È terminato con la Preghiera per la Pace al Colosseo e con la presenza di Papa Francesco l’Incontro interreligioso promosso a Roma dalla Comunità di Sant’Egidio nello spirito di Assisi. Una giovane ha letto l’Appello finale che poi un gruppo di ragazzi ha consegnato, insieme insieme a Edith Bruck, scrittrice sopravvissuta alla Shoah, alle autorità politiche presenti, seduti in prima fila. “Con ferma convinzione diciamo: basta con la guerra!”, si legge nell’Appello. “Fermiamo ogni conflitto. La guerra porta solo morte e distruzione, è un’avventura senza ritorno nella quale siamo tutti perdenti. Tacciano le armi, si dichiari subito un cessate il fuoco universale”.
“Ci sono tante tentazioni che spingono a pensare la sicurezza come esclusione dell’altro. In realtà non si è mai sicuri, escludendo l’altro. I muri non garantiscono anzi complicano la sicurezza. La convivenza invece è generativa”. È un appello, di cui si è fatto portavoce oggi il card. Zuppi, ad un Mediterraneo di incontro e di pace quello lanciato oggi a Roma all’Incontro interreligioso della Comunità di Sant’Egidio. Un coro unanime ad abbattere i muri, a fronteggiare le “sirene politiche” che inneggiano alla sicurezza e alla divisione, a farsi prossimi delle sofferenze e dei dolori che attraversano non solo le acque ma anche i popoli delle terre che si affacciano sul “Mare Nostro”.
Sabato in Cina si è concluso il XX Congresso Nazionale del Partito comunista cinese (PCC) e domenica, come previsto, Xi Jinping è stato riconfermato come Segretario generale, presidente della Repubblica Popolare e capo delle Forze Armate. Al Congresso sono stati anche rinnovati i sette membri del Comitato permanente del Politburo che ora sono tutti uomini molto vicini a Xi Jinping. E’ cosi diventato il leader cinese più longevo e potente dai tempi di Mao tse-tung. Il parere di Francesco Sisci, “Il processo non è cominciato adesso, ma 10 anni fa, nel 2012, quando Xi Jinping ha assunto il potere che negli anni ha man mano concentrato su se stesso”. “Se gli è stato permesso di farlo, è perché c’è un consenso interno a lui che dice che effettivamente le cose non stanno andando bene”.
Chiaretto Yan, focolarino cinese e visiting professor al Seminario nazionale di Pechino, commenta al Sir la decisione della Santa Sede e della Repubblica Popolare Cinese di prorogare per un altro biennio la validità dell’Accordo provvisorio sulla nomina dei vescovi: “Nella cultura cinese la pazienza è molto apprezzata come una virtù. Ci sono due idiomi cinesi che dicono: ‘Troppa fretta non porta al risultato desiderato. Quando le condizioni sono giuste, il successo seguirà naturalmente’. Ora quattro anni dopo la firma dell'accordo, sono stati riportati incontri regolari tra le delegazioni di entrambe le parti. In Cina si apprezza l'amicizia, e con il tempo si può immaginare che crescerà la fiducia reciproca”
“Mai più la guerra, avventura senza ritorno, spirale di lutti e di violenza”. La preghiera per la pace di Giovanni Paolo II è stata letta ieri sera, in lingua ucraina, polacca e italiano, nella chiesa inferiore del Santuario a lui dedicato a Cracovia, illuminata solo dalla luce delle candele. In ginocchio, i 150 delegati nazionali provenienti da 30 Paesi europei, riuniti a Cracovia per il Simposio del Ccee, hanno implorato il dono della pace in Ucraina e si sono rivolti ai “cuori dei responsabili delle sorti dei popoli” affinché fermino “la logica della ritorsione e della vendetta” e si aprano a “soluzioni nuove, gesti generosi ed onorevoli, spazi di dialogo e di paziente attesa più fecondi delle affrettate scadenze della guerra”.
Con un pensiero alla martoriata terra ucraina, si è aperto questo pomeriggio a Cracovia nel Santuario San Giovanni Paolo II, il Simposio europeo dal titolo “Alzati! Cristo ti chiama”, organizzato dalla Commissione Giovani e dalla Sezione Catechesi del Ccee e dall’Arcidiocesi di Cracovia. 150 delegati nazionali dei cinque settori pastorali Giovani, Scuola, Università, Vocazioni e Catechesi provenienti da circa 30 paesi d’Europa, si sono dati appuntamento qui per una tre giorni di incontro, confronto sulle sfide del continente europeo, momenti di preghiera e di festa in un percorso che sta portando i giovani di tutto il mondo verso la Giornata mondiale della Gioventù di Lisbona nel 2023
Nel cuore di Cracovia, dal santuario San Giovanni Paolo II, il Papa dei giovani e del dialogo, sale di nuovo un appello di pace “ai capi delle nazioni e della comunità internazionale affinché facciano tutto ciò che è in loro potere per porre fine all’attuale guerra che sta distruggendo vite e causando sofferenze indicibili”.
“I giovani sono l’antenna del futuro e se perdiamo l’ascolto dei giovani non sapremo come orientarci verso un futuro che pure è alle porte”. A parlare è il card. Oscar Cantoni, vescovo di Como e responsabile della sezione Vocazione del Ccee. E’ a Cracovia per il Simposio europeo organizzato dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (Ccee) e dall’Arcidiocesi di Cracovia in preparazione alla Giornata mondiale della Gioventù di Lisbona nel 2023. In un’intervista al Sir rilasciata a margine dei lavori, il cardinale parla della condizione in cui si trovano i giovani oggi. “Sono i veri poveri”, dice e aggiunge: “Si aspettano di essere aiutati da persone che si appassionano a loro, ai loro problemi, alle loro difficoltà, alle loro ansie ma anche alle loro istanze e ai loro sogni. Hanno bisogno di essere ascoltati, accolti, compresi e perdonati. Hanno bisogno di qualcuno che insegni loro a vivere e a sperare”.
Al centro Caritas di Cracovia in via Ossowskiego 5. Oggi è il giorno in cui i volontari distribuiscono i pacchi con viveri e prodotti per l’igiene. In fila, ci sono solo donne con bambini piccoli, anzi piccolissimi. Le notizie che arrivano dall’Ucraina preoccupano. È chiaro che la situazione non migliorerà, almeno nel breve termine e che il tempo di stare fuori dalla propria terra inevitabilmente si allunga. È difficile fare previsioni o dare numeri e statistiche