Continuano i bombardamenti nella Striscia di Gaza. All'interno della parrocchia latina i circa 700 cristiani pregano incessantemente per la pace. Senza luce, con l'acqua potabile che scarseggia, i religiosi cercano di venire incontro ai tanti bisogni dei fedeli. La testimonianza del parroco Romanelli e di suor Maria del Pilar. La condanna dei patriarchi e dei capi delle Chiese di Gerusalemme e dell'arcivescovo anglicano, Justin Welby
“Ieri abbiamo visto figli seppellire i loro genitori e genitori seppellire i loro figli. Ci sono madri e padri che hanno sepolto tutti i loro figli”: il giorno dopo i funerali delle 18 vittime dell’attacco israeliano al complesso della chiesa greco-ortodossa di san Porfirio a parlare al Sir è padre Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia, l’unica parrocchia cattolica di Gaza, ancora bloccato a Betlemme a causa dell’assedio israeliano.
Israele, poco fa, avrebbe bombardato una casa situata nel terreno della chiesa greco-ortodossa di san Porfirio di Gaza, non distante dalla parrocchia latina della sacra Famiglia.
“La situazione a Gaza è terrificante: macerie ovunque, strade interrotte, non c’è elettricità, non c’è acqua, non c’è cibo...". Comincia così la testimonianza di George Antone, direttore amministrativo di Caritas a Gaza. Antone si trova sfollato nella parrocchia della Sacra Famiglia, l'unica cattolica della Striscia dove insieme ai suoi collaboratori ha organizzato gli aiuti e il servizio alle persone che sono ospitate lì dentro. Un racconto che non tradisce la speranza di questa piccola comunità cristiana
Nuova telefonata di Papa Francesco, ieri, al parroco di Gaza, padre Gabriel Romanelli. Nella parrocchia latina hanno trovato rifugio oltre 500 fedeli. A loro il Pontefice ha fatto arrivare la sua benedizione, affetto e preghiera. "Viviamo in una gabbia circondati da macerie" dice il parroco. I fedeli hanno scelto di restare in parrocchia e di non evacuare al sud: "questa è la nostra casa, non andremo via. Qui ci sentiamo al sicuro"
Centinaia di morti all'ospedale anglicano di Gaza per un attacco le cui responsabilità vengono rimpallate da Israele e Hamas. Le vittime sono in gran parte sfollati che avevano trovato rifugio negli spazi del nosocomio, che aveva subito un attacco lo scorso sabato. La strage ha suscitato forte indignazione e dure condanne. Le parole dell’arcivescovo di Canterbury Justin Welby e del Consiglio mondiale delle Chiese
Oggi è il giorno della preghiera, del digiuno e dell’astinenza per la pace in Terra Santa voluto dal patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa. La presidenza Cei ha invitato tutte le diocesi italiane ad unirsi alla preghiera. A Gaza, sotto le bombe, la piccola comunità continua a pregare per la pace e la fine della guerra
Ancora bombe nella notte a Gaza dove Israele ha preso di mira i quartieri di al-Shujaiya e di al-Zaytoun, dove si trova la parrocchia cattolica della Sacra Famiglia con oltre 500 sfollati. "Non abbiamo avuto danni", dice al Sir suor Maria del Pilar. La comunità cristiana è decisa a restare nella parrocchia e non a evacuare a sud come intimato dall'Esercito di Israele. Ieri sera sono arrivati, via telefono, anche l'incoraggiamento e la vicinanza di Papa Francesco
Sono proseguiti nella notte a Gaza raid aerei e incursioni via terra delle Forze armate israeliane mentre continuano gli appelli delle organizzazioni umanitarie ad Israele perché revochi l'ordine di evacuazione dei palestinesi che abitano nel nord della Striscia. In un comunicato i Patriarchi e i Capi delle Chiese di Gerusalemme chiedono a "tutte le parti a ridurre l’escalation di questa guerra per salvare vite innocenti continuando a servire la causa della giustizia"