Fatti
Vendemmia anticipata per salvare l’annata
Nel Bellunese si stima un calo del 30 per cento. Minore quantità, ma tanta qualità. È la sintesi delle previsioni sulla vendemmia di quest’anno, nel Padovano come nel resto del Veneto.
Nel Bellunese si stima un calo del 30 per cento. Minore quantità, ma tanta qualità. È la sintesi delle previsioni sulla vendemmia di quest’anno, nel Padovano come nel resto del Veneto.
L’ha presentata mercoledì 24 agosto Veneto Agricoltura nel consueto focus annuale dedicato. Le alte temperature e la siccità prolungata, in realtà, hanno fatto temere il peggio, ma per fortuna dei viticoltori le piogge di agosto hanno fermato il calo della produzione nel territorio regionale a una media del 10 per cento. Peggio va nel Bellunese e nel Trevigiano, con rispettivi cali stimati del 30 per cento e del 15-20 per cento. Non bene neppure nel Veneziano, dove il caldo ha bloccato la maturazione degli acini, mentre nel Vicentino la prospettiva è bifronte, con un più 10 per cento di Glera prodotto seppure nell’ambito di un calo generale del 15 per cento (influenzato dalle grandinate). Un quadro variegato si nota pure nei vigneti padovani, a cui si è aggiunta la flavescenza con la conseguente estirpazione di viti. Spicca più che altro la differenza tra l’area dei colli Euganei e la pianura rispetto a un 2021 condizionato dalle gelate primaverili: nella prima si stima il 20 per cento di produzione in meno; nella seconda, al contrario, è probabile addirittura un aumento del 10 per cento. Altro importante dato è il netto anticipo della vendemmia: «Per le uve a bacca bianca è iniziata subito dopo Ferragosto, dieci giorni prima del solito – commenta il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato – mentre per quelle a bacca nera comincerà entro due settimane, comunque molto prima. Questo, per salvaguardare il grado di acidità del mosto. Peraltro le piante hanno già sofferto un grave stato di disidratazione e stress idrico, sarebbe controproducente attendere ancora». Il presidente di Coldiretti Padova, Massimo Bressan, aggiunge: «I prezzi finalmente sono in ripresa. L’export è in continua ascesa e oltre confine il nostro vino piace. A pesare, oltre alle incertezze del clima, i numerosi aumenti dei costi di produzione, legati all’impennata delle quotazioni energetiche e delle materie prime».