Rubriche | La polvere sotto il tappeto
Abituiamoci a dare libertà
In questi ultimi giorni mi è capitato di riflettere assieme a un gruppo di genitori sulle piccole azioni quotidiane che costellano la nostra giornata.
In questi ultimi giorni mi è capitato di riflettere assieme a un gruppo di genitori sulle piccole azioni quotidiane che costellano la nostra giornata.
«Con che piede ti sei alzato dal letto questa mattina?». Una domanda banale che non ha una risposta scontata, c’è voluto un po’ di tempo per farne memoria. Lì per lì non ci mettiamo a pensare, lo facciamo e basta. Ecco il punto di partenza è questo: al giorno facciamo più azioni spontanee, immediate, involontarie o meditate e pensate? Certamente più istintive! Ma non siamo noi gli homo sapiens sapiens? Se è vero per le nostre piccole e grandi abitudini sarà altrettanto vero per le nostre abitudini educative! Cosa vuol dire abitudine e cosa ci fa dire che sia una buona o cattiva abitudine nel campo educativo? Le abitudini sono semplici gesti, azioni che se reiterate nel tempo diventano trasformatrici e creatrici. Innanzitutto sono vere e proprie azioni semplici, piccole che non si fanno notare ma hanno la forza della continuità. Questo in qualche modo stabilisce il principio dell’azione sul pensiero e nel nostro mondo culturalmente molto spersonalizzante, quest’azione tende a definirci. Se una persona porta fuori dal supermercato una bibita senza pagarla diciamo che è un ladro, non che ha commesso un furto. Il fare ci trasforma nell’essere. Questo è così potentemente vero che tutto il nostro sistema valoriale passa attraverso questo collo di bottiglia dimenticandoci che la supremazia della dignità umana non può essere abbassata dall’azione, neanche quella voluta. L’abitudine è un piccolo gesto quotidiano che è capace di trasformarci. Modifica un comportamento, altera una modalità, cambia un’interazione. Dipende da noi il valore che diamo: esistono circoli virtuosi di abitudini positive e circoli viziosi di abitudini negative. Lo spessore con le quali poi queste modificano la nostra vita è molto più radicato quanto più tempo ne siamo abituati. Abitudine deriva da abitus che si traduce con “abito” che in italiano ha due differenti significati: “abito” come prima persona singolare del verbo abitare (io abito in questa casa) o con “abito” sinonimo di vestito (io indosso un bell’abito). In entrambi i significati vuol dire che l’azione io la abito, la vesto è parte integrante di me, mi appartiene e io appartengo a quell’azione. Ecco perché è trasformatrice! Inoltre è creatrice. Noi uomini siamo contemporaneamente creature e creatori, figli di Dio e fatti a immagine e somiglianza di Dio. Quindi abbiamo la capacità di creare un’originalità, una novità che prima non c’era attraverso le nostre azioni e partecipare alla bellezza del creato. Ora se questo piccolo ragionamento regge possiamo provare a meditare su quali sono le azioni educative che corrispondono pienamente a queste caratteristiche e chiederci quali sono i motivi per cui le compiamo. Quante volte mettiamo ancora la merenda nella cartella di nostro figlio? Quante volte sistemiamo la biancheria a terra nella cameretta? (Ognuno trovi un’azione simile che compie durante la giornata). Perché la compiamo? Non è forse perché serve a noi? Perché così è tutto più ordinato, perché così non devo ripeterlo in continuazione, perché faccio prima se lo faccio io.… A volte ammantiamo di bene un gesto che facciamo per il nostro figlio ma in realtà nasconde un significato diverso. Così facendo continuiamo a perpetrare un’azione diseducativa mascherata da bene. Ma qual è il vero bene? In educazione il bene fa rima con libertà. L’insieme di questi gesti rendono schiavi noi e schiavi loro che hanno bisogno sempre di qualcuno che li faccia per loro conto. Lasciamogli lo spazio per conquistarsi qualcosa, lasciamogli il tempo per garantirsi un briciolo di libertà in più ogni giorno, aiutiamoci a crescere insieme nell’adultità puntando alla libertà per tutti genitori e ragazzi a qualsiasi età commisurando l’impegno alla giusta portata. La conquista è un bene prezioso per la crescita dei nostri ragazzi, responsabilizza, crea identità e valore e aumenta la stima di sé, carburante prezioso per stabilire delle passioni e vivere con bellezza la propria vita. Rileggiamo le piccole azioni che seminiamo abitudinariamente nelle nostre giornate e mettiamole a fuoco sotto la lente della libertà troveremo spazi di condivisione e responsabilità comune: creeremo famiglia!!
Matteo Pasqual Educatore, Pedagogista, Filosofo Clinico e Formatore Sociale