Bruno Desidera

Bruno Desidera

L’Amazzonia continua a bruciare. Siccità e incendi dolosi mandano in fumo una straordinaria biodiversità

L’anno scorso era su tutte le prime pagine. Un anno dopo, mentre impazza il Covid-19, in pochi ne parlano. Ma l’Amazzonia, soprattutto in Brasile, continua a bruciare. Anche più dello scorso anno, quando la situazione già si era rivelata drammatica. A fuoco anche altre regioni di inestimabile valore naturalistico, come il Pantanal, al confine tra il Brasile e la Bolivia. Le testimonianze raccolte direttamente dal Sir evidenziano uno scenario sempre più allarmante.

Nella “tempesta perfetta” in America Latina l’impegno di carità e speranza degli ordini e delle congregazioni religiose

Tensioni sociali, esplose alla fine del 2019 in molti Paesi e poi sopite dall’arrivo del Covid-19, che riesplodono come e più forte di prima, per esempio in Cile e in Colombia, non appena le restrizioni vengono allentate. Quella che tre mesi fa, in un’intervista al Sir, il presidente del Consiglio episcopale latinoamericano, monsignor Miguel Cabrejos, definiva la “tempesta perfetta”, sta dispiegando nella grande regione dell’America Latina e dei Caraibi tutti i suoi effetti. Crescono, tuttavia, spazi di carità, umanizzazione, speranza, nei tanti gesti di solidarietà che sono stati promossi a livello ecclesiale. Tra questi spiccano quelli degli ordini e delle congregazioni religiose, presenti in modo capillare in tutta l’America Latina. Un segno importante, che porta con sé prossimità, ma anche lettura dei fenomeni, denuncia e profezia, come spiega al Sir suor Gloria Liliana Franco Echeverri, colombiana, suore dall’ordine della compagnia di Maria Nostra, presidente della Confederazione latinoamericana dei religiosi (Clar)

L’estate di violenza che insanguina la Colombia, tra narcotraffico, Covid-19 e casi giudiziari

Un’estate di violenza come non si vedeva da 15 anni a questa parte, proprio nel momento in cui il Covid-19 è letteralmente esploso tra la popolazione. Nel periodo in cui la Colombia diventava il quarto Paese latinoamericano in totale per contagi e vittime del coronavirus (e il terzo nell’ultimo mese dietro al Brasile e al Perù), con circa 10mila nuovi casi e centinaia di morti al giorno, nuovi massacri compiuti dai tanti gruppi armati ancora presenti nel Paese insanguinavano i dipartimenti più periferici. Secondo l’Onu, fino a metà agosto ci sono stati nel Paese 33 massacri accertati, e 7 da accertare. Ma perché questa ondata proprio ora? I gruppi armati stanno “approfittando” della pandemia per “regolare i conti”? Il Sir lo ha chiesto a padre José Darío Rodríguez Cuadros, gesuita, collaboratore dell’Università Javeriana e del movimento “Fé y Alegria”

La Bella (storico): “Francesco né populista né contro il libero mercato, dice no alla globalizzazione dell’indifferenza”

Una puntuale e accurata risposta dello storico Gianni La Bella ad un pamphlet contro papa Francesco a firma di Loris Zanatta che accusa il pontefice di "populismo".  Pur senza entrare analiticamente nel merito del volume, La Bella intervistato dal Sir, pone in evidenza i limiti di certe visioni di parte e parla di "semplificazioni" e "generalizzazioni". Per quanto riguarda il populismo, spiega lo storico, "più volte il Papa ha parlato di differenza tra populismo e politiche popolari" e "ben altra cosa è parlare di politiche pubbliche che mettano al centro il popolo". C’è, poi, un disegno che il Papa ha bene in mente e che è fondamentale, quello dell’integrazione latinoamericana, dell’ideale della ‘Patria grande’, peraltro già delineato anche da Giovanni Paolo II a Santo Domingo, nel 1992, e da Benedetto XVI nel 2007, ad Aparecida.

Colombia. Ad un mese dalla morte del cooperante Mario Paciolla, la verità è ancora lontana

Il 15 luglio scorso a San Vicente del Caguán, nel sudest della Colombia, è stato trovato il corpo senza vita di Mario Paciolla, 33 anni, originario di Napoli, cooperante che lavorava per le Nazioni Unite. In un primo momento si era ipotizzato il suicidio, ma adesso sono in pochi a crederci. Sulla vicenda è calato il silenzio, ma sono tante le incongruenze e le possibili domande per ora senza risposta. Infatti, il luogo dove Mario Paciolla operava è una delle principali porte d’accesso all’Amazzonia, fin dagli anni ’60 roccaforte delle Farc. Una località “storica”, nella storia del conflitto colombiano

Biodiversità. Galápagos: specie a rischio nelle isole assediate dall’”armata pirata” dei pescherecci

Le isole Galápagos, uno dei luoghi simbolo al mondo per biodiversità e ricchezza di specie protette, famose per le ricerche di Charles Darwin e per le tartarughe giganti, sotto la “minaccia” di una flotta di pescherecci, in gran parte cinesi, che con le loro reti a strascico si rendono responsabili di una catastrofe ecologica, rischiando di compromettere l’ecosistema dell’Oceano Pacifico. È notizia di questi giorni, anche se la questione è di vecchia data e non riguarda solo l’arcipelago, che fa parte del territorio dell’Ecuador. Il “trucco” è presto detto: le navi “sfruttano” il corridoio di acque internazionali esistente tra le isole e il continente, si mettono al confine delle acque territoriali ecuadoriane e nessuno può dire nulla. Un corridoio incredibilmente pescoso, in questo periodo, dato che i pesci migratori seguono le cosiddette “correnti di Humboldt”. Ed è strage quotidiana di tartarughe e squali, tra cui gli squali balena, particolarmente protetti

Nicaragua: Chiesa sotto attacco. La sua colpa? Non tacere la gravità della situazione politica e sanitaria

I cittadini del Nicaragua vivono una situazione sempre più difficile, un incubo dal quale pare sempre più difficile trovare una via d’uscita. Prigionieri di un Governo che ha eliminato le libertà fondamentali. Che continua ad alimentare ostilità verso la Chiesa e non impedisce, anzi perlopiù favorisce, attacchi che il card. Leopoldo Brenes, arcivescovo di Managua, ha definito di “natura terroristica”, come quello perpetrato venerdì 31 luglio alla cappella del Sangue di Cristo, nella cattedrale della capitale. Un gesto molto preoccupante, che si aggiunge ad altri due attacchi subiti nell’ultimo mese da luoghi sacri, precisamente dalle cappelle della Veracruz e del Nindirí. In queste settimane, agli occhi del regime, la Chiesa nicaraguense ha una “colpa in più”, oltre a quella di difendere, da anni, le libertà e i diritti umani e di denunciare le continue violazioni di tali diritti. La “colpa” è, appunto, quella di non tacere la gravità della situazione sul Covid-19