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Mappe IconMappe | Mappe 21 - Città e comunità sostenibili - marzo 2024

martedì 26 Marzo 2024

Agenda 2030, obiettivo numero 11. Auto e smog, il fiato è corto

Sostenibilità e inclusione sono gli elementi cardine del Goal 11 dell’Agenda 2030. Nel Veneto sempre più cementificato, la casa non è ancora un diritto di tutti

Ernesto Milanesi
Ernesto Milanesi
collaboratore

Accesso ad alloggi, servizi di base, trasporti. Con una “pianificazione urbanistica partecipata” in grado di ridurre l’inquinamento e gestire i rifiuti. Sulla carta, obbiettivi ben precisi. Ma la partita (anche in Veneto) si gioca in condizioni tutt’altro che incoraggianti.

Il “ballo” del mattoneNei sette capoluoghi di provincia, il dossier sui dati catastali 2022 elaborati dall’Agenzia delle Entrate giusto sei mesi fa contabilizzava 95.605 case vuote. Una sorta di “città invisibile” anche per il ciclo del cemento che sul mattone costruisce rendite, speculazioni, cartolarizzazioni bancarie. Le residenze in Veneto sono già 2.661.178, pari a oltre il 7 per cento delle unità immobiliari italiane. Nel 2021 il business delle compravendite ha registrato 69.555 rogiti notarili, cioè più del 9 per cento a livello nazionale. Scandagliando le statistiche, tuttavia, emerge che più della metà del mercato veneto riguarda case fra i 55 e i 112 metri quadri commerciali. Il vero “ballo” del mattone è confinato nel triangolo d’oro del turismo: Cortina d’Ampezzo, Venezia e il lago di Garda. Nel Padovano è la zona dei Colli Euganei a dimostrarsi più appetibile. Se questo è il quadro, la differenza dovrebbero farla le Aziende territoriali per l’edilizia residenziale, l’Ater. A Venezia gestisce 10.600 alloggi, di cui 8.709 di edilizia sovvenzionata e altri 1.042 “calmierata”. A Treviso, conta 5.961 alloggi: 4.561 in proprietà (un migliaio in aree Peep, Piano edilizia economico popolare), 1.387 affidati in gestione da Comuni, otto dalla Regione e cinque dallo Stato. A Padova, il patrimonio supera i 272 milioni di euro di valore con 1.923 casi di morosità nel 2023 per 1,5 milioni di euro di debito…

Il termometro dei rifiutiPiù incoraggiante la situazione, in base al “catasto” di Ispra ambiente: 545 chili per abitante in Veneto, di cui 385 in raccolta differenziata. Treviso e Belluno superano la soglia dell’80 per cento di rifiuti separati fin dall’inizio. A Padova e provincia si producono 442 mila tonnellate di rifiuti urbani con 326 mila in differenziata pari al 73 per cento. La nostra Regione, insomma, è più che sintonizzata sul fronte ecologico: vanta il 76 per cento di raccolta differenziata e soprattutto la quota avviata a smaltimento in discarica si dimostra già al di sotto della soglia prevista dalla direttiva europea al 2035.

Mal’aria padanaL’Agenzia europea per l’ambiente ha recentemente confermato l’allarme rosso per l’inquinamento dell’aria indotto dalle polveri sottili. Fra le 15 città dell’UE in cui si respira peggio spiccano Padova, Venezia, Vicenza, Verona e Treviso. Altrettanto sconfortante l’esito dello studio condotto da ricercatori e tecnici delle Università di Padova, Venezia, Cagliari e dell’Arpav che hanno elaborato in modo sistematico dieci anni (2011-2021) di rilevamenti della qualità dell’aria, pubblicando Long time series analysis of air quality data in the Veneto Region (Northern Italy) to support environmental policies: «I risultati hanno consentito di delineare i meccanismi che influenzano la qualità dell’aria nella Pianura Padana, ma anche di evidenziare in modo definitivo come le attuali misure di contenimento siano solo parzialmente efficaci» afferma Alberto Pivato, docente del dipartimento di Ingegneria civile e ambientale del Bo. La preoccupazione riguarda proprio il futuro imminente: «Con l’applicazione del nuovo Green Deal europeo per la qualità dell’aria il rispetto dei limiti normativi diventerà sempre più difficoltoso in Veneto».

Trasporti, si cambia?Elisa De Berti, vicepresidente della Giunta regionale con delega ai Trasporti, lo scorso ottobre annunciava il disegno di legge che riordina il trasporto pubblico locale: «Si tratta della riforma di un settore che riguarda interessi importanti (ben oltre un miliardo di euro all’anno tra contributi per ferro-gomma e ricavi da tariffe), sia per gli utenti, con circa 450 milioni di spostamenti tra lavoratori, studenti e turisti». In Veneto il sistema è frammentato in sette Bacini, altrettanti enti di governo e 29 vettori. Ferrovie, bus urbani ed extraurbani, trasporto sull’acqua andrebbero “armonizzati” con una politica regionale indispensabile a centrare gli obbiettivi indicati da Bruxelles. Lo conferma Legambiente, numeri alla mano. In Veneto, l’Aci registra quasi 66 auto ogni cento abitanti: in strada 3,2 milioni di veicoli, 518 mila motocicli e 418 mila autocarri. Un “tasso di motorizzazione” eclatante, senza dimenticare 185 mila veicoli merci che quotidianamente viaggiano in tratte sovracomunali. L’alternativa? La “cura del ferro” secondo Legambiente: «Il numero delle corse ferroviarie giornaliero in Veneto è rimasto costante in questi ultimi anni, escluse le restrizioni causate dalla pandemia. Sono state 768 in tutto durante il 2022, tra 681 dei convogli di Trenitalia e 87 di sistemi territoriali». E le proposte per incentivare il trasporto pubblico non mancano: «Si può prendere spunto da quanto avviato da un decennio in Alto Adige: carta elettronica valida su tutti i mezzi di trasporto, che prevede uno sconto progressivo in base alla frequenza d’uso. In Provincia di Bolzano ha una durata di 365 giorni, è valida su tutti i mezzi e prevede un tetto massimo di spesa di 640 euro».

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