Fatti
Tribano. La Sala Navarini al Comune
Tribano Nell’ultima seduta del consiglio è stato sottoscritto un preliminare per ottenere il nulla osta del ministero dei Beni ambientali. Entro due anni diventerà un centro polivalente
Tribano Nell’ultima seduta del consiglio è stato sottoscritto un preliminare per ottenere il nulla osta del ministero dei Beni ambientali. Entro due anni diventerà un centro polivalente
Il Comune di Tribano intende riappropriarsi dell’ex cineteatro Sala Navarini, per trasformarlo in un centro polivalente. L’intervento, della durata prevista di due anni, è inserito in un’azione di riqualificazione del centro storico in atto già da tempo. Una volta completata la ristrutturazione, diverrà uno spazio destinato alle scuole e alla comunità, in particolare ai ragazzi e ai giovani del paese. E si potrà porre in continuità con i restauri, realizzati nell’ultimo quinquennio, sulla chiesa di San Martino, sulla Torre Civica, sul municipio e sull’ex scuola elementare da destinare a ostello. Il passaggio fondamentale è adesso l’acquisto dell’immobile da parte della stessa amministrazione municipale. Nell’ultima seduta del consiglio comunale, il 18 marzo scorso, è stato sottoscritto un preliminare per ottenere il nulla osta del ministero dei Beni ambientali. Anche perché dalla parrocchia, proprietaria della sala, pur evitando al momento dichiarazioni ufficiali, fanno sapere che il più è fatto. «Con questo atto, in sinergia con la parrocchia di Tribano, grazie all’attuale parroco don Andrea Tieto, saremo in grado di dare una concreta risposta alle richieste dei cittadini, facendo della Sala Navarini un luogo privilegiato per la scuola e la cultura – ha sottolineato il sindaco, Massimo Cavazzana – L’obiettivo non era scontato fino a pochi anni fa. Ma il nostro impegno nel perseguirlo è dovuto al fatto che crediamo proprio nella cultura, nonché nei valori che ne hanno ispirato la costruzione come elemento strategico. Siamo certi che il suo recupero permetterà di riattivare un centro di aggregazione e coesione culturale, didattico e sociale, in un momento di rilancio per la nostra comunità». L’assessore alla Cultura, Mirca Zenna, sottolinea: «La struttura ha importanti potenzialità per le nostre scuole e per le associazioni. Manca infatti uno spazio fisico polivalente da dedicare allo svolgimento di iniziative socio-culturali che avranno come matrice le tradizioni e la cultura del nostro territorio e che andranno a rinforzare quei valori condivisi che ne hanno determinato la nascita. Proprio per questo motivo abbiamo fortemente voluto che questo edificio entrasse nel patrimonio del Comune, vista l’impossibilità di recuperarlo da parte della parrocchia». Per il reperimento dei fondi necessari, l’amministrazione assicura di essersi attivata attraverso i bandi e le opportunità date dal conto termico (contributi Gse a fondo perduto). Per gli altri interventi di restauro del centro storico aveva attinto molto dai progetti del Pnrr (“Piccoli borghi”) e dai fondi messi a disposizione dal Gal patavino “Dai Colli all’Adige”. Queste ultime operazioni, tuttavia, erano rivolte a uno sviluppo turistico del territorio comunale nel suo complesso.