Non c’è dubbio che una delle “ossessioni” della Difesa negli anni della Grande guerra (e non solo) fosse rivolta alla tutela del buon costume, con particolare riguardo ai nuovi atteggiamenti del mondo femminile. Questo centenario ha posto molta attenzione al ruolo della donna, coprotagonista del conflitto accanto all’uomo combattente e fatalmente destinata a veder mutare il proprio ruolo sociale. Ma fuori dalle mura domestiche, i pericoli per la morale sono evidenti...
Sulla Difesa del 2 settembre 1917, la prima pagina è interamente occupata dall’appello del vescovo Pellizzo alla preghiera e alla penitenza per il dono della pace “secondo i desideri del Santo Padre”, che nei primi giorni di agosto aveva mandato ai governi dei paesi belligeranti una nota che li invitava a iniziare trattative di pace.
Quello dei cappellani militari era un ruolo “privilegiato” ma esigente. Eliminati dallo stato unitario, furono reintrodotti alla vigilia della dichiarazione di guerra dal generale Cadorna. Il loro ruolo fu pastorale ma anche propagandistico, per sostenere il morale e la disciplina della truppa. La Difesa sottolinea costantemente il loro spirito di sacrificio e il loro valore. E nel numero del 10 agosto 1917 annuncia la medaglia d’argento conferita a don Giovanni Rossi, sacerdote padovano cappellano dei Granatieri di Sardegna.
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La prima grande tragedia di quell’anno orribile che fu il 1917, alla fine dell’inverno più freddo del secolo, iniziò il 10 giugno, alle 5.15, con l’avvio del “tiro di distruzione” delle artiglierie italiane sull’Ortigara. L'8 e 9 giugno Asiago farà memoria di quel passaggio cruciale della Grande guerra con due giorni di eventi.Acquista la prima pagina dell'1 luglio 1917 in formato ad alta risoluzione nel nostro e-shop
A ridosso della festa del lavoro del 1° maggio 1917,la Difesa del popolo coglie l’occasione per aprire con una riflessione sul futuro del socialismo, che riassume e attualizza una lunga opposizione, aperta con la nascita stessa del settimanale diocesano.Acquista la prima pagina del 29 aprile 1917 in formato ad alta risoluzione nel nostro e-shop.
Per una volta invece di leggere quali fatti la Difesa del popolo offre ai suoi lettori per capire il momento che l’Italia e la chiesa locale stanno vivendo, ci soffermiamo su un articolo che ripensa al modo con cui il settimanale si offre e al fine che si propone.Acquista la prima pagina dell'11 febbraio 1917 in formato ad alta risoluzione nel nostro e-shop.
Dopo la sconfitta di Caporetto, nell'ultimo anno di guerra il ruolo della struttura ecclesiastica, dai vescovi ai preti ai cappellani militari, è essenziale per la tenuta del paese. La chiesa italiana comunque è quella, tra le europee, che rimane più fedele alla linea della Santa Sede evitando eccessi nazionalistici e bellicistici. Il suo ruolo viene affrontato nel nuovo corso della Societas veneta, che si apre sabato 18 febbraio con un ospite d'eccezione.
I pochi interventi di censura rilevabili sulla Difesa appaiono interessanti. Il primo, più vistoso, è quello del 3 dicembre 1916.Non meno significativo appare anche un taglio breve censorio sul numero del 20 gennaio 1918 quando si comunicano le condizioni poste da inglesi e americani per iniziare le trattative di pace. Quando fu il papa a fare la proposta, scrive la Difesa, «si trovò in lui l’amico della Germania, il conculcatore d’ogni diritto e chi più ne ha più ne mett...». Seguono cinque righe bianche. Anche le parole del papa, a quanto sembra, potevano danneggiare le sorti della guerra...Acquista la prima pagina del 3 dicembre 1916 in formato ad alta risoluzione nel nostro e-shop.