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Mondiali di calcio in Qatar, un anno al via. Sarà una coppa solo di facciata?
Mondiali di calcio, un anno al via. Ecco come il Qatar si sta ripulendo attraverso lo sport. Ma gli affari galoppano sotto traccia
FattiMondiali di calcio, un anno al via. Ecco come il Qatar si sta ripulendo attraverso lo sport. Ma gli affari galoppano sotto traccia
L a Coppa dello “Sportwashing”. Un mondo di petrodollari. Ma l’emirato della famiglia Al Thani, che regna dal 1825, non può sempre “lavare” l’immagine. Il Qatar dal 21 novembre al 18 dicembre 2022 ospiterà l’edizione numero 22 dei Mondiali di calcio. Nei nuovi stadi costruiti dagli immigrati provenienti da Pakistan, Nepal, Bangladesh e Sri Lanka: secondo l’inchiesta del Guardian ne sono morti oltre 6.500 in dieci anni di cantieri…
Polemiche e scandali. L’ultima Coppa del Mondo di calcio con 32 squadre, la prima in Medio Oriente con calendario adeguato. Già illuminata dalle polemiche fin dalla candidatura. Il 2 dicembre 2010 nella sede Fifa a Zurigo il voto eliminò subito l’Australia; quindi toccò a Giappone e Corea del Sud. Nel ballottaggio finale il Qatar prevalse 14-8 sugli Usa. «Una decisione sbagliata» tuonò subito Barak Obama dalla Casa Bianca. Nel 2015 scattò un’inchiesta dell’Fbi, mentre all’avvocato Michael Garcia (responsabile dell’Ufficio investigativo della Commissione etica) la Fifa assegnò l’indagine su presunte bustarelle milionarie. Ora l’ex presidente Sepp Blatter ammette: «Una settimana prima della decisione, ho ricevuto una telefonata da Michael Platini. Lui all’epoca era presidente Uefa e mi ha detto che al suo gruppo era stato chiesto di votare in favore del Qatar. Erano quattro voti, comprati dal Qatar. Era impossibile che gli Usa vincessero. Platini non ha avuto coraggio: avrebbe dovuto dire di “no” al presidente Nicolas Sarkozy, che doveva pensare al mondo e non a un solo Paese». Blatter, a soli quattro giorni dalla rielezione a presidente Fifa, si era dimesso. Giudicato colpevole di corruzione, a giugno ha ricevuto altri sei anni e otto mesi di squalifica per «violazioni del codice etico». Garcia ha consegnato all’Fbi il suo dossier d’indagine: 42 persone incriminate, 26 giudicate colpevoli di corruzione aggravata, frode, riciclaggio, associazione a delinquere.
Non solo calcio. Nasser Ghanim Tubir Al-Khelaïfi è il padrone del Paris Saint-Germain che ha acquistato anche Leo Messi, nonché presidente dell’European Club Association al posto di Andrea Agnelli. Il Qatar vanta poi David Beckham come “ambasciatore” dei Mondiali (per 177 milioni di euro…), dopo aver assoldato nel recente passato ex calciatori del calibro di Ronald de Boer, Gabriel Batistuta e Xavi, allora allenatore dell’Al-Sadd e che disse: «Non vivo in un Paese democratico, ma il Qatar funziona meglio della Spagna». In Germania, invece, i tifosi del Bayern Monaco hanno contestato lo sponsor Qatar Airways in nome della difesa dei diritti umani.
Lo sport fa immagine. E il Qatar si è comprato anche un pezzo del circus della Formula 1. Poi dal 15 al 20 novembre ospiterà i Mondiali maschili e femminili di padel. Con la maglia rosso-marrone, la squadra di pallamano di naturalizzati ha vinto l’argento ai Mondiali 2015. L’anno dopo alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, 23 atleti “stranieri” fra i 39 della delegazione. A Tokyo è arrivato il primo oro di Mutaz Essa Barshim, ex aequo con Tamberi nel salto in alto: almeno lui è nato a Doha…
Il “brand” e la realtà. Doha si specchia nel Golfo Persico, nel deserto fiorisce il petrolio. La monarchia concede Al Udeid – la più grande base aerea del Medio Oriente – agli Usa e finanzia i Fratelli musulmani. Il Qatar ha triplicato la popolazione nell’arco di un decennio: 2,8 milioni i residenti. Nel 2020 vantava un Pil pari a 146,4 miliardi di dollari. I Mondiali di calcio “impatteranno” per 20 miliardi di dollari nell’economia locale: nuova metropolitana, autostrade, infrastrutture. Senza dimenticare “Idris”, il progetto che conta di rifare la rete fognaria: 40 chilometri di condotte sotterranee più 70 di collettori del valore di quasi 3 miliardi di dollari.
L’altra faccia della medaglia? Pena di morte e flagellazione, reati come apostasia e sodomia, libertà di espressione censurata o diritti delle donne negati. Il Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (Icij) nel 2016 aveva rivelato con “Panama Papers” i traffici delle società off shore. Era coinvolto anche Hamad bin Jassim Al Thani, primo ministro del Qatar dal 2007 al 2013 e ministro degli Esteri dal 1992 al 2013. Ora si replica con “Pandora Papers”: fino a 32 mila miliardi di dollari nascosti alla tassazione. Nei documenti compare di nuovo lo sceicco Al Thani per aver occultato petrodollari nei trust, nelle banche e per uno yacht da 300 milioni di dollari. Dal 2008 è stata consacrata la chiesa di Nostra Signora del Rosario costata 15 milioni di dollari dello studio Spatium di Milano, mentre gli arredi interni sono della Caloi Industria di Susegana. Ma a Doha sono sempre vietati missionari cattolici e l’edificio resta senza campane, croci o altri segni della fede.
Politica, business, armi. A fine luglio, Matteo Renzi è sbarcato nel mega-yacht dell’emiro Al Thani. Summit privato, personale, segreto che diventa pubblico con la sequenza di foto che innescano più di una reazione. Da tempo, gli investitori qatarioti sono presenti nelle banche europee e in Italia hanno rilevato il marchio Valentino, contavano in Meridiana e nel gruppo alimentare Inalca. Poi ci sono gli hotel di lusso: il Four Season a Firenze, lo storico Gallia di Milano, il Westin Excelsior di Roma, il Gritti Palace di Venezia più la holding Katara specializzata nel ramo. A settembre, nello stabilimento di Muggiano, provincia di La Spezia, una cerimonia ristretta per “Al Khor”, corvetta che Fincantieri consegnerà nel 2022 al Qatar. Presenti lo staff brigadier general Abdulla Ali Al-Mazroey, l’ammiraglio di divisione Giorgio Lazio, e Marco Acca, vice direttore generale della divisione navi militari Fincantieri. Una commessa che sfiora i 4 miliardi: una nave anfibia, due pattugliatori, quattro corvette oltre alla costruzione di una base navale e all’implementazione di tecnologie come il Digital Radar o la Cyber Security.
L’Italia si gioca il pass per il Mondiale nello scontro diretto contro la Svizzera. Entrambe a 14 punti e a due partite dal termine delle qualificazioni, il match in programma venerdì 12 allo stadio Olimpico può segnare l’allungo decisivo. Si qualifica direttamente la prima classificata del girone, la seconda accede agli spareggi. In caso di arrivo a pari punti conta la differenza reti, il numero di gol segnati e successivi parametri. Contro l’Irlanda del Nord, la partita finale del 15 novembre.