"Compassione": è la parola al centro dell'omelia del sesto Concistoro di Papa Francesco, pronunciata nella basilica di San Pietro davanti ai 13 nuovi cardinali. “Tanti comportamenti sleali di uomini di Chiesa dipendono dalla mancanza di questo senso della compassione ricevuta, e dall’abitudine di guardare da un’altra parte, dall’abitudine dell’indifferenza”, il monito del Santo Padre: "Quando un uomo di Chiesa diventa funzionario, questo è l'esito più amaro"
Ai nastri di partenza il Sinodo per l'Amazzonia, a cui parteciperanno in Vaticano, dal 6 al 27 ottobre, 184 padri sinodali. "Si incentra sulla missione evangelizzatrice della Chiesa in Amazzonia e sulla tematica ecologica", ha precisato il card. Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi. “Un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale", gli ha fatto eco il card. Claudio Hummes, presidente della Repam e relatore generale. 35 le donne che partecipano all'assise, il numero finora più alto per un Sinodo. 17 i rappresentanti dei popoli indigeni.
All'indomani della sentenza della Consulta sul suicidio assistito, la conferenza stampa di chiusura del Consiglio permanente della Cei (23-25 settembre) è stata quasi interamente dedicata ai temi del "fine vita". Mons. Stefano Russo, segretario generale: “Qui si creano i presupposti per una cultura della morte, in cui la società perde il lume della ragione. Stiamo assistendo ad una deriva della società, dove il più debole viene indotto in uno stato di depressione e finisce per sentirsi inutile”. “Speriamo che ci siano dei paletti forti”, l’auspicio. Nessuna "frattura" tra Chiesa e Stato, "siamo stati sempre attenti al dialogo". Appello per l'obiezione di coscienza
Alla vigilia della sentenza della Consulta, il vicepresidente della Cei, mons. Mario Meini, torna ad esprimere - dopo il card. Bassetti e il Papa - la preoccupazione della Chiesa italiana "per la possibilità di ammettere il suicidio assistito". Nei confronti del nuovo Governo, fa notare il vescovo di Fiesole, "le attese della gente sono alte", sere "stabilità politica fondata su maggioranze chiare e su programmi solidi e condivisi". Al centro del Cep, gli Orientamenti pastorali del prossimo quinquennio. Parola d'ordine: "missionarietà". Il Sinodo per l'Amazzonia e la prossima Settimana sociale per "un nuovo equilibrio tra ambiente e lavoro". Migrazioni e nullità matrimoniale tra gli altri temi
"Accettare la sfida dell'accoglienza e della protezione dei migranti" e "incentivare una conversione ecologica integrale". Sono i due imperativi centrali del viaggio del Papa nelle isole Maurizio, ultima tappa in Africa dopo il Mozambico e il Madagascar. I mauriziani pianteranno 100mila alberi, che Francesco ha benedetto al termine del discorso alle autorità. Al centro delle sue preoccupazioni: i giovani, ai quali bisogna dare "un postoÈ" nella Chiesa e nella società.
La visita alla "Città dell'amicizia" e la messa al Campo diocesano Soamandrakizay, davanti a un milione di persone, tra i momenti salienti del viaggio del Papa in Madagascar, seconda tappa del viaggio in Africa. "La povertà non è una fatalità", il grido sotto forma di appello: "La disoccupazione sparisca dalla società". "Il cristiano non può stare a braccia conserte", il monito. "Non può esserci un vero approccio ecologico né una concreta azione di tutela dell'ambiente senza giustizia sociale", la tesi sulla sostenibilità ambientale
"Riconciliazione". È la parola chiave del viaggio in Mozambico, prima tappa del 31° viaggio internazionale del Papa, che visiterà anche il Madagascar e le isole Maurizio. Già al primo discorso Francesco ha chiesto il "coraggio della pace", citando San Giovanni Paolo II e Paolo VI. Nella messa finale a Maputo, 60mila persone lo hanno accolto con canti e danze, nonostante la pioggia
Dal 4 all'11 settembre, il Papa tornerà per la quarta volta in Africa. Il viaggio apostolico in Mozambico, Madagascar e Maurizio, si svolgerà esattamente 50 anni dopo quello di Paolo VI, primo pontefice a visitare il continente
"L'atterraggio sulla Luna ci ricorda in modo molto chiaro che il pianeta Terra non è la fine e il limite dell'esistenza umana. Siamo stati sulla Luna e ci andremo ancora". Fratel Guy Cosolmagno, direttore della Specola Vaticana, commenta così il 50° anniversario dell'allunaggio, che verrà celebrato in tutto il mondo il 20 luglio. "Il miracolo del programma Apollo - spiega - non fu nelle scoperte della scienza necessarie per arrivarci. E neanche in una ingegneria spaziale particolarmente rivoluzionaria. La vera conquista fu mettere insieme e finanziare mezzo milione di persone per lavorare ad un obiettivo comune". "Come credenti - osserva - abbiamo imparato che confinare la nostra comprensione di Dio al solo pianeta Terra ha reso Dio troppo piccolo"