Fatti
Da ragazzina, quando con gli scout abbiamo parlato di servizio, ci siamo detti qualcosa che ha determinato il mio intendere il volontariato di lì in avanti: il servizio ben fatto è svolto con competenza. Per aiutare gli altri ci vuole certo buona volontà, ma non basta: il bene va desiderato, va sognato, ma poi va ragionato sintonizzandosi su un territorio che è già in movimento, che va progettato e del quale ascoltare attentamente i bisogni.
Questo lo spirito che ho ritrovato nell’ottantina di volontari e volontarie di Organizzazioni di volontariato e Associazioni di promozione sociale delle province di Padova e Rovigo che si sono messi in gioco per la seconda edizione di “Progettare(il)Bene”, percorso frontale-laboratoriale di co-progettazione organizzato dal Csv di Padova e Rovigo in collaborazione con Fondazione Cariparo, articolato in tre giornate ripetute tra ottobre e novembre in quattro sedi: l’auditorium Giovanni Paolo II di Piove di Sacco, Il Centro civico Presca di Selvazzano Dentro, la sede di Rovigo del Csv e la Casa delle associazioni di Adria.
Il percorso si è aperto con un approfondimento curato dall’area Progettazione del Csv sulle numerose pagine e allegati costituenti l’articolato avviso di finanziamento pubblico dedicato a Odv, Aps e Fondazioni del Terzo settore emanato ogni anno dalla Regione, che per il 2025 è uscito, tra la trepidazione generale, proprio nei giorni degli appuntamenti formativi. Le persone partecipanti, che attraverso questa iniziativa avevano l’occasione di delineare una proposta concreta rilevante per il bando e, perché no, provare a presentarla entro la scadenza del 1° dicembre, si sono subito messe all’opera, suddividendosi tra un totale di 20 tavoli tematici, intorno ai quali le forze di associazioni diverse si sono unite per un obiettivo comune: una strategia, anzi tre, per rispondere su più fronti alle fragilità del nostro tempo, all’insegna dell’Agenda 2030 e dell’agognato “impatto”, intessendo le proprie specificità e competenze come in una rete di sicurezza.
Nella sede di Piove di Sacco, Giuseppina Molena si è detta contenta di essere il capo di uno dei fili che componevano questa rete. Presidente dell’associazione Alzheimer del paese e partecipante al tavolo Povertà educative e comunità educanti, ha affermato: «È bello fare rete, perché permette di incrociare i bisogni, visto che tutti prima o poi ne abbiamo. Tutti possiamo dare un aiuto concreto». Ha proseguito poi a raccontare, entusiasta, di come attraverso la Rete utenti…per caso, alcune carrozzine per loro non più necessarie siano arrivate fino a Camposampiero.
I gruppi erano condotti da un team esperto di facilitazione e formazione che, attraverso la metodologia Gopp (Goal Oriented Project Planning), approccio partecipativo europeo orientato a definire in modo chiaro obiettivi, risultati e attività di un progetto, ha fornito strumenti di lavoro utili a organizzare le numerose idee in circolo, e a fissarle sulle schermate Google Drive. Rispetto all’anno precedente, in cui l’altro metodo di co-progettazione partecipata propostosi era appoggiato a dei cartelloni, questa novità smart ha snellito il materiale e ha favorito la creazione di uno spazio sicuro in cui sperimentare con strumenti digitali ormai imprescindibili, come le consolidate videochiamate, o la nuova protagonista l’Intelligenza artificiale. Orizzonti nuovi, strategie e strumenti per fare associazionismo talvolta inesplorati ma che, con la giusta guida, possono essere un aiuto chiave.
«Siamo qui per formarci», ha detto dal tavolo Gestione idrica e valorizzazione del territorio di Piove di Sacco Marisa Pistore, socia di Brenta Sicuro, associazione che si occupa di tutela ambientale e animale. «Vogliamo scoprire qualcosa di più rispetto a pianificazione, bandi e proposte. Vogliamo cogliere appieno tutte le occasioni che abbiamo a nostra disposizione, come quelle offerte dal Csv, realtà che stiamo conoscendo e che si sta rivelando molto utile.» Le ha fatto eco la compagna di gruppo Gigliola Dalla Libera, direttrice e responsabile di comunicazione e progettazione dell’associazione di tutela e sensibilizzazione ambientale Wigwam, anche lei curiosa di imparare tecniche e scoprire storie. «Vogliamo acquisire un modo più efficace di lavorare. Questa opportunità di formazione è importante per fare un salto di qualità indispensabile alla sopravvivenza e al ricambio generazionale».
