Fatti
Alberi come patrimonio di tutti. Anche delle città, oltre che delle campagne. E, alberi che costituiscono parte integrante non solo del contesto ambientale ma anche del tessuto produttivo del territorio e dell’agricoltura in particolare. Alberi che, nonostante tutto, soffrono di un’attenzione che non è pari alla loro importanza. E che sono troppo pochi rispetto alle necessità, ambientali in senso lato ma anche produttive e di equilibrio del territorio. Sono alcune delle considerazioni proposte dalla Giornata nazionale degli alberi appena passata (viene celebrata ogni anno il 21 di novembre), che ha il merito di ricordare la preziosità di queste piante ma che soprattutto deve essere di monito per tutti noi. E non solo per un giorno.
Alberi, quindi, e cioè boschi e foreste, ma anche parchi urbani: tutti accomunati dalla necessità di una buona valorizzazione e di un buon mantenimento. Anche per i loro aspetti produttivi. Ma, è stato fatto notare dai coltivatori diretti, in Italia le aree verdi urbane rappresentano solo il 2,9% dei territori comunali e i parchi e giardini con aree gioco una porzione ancora più piccola. Eppure – come ha sottolineato Confagricoltura in una nota proprio in occasione della Giornata – con i suoi boschi, l’Italia rappresenta il 5% dell’intera superficie forestale europea. Sono 12 milioni gli ettari occupati da zone boschive, pari al 34,7% del territorio nazionale;117 le specie autoctone e 12 miliardi gli alberi presenti, pari a circa a 200 piante per cittadino. Le percentuali maggiori si registrano in Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Umbria, Abruzzo, Calabria e Sardegna. Numeri importanti, che nascondono tuttavia la necessità di fare miglior gestione di questo patrimonio.
Il tema della gestione forestale è però più che notevole almeno per due aspetti. Prima di tutto l’ambiente. Coldiretti ha fatto notare che secondo recenti studi i benefici di alberi e aree verdi sulla salute degli adulti e sulla crescita dei bambini sono importanti: aiutano lo sviluppo cerebrale, migliorando le funzioni cognitive, oltre a fornire importanti occasioni esperienziali, migliorando creatività, il senso di equilibrio, memoria di lavoro, mantenimento delle informazioni e la capacità di elaborazione. Ancora secondo Coldiretti, un albero adulto è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili mentre un ettaro di piante è in grado di aspirare dall’ambiente ben 20mila chili di anidride carbonica (CO2) all’anno.
Ma anche l’aspetto economico e produttivo è altrettanto importante. In Italia, stando a Confagricoltura, sarebbero 10mila le aziende forestali e oltre 100.000 addetti che vi lavorano. Ma anche se nel nostro Paese le zone boschive coprono il 34,7% della superficie, queste riescono a soddisfare solo il 20% della domanda di prodotti legnosi. Troppo poco. Senza dire, poi, degli effetti che una non accorta gestione forestale può determinare sul territorio e sul resto delle coltivazioni agricole.
Ma quindi che fare? Gli imprenditori agricoli chiedono “un fondo da 50 milioni di euro per la meccanizzazione che incentiverebbe la gestione sostenibile delle foreste e incentiverebbe la produttività interna. Ma anche la logistica e la viabilità hanno bisogno di contributi per garantire anche la sicurezza degli operatori”. Senza dire della cosiddetta “filiera energetica del legno” che proprio dalle foreste ben gestite potrebbe avere un grande beneficio. Cambio di passo, dunque. Un’accelerazione verso la gestione più efficace e produttiva di un patrimonio che significa molto, che viene chiesta anche da Coldiretti per quanto concerne il verde urbano oltre che quello rurale e montano. Insomma, anche per gli alberi come per le campagne c’è ancora molto da fare.