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Rubriche | I Blog/Spirito Anima Corpo - don Federico Giacomin

lunedì 22 Aprile 2019

Villa Immacolata, Casa Madonnina. Luoghi di risurrezione per ritirarsi in disparte, come ha fatto Gesù

Villa Immacolata, Casa Madonnina... la Diocesi propone ancora spazi per ritirarsi in disparte come ha fatto Gesù. Perché tutti ne abbiamo bisogno

Federico Giacomin

«Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna»(Gv 6,54). Di questo sono testimone. La vita non muore finché i corpi si cibano di questo farmaco d’immortalità.

Perché i nostri padri hanno voluto Villa Immacolata a Torreglia? Perché nei nostri tempi si pensa ancora alle case di spiritualità? Perché Casa Madonnina a Fiesso d’Artico? Perché la Diocesi propone ancora luoghi per ritirarsi in disparte come ha fatto Gesù, pensando al monte ma anche al suo Getzemani? Credo che la festa della Pasqua ci aiuti a entrare dentro a questa domanda rispondendo: «Abbiamo tutti bisogno di luoghi di risurrezione».

Penso alle persone che passano di qui e mi dicono: «Tanti anni fa sono venuto a fare gli esercizi spirituali. I nostri preti allora ci portavano». «Venivamo in tanti, venivamo tutti». E finché lo dicono gli occhi si accendono di luminosità. Vanno a ripescare ricordi di bellezza e lo stesso luogo diventa artefice di questa loro “visione”. Tutti abbiamo luoghi che ci parlano di risurrezione! Come una coppia che conosco. Ogni anno, il giorno prestabilito, ripassa nella chiesa dove circa cinquant’anni fa ha celebrato il matrimonio. Si siedono sul primo banco e ricordano. Fanno memoria: rinnovando quel momento e quella scelta. Mi pare di vederli lì seduti. Sembrano innamorati. Tra loro e di Cristo.

Tutti abbiamo bisogno di luoghi che ci parlano di risurrezione! E Villa Immacolata è per me – che ci vivo – uno di quei luoghi che ogni giorno me la ripresenta. Quante partenze da questa casa vedo profumanti di risurrezione! Quanti occhi diventano luminosi poiché hanno mangiato la sua carne e bevuto il suo sangue. Trasfigurano eternità.

La risurrezione, lo apprendo da queste ripartenze, non è solo un dono di Cristo! È anche una scelta. Quanto è difficile fermarsi dentro al proprio venerdì santo. Stare nel silenzio del proprio sabato santo! Accogliere il tumulto del giovedì sera con spade e bastoni. Entrare dentro i processi che si aprono quando si inizia il silenzio dell’esperienza. Ogni volta che si accede alla preghiera prolungata presso un luogo come questo che offre interiorità e spazi immensi, raccoglimento e tempo di riflessione personale, liturgia e sacramenti, scavo nella roccia per depositare il proprio corpo inerme, avviene inevitabilmente la Pasqua del Signore. Non è poesia! È realtà.

Saper entrare nella vita eterna attraverso il corpo e il sangue di Gesù, attraverso il credere alla sua parola, l’aderire alla sua volontà, è un dono e nello stesso tempo una scelta. La Pasqua del Signore è per tutti. Per tutti coloro che la desiderano. Quando vedo gli occhi di coloro che tornano a casa ricchi di questa eternità, illuminati dal tocco della grazia divina che ha parlato realmente ai loro cuori, nel chiudere le porte, nello spegnere le luci e riordinare le stanze mi fa dire: alleluja!

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