È morto ieri sera presso una clinica romana, dove era ricoverato in condizioni critiche per una malattia diagnosticata a fine gennaio, il Gran Maestro, Fra’ Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto.
Rabbini capo, patriarchi, arcivescovi, imam e sceicchi insieme in una preghiera comune per chiedere a Dio di alleviare la sofferenza nel mondo colpito dalla pandemia di coronavirus.
“Cristo risorto irrompe nelle nostre povere esistenze e le illumina con una nuova luce. E proprio ora, in un tempo in cui sentiamo forte il desiderio di gridare il comune bisogno di salvezza, ne siamo impediti. E così ci rendiamo conto di quanto ci manchi celebrare l’amore che vince ogni morte. Come ci pesa questa solitudine, come è faticoso farci guidare da Lui su questi sentieri sconosciuti!”: lo ha detto l’amministratore apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme, mons. Pierbattista Pizzaballa, celebrando ieri la Pasqua nella Città Santa.
“Gesù risorto è ora la mia speranza certa, accoglierlo con fede è ricevere l’unico vaccino che mi può salvare dal virus della morte, della paura e dell’angoscia, dal virus del male che contagia la nostra umanità e la nostra storia, dal virus di una vita senza senso e senza scopo”.
“Mio Dio, mio Dio perché mi hai abbandonato?”: l’invocazione di Gesù crocifisso sul Golgota risuona oggi più viva che mai nel Calvario delle genti terremotate del Centro Italia. Una doppia Via Crucis, generata sui disastri del sisma del 2016 e adesso sulla minaccia subdola del virus. La raccontiamo con le voci dei vescovi di Spoleto-Norcia, Rieti e Camerino-San Severino Marche
Striscia di Gaza e Idlib, sono due dei tanti Calvari dell’umanità di oggi. Non esiste il “Terzo Giorno” per queste terre e per i loro abitanti, circondati da muri e da macerie, costretti a vivere in condizioni inumane, privi di tutto e soprattutto di prospettive future degne di questo nome. E adesso anche minacciato dal Coronavirus. Il racconto del Venerdì Santo nella voce dei cristiani locali
La Pasqua in Albania dove vive una piccola comunità cattolica. Ferito dal sisma del 26 novembre 2019 e sotto attacco del Coronavirus, il Paese delle Aquile sta reagendo come raccontano al Sir mons. Frendo, arcivescovo metropolita di Tirana-Durazzo e Roberta Profka, direttrice di “Shis”, ong albanese partner locale di Avsi. Da tutti arriva il grazie all'Italia per l'amicizia sempre dimostrata. "I nostri 30 medici sono lì da voi per dirvi grazie"
"La Pasqua non è un mito, è la verità cui ci aggrappiamo”. Da Gerusalemme, il Custode di Terra Santa padre Francesco Patton, invita ad “alzare lo sguardo verso il Sepolcro vuoto di Cristo” e non a “fermare il nostro cuore al Venerdì Santo”. Nella Città Santa, seppur vuota di pellegrini e con la Basilica del Santo Sepolcro chiusa ai fedeli, la Pasqua 2020 sarà più che mai nel segno della Resurrezione nonostante il Coronavirus Covid-19. "La Basilica vuota è in qualche modo il riflesso del senso di vuoto che l’umanità sta vivendo. Ma la tomba vuota è il segno della vittoria sulla morte".
“La commemorazione dell’anniversario del terremoto, in questo periodo è avvolto da un velo di tristezza aggiunta. Tuttavia, l’allerta da coronavirus non riuscirà ad ammutolire la memoria del rovinoso sisma del 2009”.