A Medjugorje, località bosniaca nota per le apparizioni mariane che alcuni veggenti affermano di avere dal 24 giugno del 1981, si prega per la pace in Ucraina. Negli abitanti del posto è ancora viva la memoria della guerra in Bosnia, scoppiata 30 anni fa. Intanto, in attesa del pieno ritorno dei pellegrini, dopo il Covid, sono arrivati 200 profughi ucraini. La testimonianza di mons. Aldo Cavalli, Visitatore apostolico a carattere speciale per la parrocchia di Medjugorje.
Una settimana fa sono arrivati a Medjugorje circa 200 profughi ucraini, tutte donne con figli tra 1 e 15 anni. I primi in tutta la Bosnia-Erzegovina. Altri ne arriveranno nelle prossime settimane. La città mariana ha aperto le sue porte e ha avviato un cammino di accoglienza materiale e spirituale. Domenica è stata una giornata di festa. Questo il racconto del Sir.
Il tentativo di mediazione del primo ministro israeliano Naftali Bennett che sabato scorso ha incontrato a Mosca Vladimir Putin: le reazioni dell'ambasciatore di Israele presso la Santa Sede, Schutz, e quelle delle comunità cattoliche russofone in Israele.
Si sono chiusi nella serata di ieri, sulle rive del fiume Pripyat, nella regione di Gomel (Bielorussia), i primi colloqui tra le delegazioni di Russia e Ucraina, per trovare una via di uscita al conflitto in corso da giorni. Non è stato raggiunto nessun accordo per una tregua o un cessate-il-fuoco, ma le parti hanno concordato di rivedersi nei prossimi giorni dopo aver consultato i rispettivi governi. Ne abbiamo parlato con Claudio Bertolotti, esperto dell’Ispi e direttore di Start InSight
Si è svolta questa mattina, a Firenze, l'incontro conclusivo del Forum dei vescovi e dei sindaci del Mediterraneo. Una sessione ricca di testimonianze tra le quali quelle dei sindaci di Atene, Gerusalemme e Istanbul
“La coscienza della necessaria collaborazione tra l’istanza religiosa, rappresentata in questo caso dai vescovi e si spera in futuro anche da vescovi di altre denominazioni, imam e rabbini, e quella civile, rappresentata dai sindaci delle città del Mediterraneo. I vescovi e i sindaci, infatti, rappresentano il loro territorio, i loro abitanti con peculiarità e storie definite”.
Oggi, a Norcia, tra le macerie della basilica di San Benedetto, una delle icone del sisma del 2016, viene accesa, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la Fiaccola benedettina "Pro Pace et Europa Una". Un messaggio di pace e di unità che arriva a breve distanza dall'attacco russo all'Ucraina. Il Sir ha posto alcune domande al Sindaco di Norcia, Nicola Alemanno
“L’accensione della fiaccola di San Benedetto che porta la denominazione ‘pro europa’, assume quest’anno, e per due ragioni specifiche, un significato particolare: la prima certamente per la presenza di Mattarella che viene per la prima volta, dopo esser stato rieletto, a visitare le nostre terre e a rendere omaggio a queste zone che portano ancora sulla pelle, gravi, le ferite del terremoto.