Oggi il summit informale nella capitale francese al quale Macron ha invitato i leader di Danimarca, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito e Spagna, oltre a Von der Leyen, Costa e Rutte. Posizioni differenti, ma comune preoccupazione per il prosieguo del conflitto e per un possibile accordo tra Washington e Mosca a danno del popolo ucraino e della sicurezza continentale.
La presidente della Commissione Ursula von der Leyen raccoglie l’allarme lanciato da Mario Draghi e propone il "Competitiveness Compass". Stéphane Séjourné, vicepresidente, ne parla come di una “dottrina economica per i prossimi cinque anni”. Ci sono sfide da raccogliere, ritardi da colmare e molto dipende dalle scelte dei Paesi membri
L’arcidiocesi di Monaco e Frisinga è “profondamente sconcertata” dal presunto attacco durante uno sciopero organizzato dal sindacato Ver.di. a Monaco di Baviera, durante il quale un’auto si è schiantata contro una folla di dimostranti.
Nell’era della politica muscolare e urlata, l’emiciclo di Strasburgo offre ancora la possibilità di un confronto tra diverse visioni. 720 deputati, in rappresentanza di 450 milioni di europei, portano in emiciclo posizioni anche diametralmente differenti su democrazia, sicurezza, temi sociali, lavoro, ambiente, energia, digitale… Un’“agorà” multilingue, con poteri legislativi e di bilancio, che oggi costituisce un raro spazio di mediazione
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che oggi è in Terra Santa, ribadisce la posizione italiana per la soluzione "due popoli, due Stati". Sconcerto generalizzato per le parole del Presidente Usa in Egitto, Giordania, e persino in Cina e Turchia. Ma a Tel Aviv c'è chi esulta
Il presidente del Consiglio europeo, il portoghese Antonio Costa, ha convocato "informalmente" i 27 capi di Stato e di governo con un solo punto in agenda: la difesa. La minaccia russa, le instabilità e i conflitti nel mondo spingono l'Unione europea a serrare i ranghi. Si discuterà di sicurezza e industria bellica: la ricerca della pace sembra passare in secondo piano
Bruxelles e Strasburgo osservano, tra soddisfazione e preoccupazioni, ciò che accade a Washington. C'è chi vede nel neo presidente il profeta di una politica ispirata dai valori tradizionali e capace di rispondere alle attese dei cittadini; altre voci ne tratteggiano un profilo minaccioso per la stabilità internazionale e un nemico dell'integrazione europea
Il presidente del Consiglio europeo tratteggia le sfide che attendono l'Ue nell'"era Trump". Un vocabolario quasi "giubilare" quando parla di pace, equità, lotta alla povertà. Ma non trascura il suo ruolo di "portavoce" dei 27 leader dell'Unione europea: per cui si sofferma su temi come la difesa, il sostegno all'Ucraina, la competitività economica, le preoccupazioni per le mosse della nuova amministrazione statunitense