“In 30 anni trascorsi in Terra Santa ho visto tanti fallimenti dei progetti di pace e della politica e insieme a me anche la nostra gente. Parlare di pace ormai è uno slogan retorico in un contesto dove il conflitto esiste e lo tocchi con mano ogni giorno. Come Chiesa, tuttavia, non possiamo rinunciare a parlare e a sognare la pace che non deve partire dalle attese politiche ma dal nostro atteggiamento come persone e come comunità. Partire dal basso”.
In Afghanistan, più di 300.000 bambini si trovano senza abbigliamento invernale e riscaldamento adeguati a dover affrontare un inverno, col rischio di ammalarsi e nei casi peggiori anche di perdere la vita.
Oggi nella diocesi di Sisak è giorno di digiuno per chiedere a Dio che “ci protegga da ulteriori disgrazie e sofferenze”. A raccontare al Sir lo stato d'animo della popolazione terremotata dei centri più colpiti dal sisma del 29 dicembre scorso è il vescovo locale, mons. Vlado Kosic. Sempre oggi a Sisak un incontro interreligioso. "Dal terremoto - dice il vescovo - ne usciamo tutti insieme"
“Le notizie sono ancora frammentarie e confuse, i collegamenti telefonici ed elettrici sono saltati. Ma la situazione è grave”: a parlare al Sir è don Zeljko Tanjic, rettore dell’Università cattolica di Zagabria.
A 24 ore dal forte sisma che ieri ha colpito la Croazia si fa la conta dei danni e delle vittime, sette di cui due bambini. La macchina dei soccorsi si è subito attivata e anche Caritas Croazia è impegnata nell'assistenza della popolazione terremotata. La testimonianza di Suzana Borko, vice direttrice di Caritas Croazia e responsabile per le emergenze: "nessuno sarà abbandonato. Resteremo con loro fino alla fine. Questa è la nostra missione, la missione della Chiesa. Li aiuteremo a ricostruire e a ricostruirsi”
La Presidenza della Cei ha deciso lo stanziamento di 500mila euro dai fondi otto per mille, che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, come prima forma di aiuto alle vittime del terremoto che sta colpendo la Croazia.
Il patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, delinea al Sir gli ultimi sviluppi del programma della visita di Papa Francesco in Iraq. Oltre alle visite, già annunciate, a Baghdad, a Ur dei caldei, Mosul, Qaraqosh e Erbil (qui la messa si celebrerà in uno stadio), il Papa potrebbe visitare Najaf, città santa degli sciiti e incontrare la guida spirituale Ali Al-Sistani. I due potrebbero firmare il documento di Abu Dhabi. Nel logo della visita il versetto del Vangelo di Matteo "Voi siete tutti fratelli".
Nel giorno di Santo Stefano, protomartire, dalla Nigeria arriva la testimonianza di don Joseph Bature Fidelis della diocesi di Maiduguri, la capitale dello stato federale di Borno (nord-est del Paese). Qui si dice sia ‘nato’ il gruppo jihadista Boko Haram, affiliato allo Stato Islamico che minaccia la vita delle comunità cristiane locali
“Quella che stiamo vivendo qui, adesso, è un’ora di grazia! Non è una pia illusione, né fuga romantica in una religione rassicurante o in una consolazione a buon mercato. ‘Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un Figlio’: questa è la certezza dei cristiani. La notte, qualunque notte, non è l’ultima parola sulla storia nostra e dell’umanità. Se Colui che è Luce da Luce è nato di notte, allora anche la notte appartiene al giorno, anzi, la notte diviene natalizia, cioè diviene luogo di una nuova e possibile nascita”.