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Rubriche | I Blog/Il tasto (giusto) - Ernesto Milanesi

venerdì 2 Agosto 2019

La nuova corsa all’oro

Australia: record di produzione con 339 tonnellate. E un pensionato scova una pepita di due chili

Ernesto Milanesi
Ernesto Milanesi
collaboratore

Come nella prima metà dell’Ottocento, è corsa all’oro in Australia. Orange, Bendigo e Kalgoorlie erano in ginocchio con il prezzo a 300 dollari l’oncia. Oggi va oltre i 2.000 dollari e il governo australiano stima, nel primo semestre, esportazioni per un valore di 15 miliardi di dollari.

La produzione d’oro ha battuto il record: 339 tonnellate previste nel 2019. In Australia sono attive cinque delle 20 più grandi miniere d’oro del mondo. E S&P Global Market Intelligence annuncia un’impennata fino a tutto il 2021. Del resto, anche il World Gold Council conferma il trend: la domanda mondiale è aumentata dell’8% rispetto alla prima metà dell’anno scorso.

A maggio, a Bendigo (sede del campus della Trobe Universit) una ragazza era letteralmente inciampata su una pepita del valore di 30 mila dollari australiani.

E recentemente un pensionato dello stato di Victoria ne ha scovato una di ben due chili. Per hobby, è abituato a scandagliare vecchi pascoli alla periferia di Ballarat. Il suo metal detector ha iniziato a fibrillare, ma sotto la terra c’era un proiettile di piombo calibro 22. Tuttavia il suono del dispositivo non si fermava: sotto altri 15 centimetri di argilla spuntava qualcosa. Il pensionato si è applicato al lavaggio della “pietra” nascosta. Così ha messo le mani sull’oro. E ha battezzato la pepita “Non ci crederesti”. Proprio come ai vecchi tempi…

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