Fatti
L’Albania a cavallo tra Occidente e Balcani
Quest’anno ricorrono i dieci anni di presidenza di Edi Rama: un doppio filo tra legami economici con Italia e Usa e annosi problemi “interni” legati al traffico di stupefacenti
FattiQuest’anno ricorrono i dieci anni di presidenza di Edi Rama: un doppio filo tra legami economici con Italia e Usa e annosi problemi “interni” legati al traffico di stupefacenti
L’aquila nera della bandiera ha due teste. E l’Albania mostra sempre due facce. Con 2,8 milioni di residenti e un’emigrazione costante da trent’anni. Con il 10 per cento di cattolici, ma un legame inossidabile con l’Italia. Nel 2021 valeva 1,6 miliardi di euro nell’export italiano votato ai prodotti alimentari e tessili, ai derivati dal petrolio e ai macchinari e apparecchi elettronici. Ma a gennaio la Procura di Bergamo ha chiuso cinque anni di indagini con investigatori della Guardia di finanza e albanesi: un milione di euro in contanti sequestrato, 15 chili di eroina purissima, 121 di cocaina, 130 di marijuana; “raffinerie” a Milano e Cremona; mega-serre a Modena e Mantova; 119 arresti, 43 fra Italia e Albania emessi simultaneamente. A Tirana dal 15 settembre 2013 governa Edvin Kristaq Rama, 58 anni, ex cestista, docente, pittore e pubblicista, già sindaco della capita le e leader del partito socialista. Ora è alle prese con lo “scandalo Charles McGonigal”: si tratta dell’ex agente Fbi che si è messo a disposizione dell’oligarca russo Oleg Deripaska. Rama rifiuta di presentarsi in parlamento, anche se il New York Times ha pubblicato una dettagliata inchiesta che chiede risposte. L’Albania fa parte della Nato dal 2009 e ha ottenuto lo status di Paese candidato all’adesione all’Ue nel giugno 2014. A dicembre ha acquistato tre droni Bayraktar TB2 di fabbricazione turca: gli stessi utilizzati dall’Ucraina perché trasportano bombe leggere a guida laser. «Non siamo attualmente minacciati, ma così siamo pronti per lo scenario peggiore» spiega il ministro della Difesa Niko Peleshi. Mosse strategiche su doppio binario. Come i primi due razzi lanciati da Cape Canaveral con i satelliti frutto dell’accordo (sei milioni di dollari) fra l’Agenzia nazionale di Protezione civile albanese e Satellogic Usa Inc. Serviranno al monitoraggio del territorio e a controllare agricoltura, incendi e costruzioni. Tuttavia, lo “sguardo satellitare” permette anche il controllo dalla coltivazione di marijuana e del trasporto di eroina sulla rotta balcanica. Al di là di ogni sforzo “occidentale”, l’Albania sembra incardinata nella polveriera balcanica. A cominciare dal confinante Kosovo che rischia di esplodere.