Daniele Rocchi

Daniele Rocchi

8 marzo: la coperta di Linda e Tamara e delle ragazze irachene di Rafedìn

Nell'atelier di “Rafedin - Made by Iraqi Girls”, ad Amman in Giordania, 23 ragazze cristiane irachene, costrette a fuggire dallo Stato Islamico e dalla violenza scoppiata nel loro Paese, provano a intessere i fili spezzati delle loro vite per  ricostruirne la trama. Sognando una vita sicura e dignitosa, realizzano manufatti che sono tutti pezzi unici. Ma la cosa più bella che hanno realizzato è una coperta in patchwork, fatta di tante pezze e ritagli diversi di stoffa messi insieme, un vero mosaico di colori e geometrie. "È ciò che ci rappresenta meglio - dicono - perché quando siamo unite vinciamo"

Coronavirus Covid-19. Padre Romanelli (Striscia di Gaza): “Implementate le misure precauzionali. La paura uccide più del virus”

Anche se fino ad oggi non si hanno notizie di casi di contagio da coronavirus nella Striscia di Gaza, l'esigua comunità cristiana ha messo in atto tutte le indicazioni fornite a più riprese dal Patriarcato latino di Gerusalemme. Sospese messe e attività pastorali, i fedeli si ritrovano nei gruppi social per pregare insieme e trasformare questo tempo di prova in una opportunità per approfondire la propria fede. Il parroco don Romanelli: "Non dobbiamo avere paura, perché la paura uccide più del coronavirus. Dobbiamo credere nella vita senza arrenderci alle difficoltà. Verrà del bene anche dal coronavirus"

Combattimenti a Idlib. Padre Jallouf (Knaye): “Sfollati in fuga dormono anche nei pollai e sotto gli alberi”

Infuriano i combattimenti nella zona di Idlib dove si fronteggiano l'esercito del presidente Assad e l'aviazione dell'alleato russo, e i ribelli sostenuti dalla Turchia. Oggi a Mosca il vertice tra Putin e Erdogan per trovare una soluzione e porre fine in qualche modo all'emergenza umanitaria che coinvolge centinaia di migliaia di sfollati, 950 mila secondo l'Onu. Il 60% degli sfollati sono bambini e il 20% sono donne. La testimonianza di padre Hanna Jallouf, francescano della Custodia di Terra Santa e parroco latino di Knaye, uno dei tre villaggi cristiani della Valle dell’Oronte: "La sofferenza degli sfollati è incredibile".  

Voto in Israele: Netanyahu vince ma non ottiene la maggioranza. Ora è caccia ai seggi mancanti

Il voto del 2 marzo in Israele ha sancito la vittoria del Likud, il partito del premier uscente Benjamin Netanyahu. Un successo che, tuttavia, non basta a garantire la maggioranza alla Knesset. Il blocco di destra si ferma infatti a 59, due seggi in meno dei 61 necessari per governare. La coalizione centrista di Benny Gantz si attesta a 54. Storica affermazione della Lista Araba Unita che porta a casa ben 15 seggi. Ago della bilancia ancora una volta potrebbe essere il leader del partito laico di destra Israel Beytenu, Avigdor Liberman, con 7 seggi. A questo punto comincia la caccia ai seggi mancanti. A pesare sul quadro politico saranno anche le vicende giudiziarie: il 17 marzo prende il via, infatti, il processo per corruzione, frode e abuso di potere contro Netanyahu

Afghanistan: accordo Usa-Talebani. Bertolotti (Start Insight): “Accordo storico ma la pace resta ancora lontana”

A Doha, in Qatar, Usa e Talebani hanno firmato, il 29 febbraio, un accordo "di pace" che potrebbe mettere la parola fine ad una guerra quasi ventennale. Ne parliamo con Claudio Bertolotti, direttore di Start InSight, tra i massimi esperti di Afghanistan e con padre Giovanni Scalese che, da Kabul, guida la missione sui iuris nel Paese. Entrambi d'accordo: un passo verso la pacificazione del Paese ma non lasciarsi andare a facili entusiasmi. Il rischio guerra civile rimane dietro l'angolo

Combattimenti a Idlib. Bressan (Lumsa): “Situazione preoccupante per il coinvolgimento di un Paese Nato, la Turchia, e della Russia”

Sale la tensione in Siria, dove si combatte a Idlib. Ieri sera un raid dell’aviazione russa, alleata del presidente Assad, ha ucciso almeno 33 militari turchi presenti nella zona a sostegno delle milizie ribelli. La Turchia ha chiesto la convocazione, per oggi a Bruxelles, del Consiglio Nord Atlantico.  Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha espresso “condoglianze e piena solidarietà” alla Turchia. La popolazione civile, tra due fuochi, sta pagando un prezzo altissimo e cerca di fuggire in Turchia. Erdogan ha già detto che non controllerà i flussi migratori verso l’Europa. Un modo di fare pressione politica verso l’Ue. L'analisi dell'esperto Matteo Bressan e il grido di mons. Jean Abdo Arbach, arcivescovo melchita di Homs, Hama e Yabrud e presidente di Caritas Siria: "è una guerra totale"

Migranti. Sulla Rotta Balcanica si gioca il “game” della vita

I migranti lo chiamano “The Game” (il gioco), che poi proprio un gioco non è, anzi. Perché è molto pericoloso. Il ‘gioco’ consiste nell’attraversare i confini dei Paesi balcanici per cercare, a costo della vita, di entrare in territorio Ue, vera meta finale, percorrendo sentieri impervi, evitando fili spinati, barriere, telecamere termiche, droni, polizia, manganelli e forze armate. Terreno di gioco: la Rotta Balcanica. A raccontarla al Sir è Daniele Bombardi, coordinatore di Caritas Italiana nei Balcani