La storia dei due italo-israeliani, molto probabilmente rapiti da Hamas nel kibbutz di Be'eri, Eviatar Moshe Kipnis e Lilach Lea Havron, raccontata dal figlio Nadav che rievoca al Sir la mattina dell'attacco e della strage che ha lasciato a terra 108 vittime israeliane. Da quel momento non si hanno più notizie dei suoi genitori e dei suoi parenti. Tutto fa pensare che siano ostaggi dei terroristi
Israele ha intimato ai civili di Gaza City di "evacuare entro 24 ore dalle loro case per la loro sicurezza e protezione e di spostarsi nell'area a sud del Wadi di Gaza". Oltre un milione di persone dovrebbero spostarsi. Anche la piccola comunità cristiana che nelle sue strutture accoglie sfollati, anziani, disabili, bambini, malati. Le reazioni del parroco Romanelli e della preside della scuola del Rosario, suor Saleh: "i diritti umani valgono per tutti meno per i palestinesi". Appello al Papa
La testimonianza di padre Benedetto Di Bitonto, sacerdote responsabile della comunità dei cattolici di lingua ebraica a Gerusalemme: "Nove ore e mezza in fila, preti, ultraortodossi, soldati, laici, persone comuni, per donare il sangue, tra allarmi aerei, solidarietà e unità di intenti. Ecco come dovrebbe essere sempre la realtà, questo è il potenziale d’Israele"
Sono oltre 338.000, secondo l'Onu, gli sfollati a Gaza a causa dei bombardamenti israeliani. Una vera e propria emergenza umanitaria che vede la piccola comunità cristiana, poco più di 1.000 fedeli su 2,3 milioni di abitanti musulmani, aprire le porte delle loro strutture agli sfollati. A raccontarlo al Sir è suor Nabila Saleh, preside della scuola più grande della Striscia e il parroco latino, padre Romanelli.
Si parla sempre più con insistenza di un’invasione terrestre di Gaza da parte di Israele. Quali sono le opzioni sul campo? Quali le incognite e i rischi di una simile offensiva? Lo abbiamo chiesto a Claudio Bertolotti, esperto dell’Ispi e direttore di Start InSight che dichiara: "Israele vuole agire in modo deciso e esplicitamente violento"
“Ieri ho parlato con Papa Francesco che mi ha manifestato la sua vicinanza e la sua preghiera per tutta la comunità ecclesiale di Gaza e per tutti i parrocchiani e abitanti”.
Quarto giorno di guerra: nella notte Israele ha colpito 200 obiettivi nella Striscia di Gaza, cinta d'assedio, senza forniture di acqua, cibo e carburante. A Gaza sarebbero tenuti in ostaggio tra i 100 e i 150 ostaggi israeliani, ma nessun negoziato sarà avviato da Hamas finché continueranno i bombardamenti
“La situazione è molto grave, come mai accaduto fino ad oggi. Nella notte appena trascorsa i rombi degli aerei e gli scoppi delle bombe sono stati infernali. Abbiamo paura e non sappiamo cosa fare. Pregate per noi, pregate per la pace”: è la drammatica testimonianza di suor Nabila Saleh, direttrice della “Rosary Sisters School” di Gaza raccolta dal Sir.
"Possiamo chiamarlo anche l'11 Settembre di Israele ma ciò che balza agli occhi, in questo caso, è il salto di qualità che supera l’azione terroristica". Così Matteo Bressan, docente di studi strategici presso la Lumsa-Master school, legge l'attacco di Hamas ad Israele. Un salto di qualità che infligge una dura prova al mito della sicurezza, un vanto per Israele. Dietro l'aggressione militare l'ombra nitida dell'Asse della resistenza, Iran e Hezbollah libanesi