stesso itinerario di 15 anni fa, il ponte con l’idrometro artigianale composto da una bottiglietta d’acqua legata con uno spago e appesa al ponte che se oscilla comunica che l’acqua sta crescendo, il luccichio della luna sull’acqua nei campi, i volti, le case, le bestie, la signora incinta, i carabinieri, il parroco, le campane “elettriche” che senza corda, con il black-out, non possono dare l’allarme, il buio, i lampeggianti, le sirene. Le notizie in quelle ore di un Veneto sott’acqua: Vicenza, Caldogno, Ponte San Nicolò, Casalserugo, Bovolenta, Veggiano, Saletto, Soave, Monteforte d’Alpone… La situazione è davvero grave… non eravamo pronti… anni di mancate manutenzioni, anni di mancata progettazione di opere idrauliche utili a una situazione nuova con piogge intense in poco tempo. Il prof D’Alpaos che ci dice che era tutto previsto, che il 1966 era stato un campanello d’allarme e le simulazioni scientifiche post 1966 erano perfette anche per l’esondazione del Bacchiglione purtroppo. In questi 15 anni sono state realizzate importanti opere idrauliche, bacini di laminazione, piani delle acque comunali, investimenti dei consorzi. La lezione in parte è servita, ma non del tutto. Per dire che l’abbiamo imparata serve ancora che la Regione si impegni per la realizzazione del canale scolmatore Padova-mare, che i Consorzi di Bonifica continuino nell’opera di manutenzione e che i cittadini aumentino la loro partecipazione alle consultazioni elettorali per eleggere i propri rappresentanti (oggi solo il 4 per cento degli aventi diritto vota), che ci sia una nuova cultura agricola che torni alla manutenzione degli scoli privati che sono alla base della rete idraulica nei momenti critici. Solo così potremmo dire di aver imparato la lezione, e così rimarrà solo il pensiero dell’aiuto ricevuto, della solidarietà, delle telefonate, delle luci del municipio accese, del tè caldo, del conforto. Di 15 anni così distanti ma così vicini nel ricordo di chi c’era, di chi non c’è più e di chi ancora vive la notte tra l’1 e il 2 novembre come una notte diversa da tutte le altre…

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