Ci sono piene e piene. Partiamo da quelle quotidiane delle promesse elettorali. Poi quelle delle infinite polemiche che ci buttano tutti in una sorta di permanente centrifuga mediatica.
Le colpe della stampa, le conosciamo. Accuse e dissensi sperticati, non mancano. Peccato che con lo stesso slancio, non si riconosca quelle “perle” giornalistiche che, proprio perché rare, dovrebbero brillano di più davanti agli occhi.
Probabilmente è una cosa che facciamo poco se non mai, quella di fermarci a osservare un albero. Ci ha pensato un film francese La quercia e i suoi abitanti per la regia di Laurent Charbonnier e Michel Seydoux, un autentico capolavoro “cine-arboreo” che val bene questa recensione meditativa.
È il primo lupo dopo secoli di storia, quello visto e fotografato agli inizi di febbraio mentre girovagava per le campagne di Longare, quasi sul confine con il padovano.
Noterà dove sono seduto? Su un trattore vecchio modello e c’è un motivo, mi creda, molto distante da quanto si vede in tv in questi giorni con mezzi mastodontici e costosi, che incidono molto sui bilanci di ogni singola azienda. Io non ho operai, se non personale stagionale occasionale. Ho un mutuo aperto, che mi è servito per l’acquisto di alcuni ettari aggiuntivi.
Il diritto di continuare a fare i contadini. È questo il concetto di fondo che sta muovendo migliaia di agricoltori con i loro trattori che agitano le stanze politiche dell’Ue. I tedeschi per prima, poi i francesi e a ruota gli italiani, i contadini sono tornati per strada. Abbiamo intervistato un giovane agricoltore della Bassa Padovana, dove da oltre un decennio c’è la sua attività orticola. Come tanti, vive sulla sua pelle i motivi per cui si protesta in Europa. Le domande sono quelle verso uno, ma che sono rese valide per l’intera categoria di lavoratori della terra.
L’ imbarazzo ci sta tutto, nel dover giustificare o condannare quanto sta avvenendo in queste settimane nelle strade venete. È lo stesso imbarazzo che si ha e si è avuto nel giustificare l’operato della figura di Robin Hood (letteralmente “uomo dei boschi”, mitico ladro gentiluomo), che ai nostri giorni qui potrebbe essere sostituito con “Fleximan” (che sta per uomo-flessibile, che abbatte gli autovelox).
La Rai incalza continuamente il pubblico con il Festival, un affare d’oro che alimenta la tv di stato per l’intero anno. Ma l’insistenza comunicativa (e l’onnipresenza di Amadeus) rischiano l’effetto boomerang
Sono duemila anni che nasci e rinasci come bambino di Betlemme. Millenovecentonovantanove volte sei rinato nella memoria, per ricordare quell’unica volta –una sola volta- in cui ti sei incarnato.