Bruno Desidera

Bruno Desidera

Cile, l’acqua resta in mano ai privati e le proteste dilagano. Mons. Infanti della Mora: “La Chiesa promuova giustizia e pace”

La riforma che mirava a decretare l’acqua “bene pubblico” si è incagliata in Parlamento. Nonostante le buone intenzioni, al momento sembrano prevalere gli interessi di pochi, come denuncia mons. Luis Infanti della Mora, vescovo del vicariato apostolico di Aysén, nel sud del Paese, storica voce rispetto a questa battaglia e che dice: "Una riforma della Costituzione per cambiare le regole della gestione dell’acqua sarebbe un segnale davvero potente per facilitare profondi cambiamenti anche in altri ambiti della società"

Tra i bambini soldato del Messico: una realtà fuori controllo dove si arruolano i più poveri

Nello Stato del Guerrero, nel Messico sud-occidentale, nella guerra portata avanti dai gruppi criminali e dai grandi cartelli del narcotraffico, vi sono ragazzi e bambini che marciano armati, a capo coperto e con un’uniforme: quella della guardia indigena della popolazione dei nahuas. Per comprendere e contestualizzare quanto accade, il Sir ha intervistato il vescovo di Chilpancingo-Chilapa, mons. Salvador Rangel Mendoza; l’antropologo e difensore dei diritti umani Abel Barrera e Fernando Ríos, segretario esecutivo della Rete Tdt

L’appello del cardinale Ramazzini: “Per i migranti è necessario un incontro fra i presidenti di Honduras, Guatemala ed El Salvador”

Migliaia di persone premono alle frontiere per arrivare agli Stati Uniti. La situazione si fa ogni giorno più insostenibile, nonostante l'inesausto impegno delle Chiese locali. Al Sir parla il cardinale Álvaro Ramazzini Imeri, vescovo di Huehuetenango (Guatemala) e presidente della Pastorale della mobilità umana della Conferenza episcopale guatemalteca (Ceg) che lancia un doppio appello: al rispetto dei diritti umani e alla necessità di trovare soluzioni condivise tra i Paesi coinvolti.

Proteste sociali in Cile: ecco cosa succede nel Paese. Parla il gesuita padre Jorge Costadoat

“Nessuno può prevedere quello che succederà nei prossimi mesi”. Non vede facili vie d’uscita, per il Cile che da tre mesi è bloccato dalla protesta, il gesuita padre Jorge Costadoat, direttore del Centro Teologico Manuel Larraín, teologo e da anni coscienza inquieta, all’interno della Chiesa e del mondo culturale cileno, ma molto ascoltata anche nel resto del Continente. Il 2020 è iniziato com’era finito il 2019. Le manifestazioni continue, le violenze degli “incappucciati”, che spesso rivolgono le loro attenzioni alle chiese (il 4 gennaio è stato bruciato il tempio di Santiago dedicato a san Francisco de Borja e assegnato al corpo dei Carabinieri). Le accuse di repressione violenta da parte dei cittadini manifestanti. Intanto, il mondo politico non trova unità d’intenti per proseguire nel cammino verso una nuova Costituzione

Il Venezuela a un anno dall’auto-proclamazione di Juan Guaidó. P. Ugalde: “Obbligare il Governo ad accettare le elezioni presidenziali”

Quale bilancio tracciare di quest’anno? E come uscire da una situazione che sembra bloccata? Il Sir lo ha chiesto a una delle voci più ascoltate nel panorama culturale ed ecclesiale venezuelano, padre Luis Ugalde, gesuita, già rettore dell’Università Cattolica Andrés Bello, storico e teologo. “A volte quello che non succede in tanti mesi – dice – accade in pochi giorni”. Insomma, il “cambiamento” più volte invocato anche dai vescovi, potrebbe anche essere dietro l’angolo anche se, stando ai fatti, “ci vuole pazienza”. Ma “la sconfitta del regime è inevitabile

America Latina. Carriquiry: “Il continente sta entrando in una fase di forte effervescenza sociale”

"Decisiva, per il futuro, sarà la capacità di dialogo e di incontro, si avrà uno sviluppo solido solo in presenza di vasti accordi politici e sociali che evitino di estremizzare la polarizzazione". Ne è convinto Guzmán Carriquiry Lecour, già vicepresidente e segretario della Pontificia Commissione per l’America Latina (Cal), commentando quanto sta accadendo ormai da mesi nella sua “Patria grande”. "Le proteste - conferma - hanno come cause di fondo la povertà e la diseguaglianza"

A Mendoza la diocesi è con il popolo contro le legge sull’uso di sostanze tossiche nelle miniere. Il vescovo: “Non ha legittimità sociale”

Erano in tanti a sostenere che appariva al di fuori di ogni logica permettere di inquinare con cianuro e acido solforico, sostanze necessarie nelle estrazioni minerarie, la poca acqua presente nell’arida provincia, per la precisione solo nel 4% del territorio. Risorsa rara e preziosa, che non ha impedito ai laboriosi abitanti, in numerosi casi discendenti di emigranti europei e soprattutto italiani, di coltivare ulivo e viti e di produrre vini tra i più rinomati del continente