A due anni e mezzo fece crollare miseramente la radio a valvole della cucina perché voleva vedere se c’erano dentro Enrico Ameri e Sandro Ciotti, le voci di Tutto il calcio minuto per minuto. A sette, a chi gli chiedeva cosa volesse fare da grande, rispondeva invariabilmente: «Il giornalista». A ventun anni – grazie alla collaborazione con la Difesa del popolo – si è iscritto all’Ordine dei giornalisti del Veneto; a ventotto è stato assunto come praticante al Mattino di Padova. Gli piacciono l’Inter, i francobolli, la politica e… le donne. Ma soprattutto scrivere.
Il parroco: «Tutta la Diocesi diventerà nei prossimi anni una grande collaborazione pastorale, e noi stiamo sperimentando questo. Un’opportunità: si lavora in equipe»
Nella sala Verdi del Caffè Pedrocchi a Padova, giovedì 7 novembre, è stato presentato il progetto del movimento che propone un sistema parlamentare monocamerale, con l'introduzione dell'Assemblea nazionale delle Regioni, e l'elezione diretta del presidente della Repubblica. Con una visione personalistica e cristiana, punta a unire i cittadini oltre la divisione destra-sinistra e a promuovere equità sociale e di genere nel mondo del lavoro e sostegno alle famiglie. Abolita l'Iva per i prodotti di prima necessità.
Quattro “pellegrini della speranza”, abbracciati l’un altro. Quattro figure stilizzate di diverso colore, provenienti da ogni angolo della terra. Con l’aprifila aggrappato a una croce che si prolunga, fino a diventare un’ancora capace d’imporsi su un mare agitato.
Don Luigi Gatto: «Con le messe su YouTube ci seguono dal Sudamerica. Ho tante brave persone attorno: se lasciassi la parrocchia a loro, saprebbero cosa fare»
Nel Cortile Antico di Palazzo del Bo la mostra sul bostrico “Le ferite aperte delle foreste” del fotoreporter ambientalista Michele Lapini. Fino al 1° dicembre
Enzo Croatto oggi ha 92 anni, vive a Padova e nei primi anni Sessanta è stato professore a Longarone. Dopo la tragedia del 9 ottobre 1963 non ha più rivisto molti dei suoi alunni. Agli studenti di oggi ammette: «Sapendo di dover venirvi a parlare non ho chiuso occhio»
«Noi continuiamo a pensare a una società che non c’è più. Invece il cambiamento del paradigma demografico ci obbliga a pensare a una società nuova. Molto più flessibile, in cui le età contano meno. In cui contano di più le possibilità effettive, le disponibilità delle persone. Dobbiamo costruire, un po’ alla volta, un mondo diverso da quello che ci ricordavamo».