Bruno Desidera

Bruno Desidera

Messico. Nella capitale una “mega” missione diocesana in risposta alla pandemia

Città del Messico è una delle più grandi città del mondo, probabilmente quella con il più alto numero di cattolici: si parla di oltre 4 milioni di battezzati nell’attuale territorio dell’arcidiocesi. Ma non mancano grandi contraddizioni, squilibri, situazioni di crescente secolarizzazione e, a volte, di anticlericalismo. Difficile, in una situazione così complessa, mentre il Covid-19 continua a portare malattia e morte, immaginare di dare vita a una missione diocesana. Eppure è proprio questa l’idea che è venuta all’arcivescovo, il card. Carlos Aguiar Retes, il quale ha appunto convocato una “Megamisión”, iniziata il 18 ottobre, Giornata missionaria mondiale, con un fitto programma che avrà il suo culmine, con 72 ore consecutive di attività, tra qualche giorno e precisamente tra il 13 e il 15 novembre

La tempesta Eta devasta l’America Centrale con una scia di distruzione e morte. Situazione drammatica in Guatemala

Nel suo cammino da Nicaragua e Honduras verso il Guatemala, la tempesta tropicale Eta ha lasciato una scia di distruzione e morte, mentre ora si trova nel mar dei Caraibi, diretta verso Cuba e la Florida. In Guatemala sono almeno 50 le vittime, circa 55.000 le persone direttamente colpite. I vescovi esprimo “solidarietà e vicinanza” e lanciano un triplice appello ad istituzioni nazionali e locali, comunità internazionale e ai guatemaltechi

Mons. Felipe Arizmendi Esquivel: “La mia nomina a cardinale, un riconoscimento ai popoli indigeni”

Un berretto porpora, com’è quello “tradizionale” dei cardinali, ma al tempo stesso coloratissimo, come lo è spesso la sua mitria, in omaggio ai popoli indigeni del Messico e soprattutto del Chiapas. Nella scelta dei nuovi cardinali, assume particolare importanza quella di mons. Felipe Arizmendi Esquivel, vescovo emerito di San Cristóbal de Las Casas, che ha compiuto ottant’anni lo scorso 1° maggio e non sarà, dunque, un candidato “elettore”. “Questo, più che un titolo personale, è un riconoscimento ai popoli indigeni”, spiega al Sir in questa intervista.

Bolivia. Elezioni, trionfa Arce. La chiarezza del risultato aiuta la pacificazione

Luis Arce, ex ministro dell'Economia dell'ex presidente Evo Morales ha vinto le elezioni presidenziali in Bolivia. Una vittoria più ampia rispetto a sondaggi - Arce è accreditato del 53% dei voti - , che contemplavano la possibilità di un ballottaggio. Nelle sue prime parole, Arce ha lanciato un appello per un Governo di unità nazionale. La presidente uscente ad interim Jeanine Añez ha riconosciuto il risultato e rivolto un appello alla pacificazione. Le elezioni si sono svolte complessivamente in modo pacifico, ma in un clima di grande tensione. Importante il ruolo della Chiesa boliviana, che in questi mesi ha coordinato un’azione di monitoraggio assieme all’Onu e all’Unione europea

Colombia: vescovi chiedono che sia promosso un “vero dialogo sociale” con i partecipanti alla “minga indigena” giunti a Bogotá

Va promosso un “vero dialogo sociale” tra le parti, di fronte alle recenti manifestazioni e mobilitazioni delle popolazioni indigene, che si stanno spostando, in particolare dal dipartimento del Cauca, verso Bogotá, chiedendo un incontro con il presidente della Repubblica Iván Duque, nell’ambito della cosiddetta “minga indigena”, cioè uno spazio di organizzazione e mobilitazione comunitaria, che ha preso il via lo scorso 10 ottobre.