Una messa solenne per tutti i preti, i religiosi e tutti i cattolici che sono morti a causa del Coronavirus è stata celebrata a Yangon dall’arcivescovo Charles Bo.
“La fragilità dell’ambiente naturale è conseguenza delle scelte sbagliate e dell’avidità dell’uomo” e l’umanità fa ancora fatica a capire “il rapporto tra la nostra stessa esistenza e la protezione della nostra casa comune”.
La situazione si è normalizzata. Resta però una emergenza: la Tunisia sta vivendo una situazione economica difficilissima e senza precedenti. La pandemia purtroppo non ha fatto altro che aggravarla. I prezzi si sono duplicati, la povertà si è diffusa. Manca il lavoro e i giovani reclamano futuro. “La gente – dice al Sir padre Léonce Zinzéré, vicario generale dell’arcidiocesi di Tunisi - si aspetta un gesto che possa favorire una ripresa. Non importa a questo punto da chi può arrivare questo gesto, basta che arrivi”
La diocesi cattolica di Calgary si è impegnata a fornire un contributo finanziario ai sopravvissuti e alle loro famiglie per sostenerli nel difficile processo di guarigione delle ferite causate dalle Scuole residenziali dove furono portati con la forza i figli dei popoli nativi.
Da un recente sondaggio emerge che solo il 10% dei canadesi ha una conoscenza approfondita della storia delle scuole residenziali. Sotto choc per i recenti ritrovamenti di resti di bambini in tombe anonime, anche molti cattolici stanno chiedendo informazioni alle diocesi per capire come sia potuto succedere un tale omicidio di massa. Per questo motivo, l’arcidiocesi di Toronto ha redatto un documento per rispondere alle domande più frequenti. Dal Rapporto emerge che i bimbi strappati alle loro famiglie, sono morti per tubercolosi, influenza e polmonite. Falciati anche dalla pandemia della “spagnola”. C’è anche un invito a chi possiede informazioni e registri perché li condivida e una precisazione: non esistono in Vaticano file segreti relativi alle scuole residenziali
Si svolgerà dal 17 al 20 dicembre la visita che una Delegazione dei popoli indigeni del Canada farà in Vaticano. Parteciperanno tre distinti gruppi di delegati, First Nations, Métis e Inuit, e ciascuno avrà un incontro personale con Papa Francesco. Poi il 20 dicembre saranno ricevuti tutti in un’udienza finale dal Santo Padre. Lo ha annunciato ieri con un comunicatola Conferenza episcopale canadese.
“Migliaia di uomini e donne del nostro Paese hanno un disperato bisogno di cibo, medicine e rifugio. Più di 200.000 persone sono sfollate”. “Il Covid è alle porte”. “È tempo di integrare la sicurezza con la solidarietà. Il nostro popolo soffre”. Nell’omelia pronunciata ieri, il card. Charles Bo, arcivescovo di Yangon, coglie l’occasione per lanciare – dice – “un messaggio urgente”: “Stop alla violenza”. “Questa non è la via di Dio. Dio ci ha creati per la pace; ci ha creati a sua immagine”, dice l’arcivescovo.
Si è svolto nella cittadella di Loppiano (Firenze) del Movimento dei Focolari l’Incontro nazionale islamo-cattolico organizzato dall’Ufficio Cei per l’ecumenismo e il dialogo, insieme ai leader delle principali Comunità islamiche presenti in Italia. L’obiettivo è declinare in un piano quinquennale e in maniera concreta alcuni punti del Documento di Abu Dhabi sulla Fratellanza umana. Al centro del confronto quest’anno è stata posta la questione ambientale. “Ogni aggressione all’ecosistema è un male fatto nei confronti dei più deboli, soprattutto delle generazioni future”, ha detto Abdellah Redouane, segretario generale del Centro islamico culturale d’Italia (Cici). “Prendere coscienza di questa responsabilità morale deve spingerci insieme a mettere in discussione il nostro stile di vita”
Chiesa cattolica e Comunità islamiche italiane in dialogo sui grandi temi dell’ambiente e della cura del creato. Si terrà a Loppiano (Fi) domani, 26 giugno, l’Incontro nazionale islamo-cattolico organizzato dall’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Conferenza episcopale italiana, insieme ai leader delle principali Comunità islamiche presenti in Italia.