«In questo momento della mia vita mi trovo in un assurdo disagio che non mi permette di essere ciò che sono». Di fronte a parole come queste, è meglio il silenzio. D’un tratto la grande giostra del pallone – che ha fatto carte false per non fermarsi nemmeno di fronte all’ecatombe – sbatte contro l’umanità di un uomo vero e si rende conto che attorno al gioco si fa sul serio: in gioco c’è la vita.
Oltre cento tra pediatri ospedalieri e di libera scelta, psicologi, ma anche educatori anestesisti, chirurghi, osteopati e infermieri da tutto il Veneto e oltre hanno deciso di scendere in campo per dire che la riapertura delle scuole, specie dell'infanzia e la primaria, non è più rinviabile.
I cento tigli fuori dal cimitero monumentale di Bergamo. Le note di Paolo Fresu. Le parole commosse delle autorità. Ricordare non basta, occorre programmare e agire. Questo è guardare al futuro
Tobias Jones non ne dubita. Il lockdown vero e proprio di un anno fa «ha cambiato non solo il modo in cui gli stranieri vedevano l’Italia, ma anche il modo in cui gli italiani vedevano se stessi.
Il vescovo Claudio ha scelto l’inizio della Quaresima, «tempo di “esodo” e di “conversione”», per comunicare alla Chiesa di Padova, in maniera ufficiale, «la decisione di indire un Sinodo diocesano».
Nell’ultimo mese, in Africa, le morti causate da Covid-19 sono schizzate all’insù del 40 per cento. Parliamo di 22.300 persone che hanno perso la vita a fronte delle 16 mila dei 28 giorni precedenti. Fino al 19 febbraio, i contagi sul continente erano 3 milioni 796 mila, 100.294 i decessi.
Il vescovo Claudio e la pandemia. L’episodio più toccante: aver permesso a un sacerdote uscito dal ministero di dare l’unzione dei malati alla madre morente
È passato un anno. Il 21 febbraio del 2020 era una giornata di sole e nulla faceva presumere ciò che si sarebbe verificato nelle ore successive. Di Coronavirus si parlava, ma la sensazione che accompagnava la parola aveva un che di lontano ed esotico, come prima erano state la Sars, la Mers o l’Ebola.