FattiColloquio con il sindaco di Padova Sergio Giordani Come cambierà la mobilità. Il collegamento tra stazione e Voltabarozzo sarà operativo da metà 2026. E nel 2027 toccherà al Sir2 che unirà Rubano e Vigonza. E poi rassicura i cittadini: «I disagi maggiori sono alle spalle»
«Stiamo andando benissimo. Sono davvero soddisfatto. L’assessore Andrea Ragona, il responsabile unico del procedimento Diego Galiazzo e gli altri tecnici stanno rispettando i tempi alla perfezione. In autunno saranno concluse le opere civili del Sir3, poi verrà completata l’impiantistica. All’inizio del 2026 ci saranno quattro-cinque mesi di collaudo; per l’estate la seconda linea, dalla Stazione ferroviaria a Voltabarozzo, sarà operativa. Nel 2027 avremo anche il Sir2, che collegherà Rubano con Vigonza: un tragitto di ben 18 chilometri». Così il sindaco di Padova, Sergio Giordani, “fotografa” l’andamento dei lavori di realizzazione delle due nuove direttrici del tram. Certo, l’operazione che si sta realizzando – alla fine si sfiorerà il miliardo di euro – è titanica, ma il primo cittadino rassicura i padovani. «Io compio periodicamente dei sopralluoghi ai cantieri e mi sento di affermare che i maggiori disagi sono superati». Attualmente, per il Sir3, si sta intervenendo a Voltabarozzo, in via Sografi, in via Morgagni e all’incrocio Gozzi-Tommaseo. Nelle prossime settimane ci saranno cantieri nel piazzale della stazione (con l’innesto sul Sir1 Pontevigodarzere-Guizza); a marzo in via Giustiniani; in aprile in via Falloppio. «I sottoservizi fanno perdere tempo – aggiunge Giordani – ma si tratta di lavori che andavano comunque fatti. Via Morgagni si allagava spesso: così abbiamo colto l’occasione per mettere a posto le fognature». Che richiedono un intervento importante anche in via Tommaseo, per il Sir2. «Il gruppo di lavoro sui sottoservizi si riunisce una volta la settimana per fare il punto della situazione: ne fanno parte, tra gli altri, Acegas, Hera, Tim. Ovvio, qualche imprevisto può sempre capitare, ma tutte le aziende coinvolte hanno un atteggiamento collaborativo». Lo stesso primo cittadino si è convinto strada facendo della bontà dell’operazione. «Non nascondo che all’inizio – ricorda – avevo qualche dubbio. A “darmi il la” è stato Giorgio Santini, quand’era senatore del Pd. È stato lui a dirmi che c’era un finanziamento per il tram. Per il Sir3 abbiamo recuperato il progetto di Ivo Rossi, abbiamo cambiato le date e in 15 giorni abbiamo presentato la domanda. Sono contento di aver fatto questa scelta. Una persona che oggi impiega 12 minuti per andare da un punto A a un punto B della città, l’anno prossimo potrà farlo in cinque minuti: mi sembra un bel risultato. Io amo Londra, quando posso ci vado: ecco, con i dovuti raffronti, lì sarebbe impensabile l’idea di spostarsi con la propria auto disponendo di un mezzo pubblico sicuro e affidabile, che richiede pochi minuti di attesa».
