Durante i quattro giorni del Laboratorio giovani “Credere domani”, la parola che è risuonata maggiormente nelle sale della casa di spiritualità San Fidenzio di Verona è stata senza dubbio “ascolto”.
Quel che conta, alla fine, è avere una visione e trovare il coraggio di portarla avanti, anche al costo di relegare in secondo piano logiche di corto respiro improntate al consenso immediato. Applicare questo enunciato all’operazione che Mario Draghi ha fatto a inizio settimana a Bruxelles ha un che di riduttivo, ma se vogliamo portare all’estremo la sintesi del suo rapporto sulla competitività dell’Unione Europea, non si può che arrivare a queste conclusioni.
Non avere soldi a sufficienza per abitare là dove si è nati. O dove si lavora. O per avere un tetto sopra la testa, tout court. Italia 2024, la casa sta diventando sempre più un’emergenza e non è un caso se, nei giorni scorsi, il presidente di Confindustria Emanuele Orsini ha lanciato un appello al Governo a intervenire in sede di legge di bilancio. Le tessere del puzzle sono molte, il quadro d’insieme è assai complesso. Padova è un caso a sé.
C’è una domanda che attanaglia il rientro dalle vacanze di lavoratori, famiglie, organizzazioni, politici e dirigenti: per quale motivo i giovani stanno lasciando sempre più in fretta l’Italia e al contempo il nostro Paese non è in grado di attrarre pari età stranieri da inserire nel suo sistema produttivo? Come dite?
Sdraio e ombrelloni a centinaia (se non migliaia) di euro al giorno? Nell’Italia del 2024 sembra sempre più diffusa la moda del lido super-lusso per (micro)vacanze esclusive, almeno a leggere i giornali, che pure, tra tensioni geopolitiche, sbalzi in borsa e bilanci regionali a ridosso di Ferragosto, non sarebbero di certo a corto di informazione.
Insomma, quell’“Ultima cena” nella cerimonia d’inaugurazione delle Olimpiadi in corso a Parigi non ci è proprio andata giù. A noi credenti? Ai battezzati magari non così praticanti? Agli italiani che magari non credono ma tengono alle tradizioni religiose e non del nostro Paese? Agli indifferenti? Verrebbe da dire: a molti tra gli appartenenti a tutte queste categorie. Ce lo dicono i minuti di tg e i litri d’inchiostro dedicati ai fatti in questa settimana.
«Il primo partito che si libererà del suo candidato ottantenne vincerà le elezioni». A pronunciare questa frase, in tempi non sospetti, è stata Nikki Haley, repubblicana di ferro, già ambasciatrice Usa all’Onu, fino al 6 marzo in corsa per la nomination alla Casa Bianca, adesso sostenitrice accanita di Trump, come del resto tutto il Grand Old Party (il grande vecchio partito, come gli americani chiamato il partito Repubblicano).