Intervista con il vicario della Custodia di Terra Santa, padre Faltas, a 200 giorni dal 7 ottobre 2023. Il conflitto non si arresta, anzi, aumenta di intensità, con gravissime ripercussioni sulle popolazioni civili
"Vogliamo solo sopravvivere, non ci interessa quello che accade fuori dalla Striscia. Non abbiamo cibo, medicine, né casa, né lavoro. Ci hanno tolto anche il futuro": così alcune voci, raccolte dal Sir a Gaza, seguono quanto sta avvenendo fuori dall'enclave palestinese. A preoccupare non è tanto l'escalation di tensione tra Israele e Iran, quanto come sopravvivere alla guerra in corso. Timori per la possibile invasione di Rafah.
La risposta di Tel Aviv all’Iran è arrivata questa mattina, 19 aprile, giorno dell’85° compleanno del Grande Ayatollah Ali Khamenei. Missili e droni israeliani hanno colpito una base militare sita nei pressi di Isfahan, in ritorsione all’attacco di sabato scorso.
“Una reazione soprattutto dimostrativa per recuperare credibilità sia sul piano interno che su quello regionale e internazionale” e che rimette sul tappeto "la questione palestinese da risolvere politicamente". A parlare al Sir è il Custode di Terra Santa, padre Patton, dopo l'attacco iraniano a Israele di due giorni fa.
È in Italia una delegazione dei parenti degli ostaggi israeliani ancora in mano ad Hamas. Ieri mattina è stata ricevuta da Papa Francesco e nel pomeriggio ha incontrato i rappresentanti della stampa. Apprezzamento è stato espresso per l'impegno del pontefice per la liberazione dei loro congiunti ma non sono mancate dure critiche all'Onu ritenuto troppo 'filopalestinese'. Rievocati i fatti tragici del 7 ottobre 2023
Suor Nabila Saleh è uscita da Gaza nei giorni scorsi a causa di precarie condizioni di salute. Di nazionalità egiziana, è rientrata al Cairo, dopo varie traversie che l'hanno portata anche a rischiare la vita nel tragitto dalla parrocchia latina, dove era sfollata dallo scoppio della guerra, al valico di Rafah. La suora, che in questi sei mesi ha lanciato numerosi appelli alla pace e al cessate il fuoco, racconta al Sir la sua esperienza.
"Siamo tutti impotenti di fronte a questa continua escalation di odio" dice al Sir il patriarca di Gerusalemme, card. Pizzaballa che ammette: "Sarà una Pasqua certamente difficile, di basso profilo, ci saranno pochissimi pellegrini, o forse non ci saranno proprio. Comunque - ribadisce - faremo la Pasqua perché anche noi vogliamo celebrare questo passaggio dalla morte alla vita. Oggi è più necessario che mai"
“Alzare lo sguardo per vedere i segni del Risorto” e per “imparare a riconoscere i segni della sua presenza, i modi con cui Egli viene nella nostra storia” soprattutto in questi “giorni terribili che stiamo vivendo che ci hanno chiuso ogni strada, cancellato il futuro”.
Oggi, Venerdì Santo, la Chiesa universale è impegnata nella Colletta per la Terra Santa, “un modo", spiega al Sir padre Patton, Custode di Terra Santa, di partecipare alle sofferenze della comunità cristiana della Terra Santa e di venire incontro ai bisogni della Chiesa di Gerusalemme in questo momento di grande difficoltà”. L'anno scorso raccolti oltre 6,5 milioni di euro. È intenzione di Papa Francesco finanziare, con la Colletta 2024, un progetto umanitario in Gaza o Cisgiordania