Celebrata a Betlemme la Messa di Mezzanotte. Dalla città natale di Gesù il patriarca latino Pizzaballa ha ricordato che "per vivere il Natale è necessario udire la voce di Dio". Per questo "abbiamo bisogno di testimoni credibili per ritrovare la via che porta a Betlemme". Un pensiero dedicato alla Palestina, alla Giordania, a Gaza e a Israele, dove "non mancano voci di persone, movimenti, associazioni impegnate nella promozione della coesistenza, del rispetto e dell’accoglienza reciproche”.
Nella Siria in guerra da oltre 10 anni c'è una piccola comunità cristiana che si appresta a vivere il Natale. Si tratta dei fedeli dei tre villaggi ‘cristiani’ di Knayeh e Yacobieh e Gidaideh, nella provincia di Idlib, vicino al confine turco nella Siria occidentale, l’unica area controllata dai gruppi jihadisti oppositori al regime del presidente Assad. Guidati dal parroco, padre Hanna Jallouf, si ritroveranno nella loro chiesa priva di luci, di croci e di campane per festeggiare la nascita di Cristo. Padre Jallouf: "Un Natale senza luci ma con la vera Luce"
Rimanere fedeli alle proprie radici e guardare sempre l’orizzonte perché “Dio non delude, potete fare cose grandi!”: Papa Francesco si rivolge così ai giovani di Betlemme e della Terra Santa in un video messaggio, registrato con lo smartphone dal Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, durante la sua recente visita a Cipro.
È cominciata ieri (fino a domani) la tradizionale ‘visita natalizia’ del patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, alla parrocchia latina della Sacra Famiglia, l’unica cattolica della Striscia di Gaza, dove si contano in totale circa mille cristiani, dei quali un centinaio i cattolici, su due milioni di abitanti. Il racconto del parroco, padre Gabriel Romanelli
“In tutta la Terra Santa, i cristiani sono diventati il bersaglio di attacchi frequenti e prolungati da parte di frange radicali. Dal 2012 ci sono stati innumerevoli episodi di aggressioni fisiche e verbali contro sacerdoti e altri membri del clero, attacchi a chiese cristiane, con luoghi santi regolarmente vandalizzati e profanati e continue intimidazioni nei confronti dei cristiani locali che cercano semplicemente di esercitare la propria fede liberamente e di svolgere la loro vita quotidiana. Queste tattiche vengono utilizzate da gruppi radicali nel tentativo sistematico di cacciare la comunità cristiana da Gerusalemme e da altre parti della Terra Santa”.
Da un anno e mezzo circa è attivo nella Striscia di Gaza il progetto "Aiuto ai bambini farfalla" portato avanti dalla locale parrocchia latina insieme all'ong della Custodia di Terra Santa, Pro Terra Sancta (Pro Ts). Si occupa di pazienti, in gran parte bambini, affetti da epidermolisi bollosa (Eb), rara malattia genetica che provoca bolle e lesioni in corrispondenza della pelle e delle mucose interne. Li chiamano “bambini farfalla” perché non possono essere toccati o abbracciati, anche un semplice contatto potrebbe recare loro danno e dolore. Il Sir ha raccolto le testimonianze del parroco, padre Romanelli e del responsabile del progetto, Vincenzo Bellomo, rientrato proprio in questi giorni dalla Striscia
Lo abbiamo visto a fianco di Papa Francesco praticamente per tutta la durata del viaggio apostolico a Cipro e in Grecia, durante il quale gli ha fatto da interprete. È padre Eduardo Masseo Miguel Gutierrez Jimenez, giovane frate della Custodia di Terra Santa. Il Sir ha raccolto la sua testimonianza condita da un aneddoto
L'attesa della Chiesa cipriota nelle parole del patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa: "Una Chiesa viva e multiculturale che attende conforto e incoraggiamento da Papa Francesco per continuare ad essere un laboratorio di dialogo e ospedale da campo per i più bisognosi come i migranti in fuga guerre e povertà"
Padre Jerzy Kraj, religioso francescano, vicario patriarcale per Cipro, racconta al Sir le ultime ore che separano l'isola più grande del Mediterraneo dall’arrivo di Papa Francesco previsto per il primo pomeriggio di domani 2 dicembre