È proprio attraverso il racconto di esperienze e tentativi interni ed esterni al proprio ente che Luca Griggio, presidente dell’associazione diabetici della provincia di Padova, e Loredana Borgato, presidente dell’associazione impegnata nella prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare Ali di Vita, si sono incontrati al tavolo Salute, benessere e stili di vita di Selvazzano. «Lavorare con gli altri dà tanto, dà una visione più aperta sulle problematiche, perché il mondo del volontariato, avendo a che fare con molti aspetti sociali, svela criticità e opportunità», ha spiegato Griggio. «Ho capito che certe fatiche sono condivise anche da chi si interfaccia con problematiche diverse», ha aggiunto Borgato, «le patologie di cui si occupano le nostre associazioni in certi punti della vita si possono incontrare, perché un’alimentazione fragile può causare problemi metabolici». Ecco che, dal solo aprire gli occhi su ciò che accomuna, nasce un’alleanza inaspettata.
A Piove di Sacco, anche il tavolo Marginalità e inclusione sociale è entusiasta di queste alleanze, che permettono di fare fronte alle necessità del territorio con una responsabilità condivisa e co-costruita. «È prezioso incontrare altre realtà, l’esperienza altrui è utile per imparare nuove pratiche. Abbiamo conosciuto associazioni che hanno la nostra stessa utenza, ma rispetto a cui facciamo altre attività e con le quali difficilmente abbiamo occasioni di incontro», ha detto Roberta Zancato, referente di progettazione per le Acli Provinciali di Padova. D’accordo la compagna di gruppo Giulia Bianchini, rappresentante per la prima volta a Progettare(il)Bene di Tangram , associazione che si occupa di immigrazione e accoglienza. «Ho esperienza come progettista e credo che si debba sempre fare co-progettazione, visto che le associazioni sono diverse tra loro, e non sempre riescono a soddisfare tutti i bisogni. il mio sogno? Una co-progettazione non solo tra associazioni, ma anche con beneficiari e beneficiarie».
Insomma, dalla povertà educativa a quella abitativa, dal disagio giovanile alla vulnerabilità delle situazioni di solitudine, il tessuto solidale del nostro territorio ha dimostrato di essere disposto a fare un passo più in là per tutelare chi lo abita e il patrimonio in costante arricchimento che lo caratterizza. Anche se ciò comporta mettere un po’ in discussione il proprio approccio consolidato, anche se comporta accettare che la propria associazione abbia dei limiti eppure, ciò nonostante, non sia esonerata dal sentirsi chiamata in causa quando qualcosa si muove al di là di essi. E poi, si sa: la gioia dell’incontro autentico con l’altro ripaga lo sforzo che l’ha reso possibile. L’ha testimoniato Eleonora Fazzeri Danesin, presidente dell’associazione Selvazzano for Children e partecipante al tavolo Intercultura e integrazione di Selvazzano. «Per me, che opero con 17 etnie, fare volontariato è imparare reciprocamente in un’ottica di dare-avere. Ho instaurato rapporti di anni, perché il volontariato è conoscenze, amicizie, incontri, in un bilancio sempre positivo, dove quello che dono poi mi torna indietro. Il tesoro più prezioso che porto a casa da Progettare(il)Bene è stato l’incontro con il mio compagno di gruppo José», messicano di 29 anni venuto a Padova per studiare antropologia, arrivato in Veneto e che ha subito cercato il Vides per non interrompere la sua attività di volontariato con loro.
Con un volontariato che trascende ogni confine, il bene viaggia grandi distanze, ma può farlo solo se viene curato ogni pezzetto. Perché il lavoro avviato continui a essere generativo, con il supporto di Fondazione Cariparo, al Csv rimane attivo lo sportello gratuito di progettazione, al quale si può accedere su richiesta tramite la propria Area Riservata sul sito dell’ente.
articolo scritto in collaborazione con il Csv di Padova e Rovigo