FattiVeneto “medaglia d’oro” 21 progetti legislativi su 91 giungono da Palazzo Ferro-Fini, ma Roma ne ha accolti soltanto quattro. Temi come salute e Terzo settore attendono un primo esame
Il Consiglio regionale del Veneto continua a sfornare disegni di legge di tipo statale, ma il Parlamento li mette sistematicamente nel congelatore. Questa la sintesi che si può trarre esaminando le statistiche, a inizio 2025, sull’attività legislativa di questa legislatura, che è la diciannovesima. Assommano infatti a 21 (due incardinati a Palazzo Madama e 19 a Montecitorio), su un totale di 91 progetti pervenuti alle Camere dal 13 ottobre 2022, gli articolati votati dall’assemblea di Palazzo Ferro Fini (che è “medaglia d’oro” in questa particolare classifica, seguita a quota 12 dal Friuli-Venezia Giulia e a otto dalla Lombardia), ma soltanto quattro hanno trovato accoglimento nelle assemblee della Capitale. Sono state assorbite nell’atto della Camera numero 1.435 “Interventi in materia di sicurezza stradale e delega al governo per la revisione del codice della strada”, poi diventato legge (la 177 del 25 novembre 2024), tre proposte di legge arrivate dal Veneto: la 865 – relatrice la leghista Laura Cestari – votata in aula il 26 ottobre 2021, con la quale il parlamentino del Veneto aveva chiesto di rendere più stringente la normativa in ordine ai monopattini elettrici; la 874, che caldeggiava alcune modifiche al codice della strada; la 1.413, in materia di velocipedi a pedalata assistita. È viceversa all’esame della commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato la proposta di legge statale numero 1.023 “Disposizioni per il riconoscimento della fibromialgia come malattia cronica e invalidante” (sindrome reumatica non infiammatoria che colpisce in Italia all’incirca due milioni di persone; nove su dieci malati sono donne). Della norma, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale il 6 febbraio 2024, è stata prima firmataria la leghista Simona Bisaglia. Figurano, invece, in parcheggio altre 17 proposte di legge statale, che sono state assegnate, ma di cui non è ancora iniziato l’esame. L’atto della Camera numero 825 (primi firmatari il forzista Alberto Bozza e il leghista Marzio Favero; presentato in commissione il 26 gennaio 2023) prevede “Misure urgenti in materia di gestione degli impianti sportivi pubblici, connesse all’emergenza da Covid-19” e quindi si può ipotizzare che non farà tanta strada. L’atto di Montecitorio numero 826 (fermo dal 21 febbraio 2023) propone inoltre “Modifiche al computo dei votanti per la validità delle elezioni nei Comuni fino a 15 mila abitanti ove sia stata ammessa e votata una sola lista” (in pratica non tenendo conto degli iscritti all’Aire, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero che non esercitano il diritto di voto, così come è avvenuto nelle Comunali del 2024). L’atto della Camera 827 (in “freezer” dal 26 gennaio 2023) contempla modifiche all’articolo 338 delle leggi sanitarie, di cui al regio decreto 27 luglio 1934 numero 1.265, prevedendo per le nuove costruzioni una fascia di inedificabilità di 50 metri dal perimetro cimiteriale nei piccoli Comuni con popolazione pari o inferiore a 20 mila abitanti e una fascia di 100 metri per i Comuni più grandi.
Rispetto all’esordio, datato 26 gennaio 2023, non ha fatto passi avanti neppure la proposta di legge 828 che pure affronta una normativa particolarmente sentita dalle associazioni di volontariato, ovvero le misure di rafforzamento per il sostegno degli enti del Terzo settore, con la possibilità di raddoppiare, dal cinque per mille al dieci per mille, la quota dell’Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche) liberamente destinabile dal contribuente a soggetti non profit. Tra i progetti che restano al palo troviamo pure l’atto della Camera numero 829 (presentato più di due anni fa, il 26 gennaio 2023), che chiede al governo di modificare l’ordinamento dei segretari comunali e provinciali, e l’869, in lista d’attesa dall’11 settembre 2023, che sollecita una nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero (in particolare con l’istituzione della nuova circoscrizione del tribunale della Pedemontana Veneta). Sotto i riflettori della politica nazionale potrebbe finire nei prossimi mesi anche l’atto della Camera 896, illustrato a Venezia dal capogruppo della Lega-Liga Veneta, Alberto Villanova, che intende vietare “la dedicazione di strade, piazze pubbliche e monumenti” a esponenti del partito o dell’ideologia fascista e nel contempo la revoca di onorificenze di Stato, come si legge nell’atto, “a coloro che la storia abbia riconosciuto responsabili di azioni efferate, crimini di guerra, crimini contro l’umanità, crimini di aggressione e, in generale, per gravi violazioni del diritto internazionale umanitario come Josip Broz Tito”.
Risulterebbe, poi, utile a molte famiglie l’approvazione dell’atto della Camera 1.250, che vorrebbe introdurre (modificando l’articolo 47 del decreto legislativo 26 marzo 2001, 151) l’estensione del diritto del genitore di astenersi dal lavoro, in caso di malattia del figlio, fino all’età di 14 anni. L’iniziativa è partita dal leghista Nicola Finco, che nel frattempo è diventato sindaco di Bassano del Grappa. Attualmente la normativa prevede, per chi abbia figli sotto i tre anni, il diritto di astensione lavorativa, alternativo per ciascun genitore, per i periodi corrispondenti alla durata della malattia del figlio. Fra i tre e gli otto anni il diritto alternativo è riconosciuto con il limite di cinque giorni lavorativi all’anno. Infine la leghista Silvia Maino è la prima firmataria (con la dem Chiara Luisetto, correlatrice) della proposta di legge statale, approdata a Montecitorio il 15 ottobre 2024, che chiede il dimezzamento (da dieci a cinque) degli anni necessari per la dichiarazione di morte presunta delle persone scomparse. Nell’anno 2022 sono state presentate in Italia 24.369 denunce di scomparsa (67 denunce al giorno), con un incremento del 26,46 per cento rispetto alle 19.269 dell’anno precedente.
