Continuano ad arrivare dagli episcopati latinoamericani inviti alla preghiera per il Papa emerito Benedetto XVI, in considerazione delle sue gravi condizioni di salute.
Per la “selección” è il terzo successo in un Mondiale, e la Coppa torna, così, in America Latina dopo vent’anni. L’intera Argentina si è fermata, ieri, per oltre due ore, ed è poi scesa in strada a festeggiare, dimenticando, così, almeno per un giorno, la difficilissima situazione economica e sociale del Paese, dove il 43% della popolazione vive sotto la soglia della povertà
“Nel giorno del suo compleanno abbiamo tanti motivi per festeggiare e ed esser grati per la sua vita, il magistero e la testimonianza indelebile, vero dono e fonte di speranza per la Chiesa e per l’umanità. Dal Consiglio episcopale latinoamericano e caraibico esprimiamo il nostro amore e sinceri auguri. Innalziamo le nostre preghiere al Dio della vita per le sue intenzioni, e la ringraziamo per il suo fruttuoso ministero petrino che ha dato vita a tanti percorsi di incontro, ascolto, discernimento, comunione e fraternità universale, con una sensibilità particolare per le nostre periferie geografiche ed esistenziali”.
Ancora proteste e ancora vittime in Perù. Ieri, in particolare, sono morte sette persone negli contri tra la polizia e i manifestanti che cercavano di occupare l’aeroporto di Ayacucho.
Più che un tentativo di golpe, quella di Pedro Castillo, ormai ex presidente, è stata una mossa disperata per evitare l’impeachment da parte del Congresso, che, ormai al terzo tentativo, sembrava inevitabile. Nel giro di un’ora, si è capito che Pedro Castillo era rimasto solo. Così, il suo proclama, con il quale si scioglieva il Parlamento e si dichiarava il coprifuoco, è rimasto lettera morta. Il presidente ha allora cercato, con la moglie, di fuggire dal Paese, ma è stato ben presto bloccato e tratto in arresto
Un vero e proprio “narco-continente”. Questo sta diventando, ogni giorno di più, l’America Latina. Niente di nuovo, per alcuni aspetti: i cartelli colombiani e quelli messicani godono di ampia letteratura, e sono oggetto di innumerevoli serie televisive, ispirati a personaggi “mitici”, come Pablo Escobar e il “Chapo” Guzmán. In realtà, il narcotraffico, alimentato in gran parte della cocaina, sempre più richiesta in tutto il mondo (ma anche da altre sostanze, come le meta-anfetamine), è un cancro ormai in metastasi, che diffonde i suoi effetti di morte, violenza, corruzione non solo nei Paesi tradizionali di coltivazione (Perù, Colombia, Bolivia), produzione e commercio (di nuovo Colombia, Messico, sempre più anche il Brasile), ma anche altre zone tradizionalmente meno coinvolte. L’America Latina, così, si è ritagliata il suo “spazio” nella “terza guerra mondiale a pezzi” di cui spesso ha parlato Papa Francesco. E parlare di “guerra” non è certo una forzatura.
La Repam, la Rete ecclesiale panamazzonica, è la primogenita (che ha già mostrato la sua fecondità con il successivo Sinodo e i successivi passi). È poi arrivata la secondogenita, la Remam (Rete ecclesiale ecologica mesoamericana e messicana), in America Centrale. Ora, ecco arrivare la terzogenita, la Regchag (Rete ecclesiale del Gran Chaco e Acuífero Guaraní). Sono le tre figlie della Laudato si’ nel Continente latinoamericano, reti ecclesiali che hanno messo la centro della loro azione, nell’apertura e dialogo con le popolazioni originarie, la custodia del creato e la promozione dell’ecologia integrale
Il nuovo presidente Gustavo Petro, in carica da poco più di tre mesi, punta tutte le sue carte sulla "rivoluzione della pace". Al Governo è stato dato il mandato di dialogare non solo con l’Esercito di liberazione nazionale, ma anche con la dissidenza delle Farc, che non ha firmato o ha disdetto l’accordo del 2016, e con il variegato arcipelago di “bacrim” (bande criminali) e gruppi paramilitari (dal “Clan del Golfo” ai “pelusos”, eredi del gruppo maoista Epl)
La presidenza del Consiglio episcopale latinoamericano, che in questi giorni si trova a Roma (con una breve visita ad Assisi il 1° novembre) ha incontrato stamattina i vertici della Conferenza episcopale italiana.