A fine gennaio è stato portato a Voltabarozzo il primo mezzo, a tre casse, prodotto in Alsazia da Alstom France e destinato alla linea Sir3. «Rispetto al passato sono stati migliorati il sistema di sicurezza e le batterie. Sono in arrivo altri veicoli, uno ogni tre settimane. In autunno, quando sarà pronto il deposito di Rubano, per il Sir2 arriveranno 28 nuovi tram più capienti, a quattro casse, che potranno trasportare, con un solo conducente, fino a 200 persone: quasi tre volte la capienza di un autobus da 70 posti. Abbiamo anche richiesto al Ministero dei trasporti l’allungamento delle banchine e per aggiungere una cassa ai 22 mezzi a tre casse della Sir1». Linea che il 24 marzo diventerà maggiorenne. Per quanto riguarda il Sir2, il lotto Ovest prevede attualmente cantieri al deposito e al capolinea di Rubano, nell’area dell’ex caserma Romagnoli, con collegamento a via Pelosa per il quartiere di Brusegana. Il lotto Est contempla interventi in via Venezia (al parco Europa e di fronte al centro Giotto) e in via Einaudi per il collegamento con il nuovo ospedale di Padova Est. Il sindaco Giordani confessa di sentirsi ben supportato. «A Palazzo Moroni abbiamo 26 dirigenti. La differenza la fanno loro. Se siamo riusciti a ottenere 640 milioni di euro del Pnrr è grazie al loro lavoro. È pure già finanziato, per 600 mila euro, il progetto di fattibilità che ci consentirà di allungare il percorso del Sir3 fino a Ponte San Nicolò e al campus di Agripolis a Legnaro (177 milioni di euro, ndg). E abbiamo fatto la stessa richiesta per il Sir2 a Capriccio di Vigonza (94 milioni di euro, ndg). Intanto, nell’ambito di Comepa, la Conferenza metropolitana di Padova, i sindaci di Albignasego, di Cadoneghe e di Vigodarzere chiedono soluzioni per la mobilità anche per i loro comuni: è stato un grosso errore, una ventina di anni fa, non fare il Gra, Grande raccordo anulare. Adesso in Provincia cerchiamo soluzioni per liberare le tangenziali, che sono sempre intasate». Nei mesi scorsi l’Ascom, di fronte ai disagi sopportati per la realizzazione del tram, aveva sottolineato una tendenza della clientela a dirigersi verso i centri commerciali periferici, con il 60,8 per cento delle persone intervistate che ritiene che la frequenza nelle attività del centro diminuirà anche dopo la conclusione dei lavori: «L’assessore al Commercio, Antonio Bressa – sottolinea il sindaco – ha previsto la concessione di agevolazioni economiche ai negozianti che abbiano subito dei disagi. Io credo che quando il sistema del tram sarà a regime, i commercianti del centro potranno beneficiarne in maniera significativa. Quando saranno in funzione le tre direttrici, allora potremo dedicarci a rivedere tutto il sistema di trasporto urbano; con i bus elettrici potremo dare risposte di mobilità alle zone che attualmente sono meno servite».
Il sindaco di Padova indossa poi per un attimo la giacca di presidente della Provincia. «Mi hanno convinto a farlo: sono a metà del mio mandato quadriennale. Conoscendo meglio questo ente, mi sono reso conto che si occupa di tematiche davvero importanti, come i trasporti, la viabilità, l’ambiente, le scuole. Servono risorse e personale: siamo riusciti a passare da due dirigenti a sette. Mi auguro che il prossimo presidente lo possano eleggere direttamente i cittadini. Il terzo mandato? A mio avviso sarebbe giusto, sia per i sindaci delle città più grandi che per i presidenti di Regione. Ovviamente non parlo per me stesso. Quando nel 2027 concluderò il mio secondo mandato, dirò basta». Che mestiere è fare il sindaco di una città di 210 mila abitanti? «È un mestiere bellissimo, io amo stare in mezzo alla gente e dialogare con tutti: mi sento circondato da tanto affetto. Ma amministrare la città è un lavoro impegnativo. Quando ho accettato di candidarmi, pensavo di poter dedicare tre giorni al municipio e due alla mia precedente attività. Invece non sono più tornato in azienda. E poi ricevo almeno cinque-sei inviti al giorno: per chi organizza un evento avere il sindaco presente è una cosa importante. Per carattere non amo litigare, cerco di rapportarmi con tutti. Sono un uomo libero, credo sia questa la mia forza: il mio partito è Padova».
