Daniele Rocchi

Daniele Rocchi

Amatrice non vuole diventare un presepe. Ora c’è da ricostruire case e attività economiche distrutte

Trenta giorni dopo il sisma, ad Amatrice e nelle zone terremotate comincia a prendere corpo il percorso della ricostruzione. Dopo la riapertura delle scuole, ora è il momento dello sgombero dalle tendopoli. Vitale sarà rilanciare le attività commerciali, distrutte per il 92%.In attesa del decreto sulla ricostruzione, previsto per il 2 ottobre, la comunità si stringe intorno alla piccola Alessia, battezzata il 24 settembre dal vescovo Pompili che l'ha definita “simbolo della nostra speranza, colei che spinge in avanti le lancette dell’orologio ferme alle 3.36 del 24 agosto”.

Amatrice un mese dopo. Mons. Pompili, “riprendiamo il cammino. Piangenti ma non piagnoni!”

A un mese dalla scossa del 24 agosto che ha portato morte e distruzione nel Centro Italia, ad Amatrice il vescovo di Rieti, mons. Pompili, ha celebrato una messa di suffragio. Forte l'invito a riprendere il cammino, "un atto dovuto" a chi non c'è più e a chi è rimasto, come la piccola Alessia, battezzata durante la celebrazione. La ricostruzione non passa solo per le istituzioni ma anche per "le nostre mani che non possono restare inerti o nostalgiche, ma debbono ritrovare l’energia e la voglia di ricostruire insieme". Piangenti ma non piagnoni, il monito del vescovo.

Funerali ad Amatrice. Mons. Pompili: «Non ti abbandoneremo uomo dell’Appennino». Ricostruzione: no a «querelle politica» o «sciacallaggio»

Si sono celebrati ad Amatrice i funerali delle vittime del sisma del 24 agosto. Davanti l’altare 28 feretri, due di colore bianco, quelli di due fratellini, un bambino di tre anni e una bimba di tre mesi che avrebbe dovuto ricevere il battesimo domenica prossima con il nome di Vera. E poi la lunga, commossa lettura dei nomi delle vittime del sisma, 231 ad Amatrice, 11 ad Accumoli. Su un totale di 292. Mons. Pompili nell'omelia: «Il terremoto non uccide. Uccidono piuttosto le opere dell’uomo!». E poi, «disertare questi luoghi sarebbe ucciderli una seconda volta». Papa Francesco, attraverso la presenza del suo elemosiniere, mons. Konrad Krajewski, che ha concelebrato, ha donato alle famiglie colpite una corona del Rosario

Papa Francesco mercoledì alla Gmg. I giovani, la Polonia, Auschwitz-Birkenau e la misericordia

Tre le città toccate da papa Francesco – Cracovia, Czestochowa e Auschwitz – otto i discorsi, tre le omelie e un Angelus. Ad attenderlo non sarà solo la Polonia ma anche oltre un milione e mezzo di giovani provenienti da tutto il mondo. Saranno parole di misericordia quelle che Francesco rivolgerà loro, come attesta il tema di questa Gmg, “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”. Ecco tutte le tappe che scandiranno i prossimi giorni.

Gaza, una Porta Santa aperta nella prigione a cielo aperto più grande del mondo

Il 20 dicembre, nella piccola parrocchia della Sacra Famiglia, a Gaza, il patriarca latino di Gerusalemme aprirà il Giubileo della Misericordia. A varcarla saranno poco meno di 200 fedeli chiamati a testimoniare, con la vita, il perdono e la misericordia a un popolo asfissiato dal blocco israeliano e devastato da tre guerre negli ultimi nove anni. Nonostante la persecuzione, dichiara il parroco padre Mario da Silva, “dobbiamo restare fedeli, perdonare ed essere misericordiosi”.

Aleppo, una Porta Santa aperta tra le macerie della guerra

Il 13 dicembre nella città martire siriana, sotto assedio dal 2012, verrà aperta la Porta Santa nella parrocchia di san Francesco, colpita e danneggiata il 25 ottobre da un lancio di granate. Poteva essere una strage se l’ordigno fosse esploso all’interno invece che all’esterno. Nonostante ciò saranno centinaia i fedeli che l’attraverseranno. Il vicario apostolico di Aleppo, il francescano Georges Abou Khazen: “vinceremo questa guerra con la preghiera, la solidarietà tra di noi e con la misericordia”